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Acqua di tutti e acqua imbottigliata

San Benedetto del Tronto | La realizzazione di uno stabilimento per l’imbottigliamento delle acque dei Sibillini non trova d'accordo Pierluigi Addarii.

di Pierluigi Addarii*

Alcuni giorni or sono, la conferenza dei servizi convocata presso la Provincia di Ascoli Piceno, ha espresso parere favorevole al progetto di realizzazione di uno stabilimento per l’imbottigliamento delle acque dei Sibillini. Grande soddisfazione è stata espressa da parte del Presidente del CIIP, Paolo Nigrotti, che  prevede investimenti multimilionari per portare nelle nostre case, imbottigliata, l’acqua che già riceviamo dai rubinetti.
 
Vorrei ricordare a chi si è adoperato per la realizzazione di questo piano industriale che la Provincia di Ascoli Piceno ha aderito alla “Carta dell’Acqua degli enti locali e dei cittadini”, impegnandosi, tra l’altro a:
·        promuovere le forme più innovative di partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche dell’acqua a livello locale
·        mantenere nella sfera pubblica la proprietà e la gestione dell’acqua ovvero il capitale ed i servizi ad essa collegati (infrastrutture e insieme dei servizi di captazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione)
A questi principi hanno anche aderito numerose amministrazioni comunali;  molti amministratori del nostro territorio, inoltre, fanno parte dell’associazione nazionale dei parlamentari ed eletti negli enti locali che hanno sottoscritto il Contratto Mondiale sull’acqua.
Questi importanti ed impegnativi  pronunciamenti sono il frutto di un lungo dibattito sviluppatosi negli ultimi anni nel nostro territorio, che ha visto coinvolte associazioni ed enti locali, enti gestori e liberi cittadini,  scuole e rappresentanti di organismi internazionali, esperti locali ed internazionali.
Ci sono stati consigli comunali e provinciali dove si è riconosciuto che l’acqua è un bene vitale, patrimoniale e comune dell’umanità e che l’accesso all’acqua è un diritto umano e sociale, individuale e collettivo, indispensabile.
Sono stati presi impegni per applicare un sistema tariffario giusto e solidale e per finanziare iniziative di cooperazione decentrata utilizzando risorse provenienti dalla gestione delle acque….
Eppure tutto questo sembra essere stato già dimenticato nel nome del “business”.  Il Ciip, pensando più ai numeri dell’investimento che al coinvolgimento del territorio piceno,  ha operato per ottenere permessi e finanziamenti ed ora attende il parere della giunta provinciale quasi come un “atto dovuto”.
Meraviglia un po’ questo un modo di operare, che non  sembra  in linea con la sensibilità mostrata in altre occasioni dal Ciip sul tema dell’acqua. Spero che nelle prossime settimane ci sia la possibilità di capire ed approfondire meglio i termini della questione,  ed invitiamo il Presidente Massimo Rossi a farsi carico del chiarimento necessario.
 
 
*SOS MISSIONARIO

20/09/2004





        
  



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