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Un segnale da non sottovalutare

San Benedetto del Tronto | Prima il mancato riferimento alle radici cristiane, poi il no dell’Europarlamento al ministro Rocco Buttiglione. E’ sicuramente un’Europa che stenta riconoscersi.

di Fernando Ciarrocchi

Spesso e volentieri in questo mondo contemporaneo quando il Santo Padre, Sua Santità Giovanni Paolo II , interviene su temi che interessano l’ intera Europa, tanto decantata e osannanata come la panacea di tutti i mali, gli ambienti che contano ( mass- media, grandi concentrazioni bancarie, il cosiddetto mondo culturale laico , meglio laicista) tendono sempre a minimizzare o sminuire il messaggio del Capo della Chiesa Cattolica, tanto è rivolto soltanto a quella minoranza della minoranza di cattolici  che ancora oggi è in circolazione.

Quando il Vaticano attraverso i dovuti i canali diplomatici ha chiesto di inserire nella nuova Costituzione dell’Unione Europea un chiaro e inequivocabile richiamo alle radici cristiane lo ha fatto in primis per dar seguito alla volontà espressa in tal senso dal Santo Padre in persona, poi, perché la nuova Europa non può assolutamente prescindere dalla sua storia intrisa di cristianità testimoniata e tramandata nei  secoli dai martiri cristiani.

Nonostante l’ autorevolezza e la fondatezza della richiesta a quanto pare un’istanza così importante e determinante non ha trovato accoglimento benchè il Governo Italiano, per iniziativa dei suoi rappresentanti, nella circostanza, il Vice- Presidente del Consiglio, on. le Gianfranco Fini, si è impegnato appieno per quanto era nelle sue possibilità, ma la Francia  non ha certo cooperato in tal senso.

Ebbene questa è stata la prima spia di quanto sia difficile far riconoscere alla nuova Europa le proprie radici cristiane, basti pensare che tutto si è risolto con una  laica enunciazione di principi generali che sembra essere stata ripresa proprio dalla carta costituzionale francese con una blanda frase di riferimento alle radici giudaico- cristiane; di più la diplomazia non riuscita a partorire.

Andiamo avanti negli episodi che denotano l’insofferenza verso tutto ciò che in qualche modo è riconducibile alla sfera della cattolicità: la clamorosissima bocciatura del neo commissario europeo che risponde all’illustre persona del prof. Rocco Buttiglione apprezzato da più parti anche dagli avversari politici.

E’ persona di  sterminata cultura, di spiccata levatura morale e politica, coerente da sempre,  per di più anche poliglotta, non dimentichiamo che parla correntemente ben 12 lingue.
Questi sono soltanto alcuni elementi del prestigiosissimo curriculum onorum del prof. Buttiglione, una personalità che in ogni ambito, incarico che ha ricoperto ha tenuto alto l’onore dell’Italia.

Proprio per la sua coerenza di cristiano credente impegnato in politica in linea con i principi della dottrina sociale cristiana, il fronte progressista europeo, ( così si definiscono per essere più chic ma in sostanza rappresentano la sinistra europea con le implicazioni che ne conseguono, nonostante i loro conclamati propositi di sinistra moderna ), alla prima audizione del neo commissario di chiara matrice cattolica,  gli ha detto no: ci siamo un’altra volta dopo la vicenda del mancato inserimento riferimento alla radici cristiane dell’Europa.

Il prof. Buttiglione, forte del magistero papale, tutti ricordiamo la celebre frase di Karol Wojtyla “ non abbiate paura, spalancate le porte Cristo e non vergognatevi mai di dichiarare la vostra appartenenza a Lui” non si è lasciato intimidire e tanto meno turbare.
 
La coerenza è la peculiarità  del prof. Buttiglione e su questa strada è andato e andrà avanti senza tentennamenti o ripensamenti, del resto lo ha anche dichiarato” non svendo la mia coscienza cui faccio riferimento per tutte le scelte della mia vita soprattutto per quelle importanti”.

Il nuovo presidente dell’Unione Europea il portoghese Barroso senza alcuna ombra di dubbio ha già confermato ufficialmente la propria stima e il proprio sostegno al prof. Rocco Buttiglione che a questo punto sarà certamente il nuovo commissario europeo pleno iure.

Il card. Martino, presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pac,e proprio in questi giorni   intervenendo alla conferenza stampa per la presentazione del volume “Giovanni Paolo II e le sfide della diplomazia” ha dichiarato “ sono in azione potenti  lobby piene di soldi e di arroganza che fanno di tutto per coprire la voce della Chiesa”. Per le quali è lecito usare ogni mezzo contro la Chiesa cattolica e cristiani se serve a zittirne la voce, quindi, esiste una sorta di inquisizione laica che vuole zittire il Papa.  

Piaccia o non piaccia è questo il clima che vige all’ Europarlamento di Bruxelles, quindi in Europa.

Allora è davvero giunto il momento che la tolleranza da parte dei cattolici non può essere più istintiva  e motivata da nobili ragioni solidaristiche ma deve essere guidata dalla ragione perché altrimenti ci sono tutti i presupposti e le condizioni per subire una crociata all’inverso con le dovute conseguenze: intanto questo, cioè a dire i due gravi episodi europei, costituisce un serio motivo d’allarme per tutti noi cattolici che siamo chiamati a destarci dal torpore del benessere e ritrovare quel giusto e dovuto coraggio affinchè  la fede cristiana non sia soltanto un qualcosa di spirituale, come alcuni movimenti ecclesiali si affannano a far credere, ma l’essere cristiani è uno stile di vita che va testimoniato e vissuto in ogni nostro ambiente della quotidianità, quindi, anche in politica laddove si decidono temi di fondamentale importanza ( la difesa e la sacralità della vita, la dignità della persona creata a immagine e somiglianza di Dio, la dignità del lavoro e quant’altro). Il cristianesimo è un fatto, è un incontro e non altro.

Se si è arrivati a questo punto lo si deve anche al  mancato coinvolgimento della Chiesa nella vita sociale e politica del nostro paese, ciò rappresenta una grave responsabilità per la Chiesa italiana, poi, avviene quello che sta accadendo in Spagna ( vedi la legalizzazione delle unioni tra persone dello stesso sesso) , poi, quando tutto è compiuto non c’è appello o grida che tengano, quindi, è necessario e vitale salvare il salvabile qui in Italia quando è ancora possibile fare qualcosa.

A “buon intenditore poche parole”.

20/10/2004





        
  



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