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Premio Libero Bizzarri

San Benedetto del Tronto | Parte l' edizione numero undici del noto premio dedicato al documentario, con un tema principale: Il pianeta delle guerre.

di Andrea Castelli

“Il pianeta della guerra”. Questo il filo conduttore della prossima edizione della rassegna documentaristica Premio Libero Bizzarri.

Ormai giunta al suo undicesimo anno di età, apre un nuovo corso, pur rimanendo in stretto contatto col passato, innanzitutto nell’inedita veste autunnale (fino ad ora si era svolta nel mese di luglio), e poi proponendo nuove interessanti iniziative. 

Ma non poteva che essere quello della guerra il tema principale, che verrà affrontato proiettando, in coorganizzazione con il cineforum Buster Keaton,  l’ultimo lavoro Wim Wenders, La terra dell’abbondanza, opera controversa che dopo essere stato presentato a Venezia, ha suscitato dibattiti politici e contestazioni. Non da meno le altre due opere sul Tema: Guerra, di Pippo Del Bono, e La Memoria di Saccheggio, di Fernando Solanas.

Ma il Bizzarri ha sempre percorso molteplici tematiche, organizzate per offrire un panorama il più possibile diversificato e proporre opere che rischierebbero di non ricevere la meritata attenzione.

E anche quest’anno si avranno lavori validi in campi innovativi e culturali. 

Verrà proposto come omaggio ad uno degli ospiti più illustri che la rassegna  abbia mai accolto, Lo sguardo di Michelangelo, documentario di Michelangelo Antonioni candidato all’ oscar, oltre a due suoi corti. 

Nella sezione Cinedoc gradito omaggio anche al  cinema popolare nella recente rilettura critica dei registi Ciprì e Maresco dedicata a Franco e Ciccio, dal titolo Come inguaiammo il cinema italiano.

Tutto ciò oltre ad interessanti temi come i legami tra  lo sport e la società analizzati nell’ opera di Pandimiglio e Meneghetti, Sogni di cuoio,  e ad un doveroso ricordo del musicista Leo Ferrè, al quale San Benedetto dedica da 10 anni un festival di musica d’autore intitolato a suo nome.

Poi ancora il vincitore del  Bizzarri 2003, Bruno Bigoni, con il suo Riccardo, e Wolfgang Achtner con un opera che narra la nascita del movimento dei girotondi, il movimento popolare di opposizione politica guidato da Nanni Moretti. La primavera dei movimenti è il titolo.

Accusato spesso di aver scelto un genere di “nicchia”, è la stessa presidentessa della fondazione Bizzarri, Maria Pia Silla, a dichiarare ulteriormente e con un pizzico di soddisfazione la convinzione della scelta fatta ormai da 11 anni. Infatti finalmente il documentario, complice forse il caso di Moore e il suo Faranheit 9/11, è arrivato alle grandi distribuzioni e sta emergendo nell’intero settore cinematografico come una felice realtà.

Naturalmente la non erroneità della scelta puo’ essere avvalorata da molteplici ragioni tra le quali il vanto di non attirare incondizionatamente masse di pubblico in maniera demagogica, e soprattutto offrire attraverso questa controversa forma di arte, la capacità e l’opportunità  di usufruire di un potente mezzo di critica e di riflessione.

L’impegno di quest’anno è quello di legarsi alla scuola: con la prima rassegna all interno del contenitore Bizzarri  dedicata all’istruzione verranno proiettati lavori di studenti delle scuole, poiché questa pratica sta prendendo sempre più piede. Non richiede grandi mezzi ed è molto immediato.Questa prova è la ricerca di un rapporto con i giovani che domani saranno i fruitori del mezzo.Non a caso si stanno rafforzando sempre più i legami con l’università di Urbino e con la Politecnica delle Marche.

Avendo riscontrato una forte affluenza di pubblico, e non solo quello colto, e una calda considerazione da parte della critica negli ultimi anni, come ricorda anche il prof. Gualtiero de Santi, cofondatore della fondazione e presidente di giuria, è ormai assodato che il premio Libero Bizzarri sia ormai una reale scelta di qualità, al di là di qualunque posizione politica del documentario o del cinema.

Scelta di qualità che è orgogliosamente e saldamente patrocinata dal comune di San Benedetto (rappresentato alla conferenza stampa dall’assessore alla cultura Bruno Gabrielli e dal vicesindaco Pasqualino Piunti),  che nonostante le difficoltà economiche per supportare un evento di tale portata, cerca di superare queste difficoltà perché è doveroso concentrarsi su ciò che è significativo per il territorio. E il Bizzarri lo è.

Lo è a tal punto che la stessa provincia di Ascoli Piceno, ivi rappresentata dall’assessore provinciale Olimpia Gobbi, nell’ intenzione di istituire un sistema culturale piceno, una sorta di polo culturale del comprensorio, ha riconosciuto che San Benedetto, per le sue caratteristiche di città giovane, è il fulcro forse nel territorio di una nuova cultura multimediale e contemporanea, e lo stesso Bizzarri è uno dei punti cardine di questa prova di cultura.

Ora la famosa affermazione “San Benedetto deserto culturale” puo’ tranquillamente essere sepolta.

31/10/2004





        
  



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