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50° anniversario di Comunione e Liberazione

| LORETO - Un pellegrinaggio al Santuario nel quale verà ricordato anche il 26° anno di pontificato di Giovanni Paolo II.

di Laura Ripani

Sabato 16 ottobre 45.000  aderenti a Comunione e Liberazione andranno in pellegrinaggio al Santuario  di Loreto per ricordare il 50° anniversario della nascita del movimento, secondo  l'intenzione dettata da don Giussani: «Per ringraziare Maria per le grazie  ricevute e domandare il suo aiuto per continuare il cammino».

L'iniziativa  coincide con la festa per il 26° anno di pontificato di Giovanni Paolo II, che  sarà ricordato con una preghiera particolare.

Nello stesso giorno analoghi pellegrinaggi si svolgeranno negli oltre 70 Paesi del mondo dove Cl è presente.
 
Il gesto, che inizierà alle 14.30 e terminerà  intorno alle 17.30, prevede:
-          recita del Rosario
-          intervento di don JULIÁN CARRÓN, del  Consiglio internazionale di Cl
-          celebrazione della Santa Messa, presieduta da  S.E. il cardinale CRESCENZIO SEPE, Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli.

Era, infatti, l'ottobre del 1954  quando don Luigi Giussani, lasciato l'insegnamento nel Seminario di Vengono,  salì per la prima volta i gradini del Liceo Berchet di Milano come professore di  religione, per «dare a questi giovani - come ricorda lui stesso - quello che è  stato dato a me.

E' questa l'unica ragione per cui abbiamo fatto tutto quello che  abbiamo fatto (e continueremo a farlo fino a quando Dio ce lo concederà).  L'unica ragione di ogni nostra mossa è che Lo conoscano, che gli uomini  conoscano Cristo».

Nella lettera inviata a don  Giussani per i 50 anni di Cl, Giovanni Paolo II scrive: «Il vostro Movimento ha  voluto e vuole indicare non una strada, ma la strada per arrivare  alla soluzione di questo dramma esistenziale.

La strada è Cristo. Sta proprio  qui l'originale intuizione pedagogica del vostro Movimento: riproporre cioè, in  modo affascinante e in sintonia con la cultura contemporanea, l'avvenimento  cristiano.

Quest'esperienza di fede genera uno sguardo nuovo sulla realtà, una responsabilità e una creatività che concernono ogni ambito dell'esistenza: dall'attività lavorativa ai rapporti familiari, dall'impegno sociale all'animazione dell'ambiente culturale e politico.

Animato da questa consapevolezza, continui il vostro Movimento ad annunciare a tutti la bellezza e  la gioia dell'incontro con il Redentore dell'uomo; proclami con vigore la  misericordia divina e ricordi all'umanità talora sfiduciata che non bisogna vere  paura, perché Cristo è il nostro futuro».

15/10/2004





        
  



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