“Le piccole imprese e l’artigianato come alternativa alla strategia delle multinazionali. L’Italia come distretto del sapere e del saper fare”: in queste parole del presidente della CNA di Ascoli Piceno Algeo Marcozzi è racchiuso lo spirito con il quale è stato presentato nel pomeriggio di domenica, presso il ristorante “da Vittorio” di San Benedetto, il libro “Cucina Damare Marchigiana. Sapere e sapori dell’Adriatico” del giornalista Gianfilippo Centanni e del ristoratore Rolando Ramoscelli di San Costanzo (PU).

Oltre che dalla CNA (la direttrice Desirée Basili ha fatto gli onori di casa; presenti anche rappresentanti della CNA nazionale e di altre sezioni locali) il pomeriggio è stato organizzato dall’associazione “Cucina Nostra” e da “Atlante Congressi”.

“Cucina Damare” non è solo un libro di ricette (peraltro raccolte dalla viva voce di pescatori e di famiglie di tutte le città della costa marchigiana nel corso di quasi tre anni e tutte messe in pratica prima di essere riportate), ma una sorta di scrigno dei sapori in via di estinzione, se è vero, come Ramoscelli ha detto nel corso del pomeriggio, che “mangiare un piatto tipico è mangiare un pezzo di storia”.

Rolando Ramoscelli e il prof. Renato Novelli hanno commentato aspetti diversi del libro, prima della degustazione dei vini offerti dall’associazione “Piceni invisibili” e appunto di alcuni piatti tradizionali delle Marche (l’ottimo ciavarro: ceci, farro, molluschi, e una ricetta a base di salmone, che Ramoscelli ha preparato aiutato dallo stesso Vittorio Cameli, titolare del ristorante). Assente l’altro autore del libro, Gianfilippo Centanni.

Ramoscelli ha simpaticamente elogiato la cucina tradizionale e le ricette con ingredienti di stagione, capaci “di tenere lontani dietologi e farmacie”. Fino all’immancabile Feuerbach: “siamo quello che mangiamo”. Ha ricordato la parte del lavoro svolta a San Benedetto, in collaborazione con la pescheria “Mare Mare” e i pescatori del circolo “Mare Bunazze”, ha riferito che “le Marche sono oggi il primo produttore di cibo biologico, in particolare di farro” e ringraziato il prof. Corrado Piccinetti (direttore del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca dell’Università di Bologna in Fano) che ha fornito la sua consulenza ai due autori del libro.