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Si conclude il fermo pesca

| Fiori (Confcommercio): " Un provvedimento politico ed inutile che ha minato l'immagine turistica e penalizzato i rstoratori piceni ".

Giorgio Fiori

Domenica 5 Settembre, si conclude il Fermo Pesca che, dallo scorso 2 Agosto, ha interessato per ben 35 giorni il compartimento marittimo da Trieste a Manfredonia e quindi la provincia di Ascoli Piceno.
 
Dal 6 Settembre e fino al 10 Ottobre, il fermo, come previsto, riguarderà il compartimento di  Molfetta fino a Crotone. “Quest’anno – ha commentato il direttore provinciale Confcommercio Giorgio Fiori – il fermo pesca, nonostante le preventive e decise contestazioni della nostra Organizzazione, forte delle negatività già registrate in passato, è stato ancora più penalizzante, perché di fatto ha bloccato la pesca, per la quasi totalità della fascia Adriatica a differenza di quanto avvenuto fino all’anno scorso quando, il fermo, veniva adottato “a scacchiera”  (riguardando egualmente un po’ tutte le regioni rivierasche, ma in periodi diversi), rendendo più agevole l’approvvigionamento del pesce fresco da parte di ristoratori e commercianti”.

“Nonostante queste ulteriori difficoltà oggettive – sottolinea Fiori - il pesce fresco non è mai mancato, neanche per un giorno, nei ristoranti specializzati del piceno e senza alcuna impennata dei prezzi, sebbene i ristoratori abbiano dovuto ammortizzare un significativo calo della domanda a causa della ingenerata convinzione comune, non certo veritiera, che durante il fermo si trova poco fresco, si può degustare per lo più solo pesce congelato o d’importazione e che comunque il conto è molto più salato. Il danno d’immagine generale e conseguentemente economico è stato enorme ed ha creato ripercussioni negative anche all’attrattiva turistica legata alla qualità dell’enogastronomia che è ormai un cavallo di battaglia anche della provincia picena. Ed il tutto, solo per accontentare i pescatori che, grazie al fermo pesca, si son visti garantiti il rimborso della diaria giornaliera, per essere rimasti a casa: in pratica le ferie pagate”.

“Infatti – ricorda Fiori - è scientificamente provato che il fermo di agosto non serve a nulla, poiché il periodo estivo non coincide con quello di maggiore concentrazione delle forme ittiche giovanili e che lo stesso per essere veramente utile dovrebbe svolgersi in tarda primavera ed all’inizio dell’autunno, ovvero prevedendo semmai un fermo per fasce, dividendo le zone costiere, via via da quelle più lontane, con inibizione alternata della pesca in relazione al tipo di riproduzione da tutelare”.

“E’ evidente che alla luce di una tale situazione la Confcommercio riprenderà subito, sin dalla prossima settimana, la  battaglia per scongiurare il ripetersi di un provvedimento analogo per il 2005 che, più che biologico, può essere definito solo fermo politico”. “Siamo convinti – conclude Fiori - di riuscire nell’intento poiché quasi tutti i componenti della filiera, nonché gli stessi consumatori, si ritrovano d’accordo su queste tesi ed in proposito è alquanto positivo che lo stesso Consiglio Comunale di San Benedetto, si appresti a votare (sicuramente all’unanimità) un ordine del giorno, in linea con le stesse tesi, presentato dal capogruppo di Forza Italia, Benedetto Marinangeli e stimolato dalla Commissione per il Mercato, dietro suggerimento di Luigi Torquati, rappresentante Confcommercio in seno alla stessa commissione e dell’assessore Marco Lorenzetti”.
 

03/09/2004





        
  



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