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Lettera aperta di un lavoratore dell’ormai ex Amcor

Ascoli Piceno | Non mancano quotidianamente le problematiche sul lavoro ma non sento mai la voce di chi del lavoro ne ha realmente bisogno

Sono un “fortunato” lavoratore in mobilità dell’ormai ex Amcor di Ascoli Piceno. Dico “fortunato” per il semplice motivo che percepisco un’indennità di disoccupazione (ancora per poco). 
 
Avendo quindi molto tempo a disposizione non mi perdo ogni giorno la rassegna stampa dell’emittente televisiva Quintarete, che ringrazio per l’ottimo servizio che offre ai suoi telespettatori.
 
Io posso fare un’analisi dei fatti: è un ping pong tra le varie istituzioni.
 
Assindustria in uno dei suoi “tavoli di lavoro”, accusa i lavoratori e il sindacato di mancanza di flessibilità e le istituzioni per la negata collaborazione. Le Istituzioni in uno dei “tavoli concertativi”, accusano l’Assindustria per la mancanza di sviluppo e di ricerca dando la colpa anche al momento di crisi che il settore sta attraversando. Il Sindacato in uno dei “tavoli di crisi”, come una pallina da ping pong prende botte a destra e a manca.
 
Che cosa rimane? Un bel mucchio di sedie visti i tanti tavoli! E il lavoro?
 
I lavoratori dell’Amcor sono le pecore nere della situazione visto il riscontro mediatico che ha avuto la chiusura dello stabilimento, ma non avevamo forse ragione quando dicevamo che si sarebbe scatenato un “effetto domino” sulle problematiche occupazionali del territorio.
 
In compenso per poter avere qualsiasi colloquio con una qualsiasi azienda è necessario negare di essere stati uno dei tanti lavoratori ad aver manifestato allo sciopero provinciale della scorsa primavera.
 
E la professionalità? Quella non conta, l’importante è negare ogni pensiero e opinione politica.
 
E i politici? Loro nel periodo pre-elettorale, come ogni uomo che a questa categoria appartiene, hanno fatto tante promesse regolarmente non mantenute.
 
Allora i tempi non sono cambiati, perché solo una buona raccomandazione può aiutare alla ricerca di un lavoro. Tanto sono pochi o nessuno gli imprenditori che si rivolgono al centro per l’impiego per poter assumere personale realmente formato.
 
Meglio un’agenzia interinale dove l’affitto lavoro può durare per tutta la vita.
 
MI sento solo dire che le capacità tecniche e la grande professionalità che una volta contraddistingueva il nostro territorio si stanno standardizzando a favore dei mercati globali che ci vogliono tutti piatti e uguale.
 
Fa bene quindi l’Assindustria a difendere i diritti di queste multinazionali che senza scrupoli, soldi alla mano, fanno il bello e il cattivo tempo sull’economia dei piccoli distretti come quello dell’ascolano, tanto, come disse un dirigente di quella prestigiosa associazione, “possiamo sempre piantare i pomodori al posto di quelle fabbriche”.
 
È quindi necessario lanciare un messaggio forte, un segnale pilota che riesca a sbloccare la crisi che sta investendo i settori produttivi della nostra provincia.
 
Un forte aiuto a grandi e piccole aziende a patto di un piano industriale reale fatto di investimenti su uomini e mezzi e no su cassa integrazione o licenziamenti e vigilare che questi progetti vengano veramente realizzati e non come è accaduto finora con i soliti imbrigli all’italiana.
 

19/10/2004





        
  



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