Il PSDI chiede le dimissioni del sindaco e la partecipazione ad un patto programmatico
San Benedetto del Tronto | I contenuti di un incontro sintetizzati dal componente del coordinamento regionale Simeone Zappasodi
di Simone Zappasodi
Il Partito Socialista Democratico Italiano si è riunito, a seguito dell'accordo raggiunto a livello regionale dai partiti laici e riformisti (PSDI, PRI, SIN. DEM, NUOVO PSI), ed a preso atto, condividendo, il documento siglato dai quattro partiti, cosi come relazionato dal componente del Coordinamento regionale del Partito Simeone Zappasodi.
A seguito di tale incontro è stato redatto ed approvato il seguente manifesto politico che rappresenta un invito alle forze locali che si riconoscono nell'accordo regionale ad aderire ad un PATTO DEMOCRATICO.
La Città ha attraversato due amministrazioni ( il 2° mandati Perazzoli ed il 1° mandato Martinelli) diverse per impostazioni ma simili sotto l'aspetto della mancata partecipazione attiva di forze laiche, riformiste, socialiste e di ispirazione cattolica a cui si chiede oggi di stabilire un patto programmatico per governare la città, un programma aperto alle richieste dei movimenti civici e degli ambientalisti e che non sottovaluti le esigenze delle categorie produttive.
Un patto democratico che si ponga comunque come obiettivo primario la stabilità e che sia di impulso e slancio all'azione di governo e rappresenti il tramite di una attività amministrativa che renda partecipe la cittadinanza.
Alle forze politiche, movimenti, associazioni componenti il patto, dovrà essere assicurato il pieno rispetto delle proprie identità politiche ed ideologiche.
La novità politica deve essere rappresentata nell'individuazione, prima delle elezioni, dell'intera giunta per offrire ai cittadini un quadro chiaro e completo su chi andrà assumersi le varie responsabilità di governo, al fine di evitare che logiche elettorali portino a scelte non adeguate.
L'obiettivo immediato è la creazione di più tavoli di confronto su temi programmatici quali: urbanistica,viabilità, turismo, sport. E cultura, servizi sociali, strutture, istruzione ecc.
Redazione, quindi, di un programma che fissi obiettivi generali di breve e media attuazione.
Individuazione del candidato sindaco tra personalità che condividono il progetto politico e quello programmatico.
Nomina di un comitato politico elettorale presieduto dal candidato sindaco e da esponenti delle forze che compongono il Patto il cui compito sarà, oltre quello di natura organizzativa-elettorale, quello di predisporre tavoli di confronti programmatici per le eventuali alleanze di governo (2° turno elettorale) e scegliere gli assessori.
Il sindaco dovrà relazionare periodicamente al Comitato sull'attività di giunta e sugli obiettivi programmatici raggiunti.
Appare chiaro a tutti che l'amministrazione comunale e la maggioranza che la sostiene siano completamente fuori rotta. L'impressione che si ha dall'esterno e quella di una nave alla deriva, o addirittura ferma, con capitano e ciurma che quotidianamente si sforzano di determinare la rotta senza poi riuscire a prendere il largo.
La città vive attonita questa situazione politica con la piena consapevolezza di una frattura insanabile tra la comunità e l'attuale classe dirigente. Il pericolo è che il disagio porti ad una disaffezione dei cittadini verso la politica con il rischio di una confusione di valori e di ruoli.
Non bastano le dimissioni di un assessore o l'ampliamento della giunta per la soluzione del problema governabilità. E' evidente che mancano dei chiari presupposti politici che permettano all'amministrazione di portare avanti il suo programma.
Un Sindaco, espressione, sin dal momento della sua candidatura, non di una specifica forza politica ma della Società Civile (concetto tanto importante sotto il profilo emotivo quanto vuoto ed inutile sotto quello politico), non è in grado né di mediare poiché per entrambe le attività, fondamentali in politica, è necessario essere supportati da un partito o una forza politica può o meno elettoralmente forte ma capace di coadiuvare il sindaco nelle sua attività di mediazione con la sua alleanza.
Al contrario, il primo cittadino è rimasto intrappolato nelle beghe della coalizione e non riesce a far fronte alle sempre maggiori richieste di chi a vario titolo lo circonda ed esercita, anche legittimamente, una pressione politica.
Andare avanti di questo passo, accettare di amministrare in questa situazione politica caotica ed irrazionale significa allontanare la città dall'istituzione a vantaggio dei particolarismi e delle soluzione una tantum che non giovano se non a pochi!
E' giunta, a nostro avviso, l'ora di assumersi la responsabilità politica di quello che si sta verificando, e l'unico che deve necessariamente farsi carico di ciò è il Sindaco.
Le dimissioni del Sindaco rappresenterebbero oggi un atto di onestà politica ed intellettuale, oltrechè di rispetto verso i cittadini di cui, comunque, lo stesso è espressione diretta ed ai quali và detto chiaramente che si è giunti al capolinea di un percorso che dal punto di vista amministrativo può risultare, in parte, anche positivo, ma che dal punto di vista politico è stato senza'altro disastroso.
Un atto di onestà politica ed intellettuale, ispirato da senso di responsabilità, lo chiediamo anche a quei consiglieri comunali di maggioranza che non accettano il "modus operandi"attuale.
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03/09/2004
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