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“Centrodestra e centrosinistra per me pari sono”

San Benedetto del Tronto | Vincenzo Rosini risponde a Dante Merlonghi a proposito delle elezioni regionali 2005

di Vincenzo Rosini*

All’amico Merlonghi, per il quale nutro affetto e considerazioni, rispondo con questo mio articolo alle sue perplessità, in ordine alle modifiche della Legge elettorale regionale a pochi mesi dalle consultazioni per la Regione Marche del maggio 2005. Mi capita, di questi tempi e con particolare frequenza, di ripetere ossessivamente un concetto che poi cercherò di provare: i due schieramenti politici sono in perenne conflitto per il potere, ma allo stesso tempo complici nello spartirselo. Un duopolio dove vige quale regola aurea: “Oggi a me, domani a te e a nessun altro”.
Merlonghi sa bene che il potere, nell’atto stesso in cui si acquisisce, è così sempre ingordo di se stesso, che non si sazia mai; più se ne ha e più se ne vorrebbe avere e, quello che sta succedendo alla Regione Marche, dove con voto trasversale si sta modificando la legge elettorale regionale, ne è esempio lampante. Prove inoppugnabili del precetto appena espresso, si colgono a livello nazionale e locale.

L’appello di Berlusconi agli Italiani di non disperdere il voto esprimendosi elettoralmente a favore delle formazioni politiche maggiori, l’accentuazione di una componente democratica rappresentativa di schieramento prevedendo due consiglieri in aggiunta ai quaranta già previsti, quale espressione della coalizione del centro destra e della coalizione del centro sinistra, l’abolizione del “listino” dalla legge elettorale regionale, sono la prova inoppugnabile che i due schieramenti in combutta tra loro vogliono che tutte le forze politiche che non rispondono a logiche di schieramento debbono essere eliminate.

A beneficiare del duopolio nella gestione dell’azione sociale principale, non sono soltanto i due schieramenti, ma anche tutti gli altri titolari secondari dell’azione sociale che possono determinare con più facilità quelle modificazioni che corporativamente sperano di vedere realizzate; e ciò mediante accordi con l’uno e con l’altro schieramento allo stesso tempo.

Altro beneficio, non secondario, è il frutto dell’insegnamento di Tangentopoli, esperienza dalla quale la partitocrazia è uscita più forte che mai, avendo sviluppato anticorpi anti-magistratura e così facendo normalizzando l’unico potere dello stato ancora indipendente. L’analisi certo non è rosea caro Merlonghi, quel che dispiace è che nel guado non siamo né tu né io, ma il povero cittadino sul quale tutti aprono impunemente il fuoco.

*capogruppo comunale e coordinatore provinciale della Lega Nord

09/09/2004





        
  



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