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Urbino, con la variante al Prg via libera al magazzino Benelli armi

| URBINO - Legambiente rincara la protesta e invita alla mobilitazione “no all’ecomostro bellico nella città patrimonio dell’unesco. Uno scempio che comprometterà per sempre il paesaggio, la vocazione turistica e artistica di Urbino”

Fermare al più presto il monumento alle armi della Benelli. Dopo la recente approvazione della variante al PRG in Consiglio Comunale, lo spettro del nuovo magazzino che la società produttrice di armi vorrebbe realizzare nei pressi della stazione ferroviaria di Urbino, accanto a quello già esistente, sembra destinato a materializzarsi. 

Per questo Legambiente, che non ha dubbi sull’entità e la gravità dello scempio che si andrebbe consumando con la realizzazione di un capannone di 15 metri di altezza per 70 metri di lunghezza di sicuro impatto visivo sul centro storico, torna a rincarare la dose della protesta, avendo espresso la propria ferma e assoluta contrarietà al paventato progetto anche durante l’ultimo direttivo regionale dell’associazione tenutosi la scorsa domenica.

“Un vero e proprio ecomostro bellico – dichiara Alessandro Bolognini, Presidente Circolo Legambiente “Le Cesane” – che oltre a deturpare ulteriormente una zona già particolarmente compromessa, quale la valle sotto il Palazzo Ducale, comprometterà per sempre il paesaggio di Urbino, sorgendo come un enorme parallelepipedo a circa 300 metri in linea d’aria dalle mura. L’impatto paesaggistico sarà irrimediabile e a farne le spese saranno la vocazione turistica e artistica della città, che non a caso è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Per dare il via libera al magazzino della Benelli Armi, si è richiesta una variante al PRG, che si traduce in un vero e proprio stravolgimento,  in chiaro contrasto con i principi di sviluppo sostenibile che Urbino ha sposato aderendo ad Agenda 21”.

Ma le ragioni del no di Legambiente non finiscono qui.

Non è paradossale infatti, che un siffatto monumento alle armi sorga proprio ad Urbino, ribattezzata città della pace? Per di più, sia l’azienda che il Sindaco si sono mostrati sordi a qualsiasi suggerimento di potenziale modifica del progetto iniziale (interramento di una parte, riduzione dell’impatto ecc’), sottoponendo quasi la città ad un ricatto. 

“Ci auspichiamo che l’amministrazione scelga di recedere al più presto da questa scellerata previsione – conclude Luigino Quarchioni, Presidente Legambiente Marche  – e opti invece per la realizzazione di questo capannone in una delle aree industriali vicine, che più appropriata e servita dalle infrastrutture, non creerebbe problemi al paesaggio architettonico. 

L’Amministrazione comunale riservi alla Benelli il trattamento destinato a qualsiasi altro imprenditore: creare precedenti di favore può diventare pericoloso, oltre che dannoso per il panorama architettonico”.

13/10/2004





        
  



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