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A Civitanova migliaia di visitatori per la mostra su Warhol

| CIVITANOVA MARCHE - L'esposizione continua fino al 10 Ottobre.

Proseguirà fino al 10 ottobre la mostra dedicata all’opera grafica di Andy Warhol ospitata nei bellissimi spazi della Chiesa di Sant’Agostino e della Pinacoteca Comunale di Civitanova Marche.
L’ esposizione - promossa dall’Amministrazione Comunale di Civitanova Marche (Assessorati Cultura e Turismo), dai Teatri di Civitanova, dalla Pinacoteca Comunale “Moretti”, in collaborazione con la Regione Marche, la Provincia di Macerata, la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata e la Fondazione Antonio Mazzotta-Milano– è stata inaugurata lo scorso 11 luglio ed è stata ammirata da migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia e dall’estero.

La mostra, Andy Warhol. Un mito americano, è dedicata all’artista protagonista indiscusso della pop art, il movimento sviluppatosi negli Stati Uniti e in Europa tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso.
Warhol è stato il più tipico rappresentante dell’arte americana della seconda metà del secolo XX, adottando nelle sue opere i miti e i prodotti di largo consumo della civiltà del tempo e riuscendo infine ad imporsi lui stesso come mito. La sua versatilità lo ha portato ad occuparsi non solo di pittura, ma anche di illustrazione, cinema, fotografia, musica, editoria, grafica ed altro ancora.
Nel corso degli anni Cinquanta sperimenta diverse tecniche creative, fra cui la famosa “blotted line” (linea sbavata), che consiste nel tracciare un disegno su un foglio di carta non assorbente, ripassandolo poi con inchiostro di china e infine usando questa matrice come una specie di timbro per riprodurre il disegno su un secondo foglio. Ripassando di nuovo l’inchiostro sul primo disegno lo si riproduce su un terzo foglio e così via, ottenendo ogni volta degli originali leggermente diversi uno dall’altro; il risultato sarà in ogni esemplare un disegno incerto, interrotto qua e là, con differenze ed irregolarità dovute più al caso che ad una precisa scelta. Tra i primi lavori realizzati con questa tecnica spicca la serie “In the botton of my garden” del 1955, liberamente ispirata a libri per l’infanzia.
Convinto che a determinare il successo di un’opera d’arte non sia tanto la sua originalità ma il fatto di essere facilmente riconoscibile e universalmente diffusa, nel corso degli anni Sessanta, Warhol comincia a creare immagini dall’impatto immediato e a moltiplicarle con la tecnica della serigrafia. Nascono così le celebri serie, che propongono più volte, con semplici variazioni di colore e di dimensioni, un particolare oggetto o un singolo volto. Warhol seleziona i soggetti delle sue opere tra quelli che più esplicitamente incarnano l’immaginario collettivo americano. Emblematica è la scelta di riprodurre il volto di Marilyn Monroe, diva tra le dive, simbolo assoluto della femminilità. Se con Marilyn celebral’icona del fascino, con le serie “Campbell’s Soup” Warhol trasferisce nell’arte una delle merci più diffuse nel suo paese, eletta ad emblema del trionfo della civiltà dei consumi.

Tutte le opere presentate in mostra (circa cento) sono di proprietà della Fondazione Antonio Mazzotta di Milano, a cura della quale è stampato anche il cataloga della mostra, curato da Achille Bonito Oliva a Ada Masoero. Sarà possibile ammirare a Civitanova Marche anche alcuni lavori giovanili di Warhol, più di venti foto realizzate dall’artista, i dischi da lui prodotti, le copertine dei dischi da lui progettate (su tutte la fomosa copertina del disco dei Rolling Stones con la zip), alcune copie della rivista “Interview”.

In una sala a parte viene proiettato a ciclo continuo un filmato VHS di circa venti minuti con informazioni sull’artista e sulle opere. Inoltre, nella stessa sala, è attiva la “Warhol machine”, sofisticato software che cattura le immagini dello spettatore che passa davanti ad una macchina da presa e le proietta sulla parete di fronte utilizzando lo stile di Warhol, fedele al motto dell’artista secondo cui “nel futuro ognuno avrà diritto a quindici minuti di popolarità”.

03/09/2004





        
  



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