Peccio sulla diatriba Cava - Rossi
| Da questa storia Peccio trae conclusioni legate alla posizione del Presidente Provinciale di An.
di Alfonso Peccio*
Non sono molto sorpreso del tono assunto dalla diatriba in atto tra il componente la Giunta Provinciale di A.N. Cava ed il Capogruppo Consiliare al Comune di S. Benedetto del Tronto Benito Rossi, poichè era nell'aria che prima o poi i nodi sarebbero giunti al pettine, almeno alcuni.
Quello a cui assistiamo non è solo un confronto sul dato politico riferito all'amministrazione Comunale di S. Benedetto, troppo facile, ad essere buoni lo dovremmo definire " non adeguato alle esigenze della cittadinanza ".
Ci troviamo in realtà a constatare due modi diversi di condurre un'azione politica che, in linea teorica, tende comunque allo stesso risultato: far sopravvivere questa Amministrazione sino alla fine del mandato.
Ma poichè le differenze che si evincono dal modo di procedere sono concretamente diverse, ho cercato di andare oltre le parole per cercare di capire quali fossero i reali intendimenti dei due protagonisti.
Bene, ad una più attenta analisi, tenuto anche conto dei trascorsi, non posso che prendere atto della pericolosità, in termini di stabilità amministrativa, delle proposte di Cava, mentre osservo una profonda maturità politica nel comportamento del Capogruppo di A.N., il quale, pur con alcune doverose precisazioni, ribadisce l'assoluta priorità dell'interesse cittadino rispetto quello dei singoli.
Ma, almeno in parte, ciò che Cava dice nella sua replica, credo dia il senso compiuto del degrado politico dell'ultimo periodo, coinciso con la purtroppo grande perdita di consensi del nostro partito in Provincia di Ascoli Piceno.
Infatti riferisce di " politica utile a raggiungere obiettivi particolaristici ", " battaglia contro un'assessore senza che il partito abbia detto niente, con relativo intervento di richiamo del presidente provinciale di A.N. ", " autonomina a capogruppo di A.N. con relativa accelerazione nella divisione del partito ".
Quando il Coordinatore Nazionale di A.N., prese posizione sugli articoli che danneggiavano il nostro partito, " sopratutto in periferia ", credo pensasse a cose di questo genere, attacchi gratuiti e non supportati dalla indispensabile difesa della idealità e degli interessi di Alleanza Nazionale, utili solo a consentire spazio di parola ai nostri detrattori.
Ma, come si usa dire, acqua passata non macina più, quindi è inutile fermarsi su di un episodio che sarebbe stato meglio non fosse accaduto, mentre è indispensabile cercare di fare in modo che non si ripeta.
A questo proposito, vorrei introdurre alcuni elementi di riflessione:
- in questa bagarre politico-istituzionale, quale ruolo riveste il presidente provinciale di A.N.?
- atteso che non ha mai preso posizione ufficiale sulle vicende legate all'amministrazione comunale di S. Benedetto, se non all'inizio del mandato, accettando che venisse tolta la delega all'ex assessore Cava, come giudica la " provocazione " operata con la richiesta della delega all'urbanistica?
- avendo osservato negli ultimi tempi una notevole proliferazione di articoli sui quotidiani locali, abbastanza compiacenti nei suoi confronti, tesi a riaprire l'interesse sulla sua attività di consigliere Regionale, ritiene di potersi occupare nell'altra sua veste di presidente provinciale di A.N. anche della politica complessiva del partito?
Tante altre potrebbero essere le ragioni per interrogarsi sulla opportunità che il presidente provinciale continui a ricoprire questo incarico, ma come sempre accade tra persone civili, si attende che accada ciò che anche Cava ha chiesto in chiusura del suo articolo, e cioè che il presidente provinciale faccia un " esame di coscienza sui danni che ha prodotto ", io sostituisco l'amministrazione comunale con A.N., traendone le debite conclusioni.
*Presidente Circolo AN Cupra
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21/09/2004
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