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Condono edilizio nelle Marche, insoddisfacente la nuova legge

| ANCONA - Legambiente e WWF condannano il provvedimento nessuna attenzione per le aree protette.

È ormai Legge il provvedimento della Regione Marche che detta le regole del condono edilizio. Legambiente e WWF ribadiscono con forza e determinazione la propria assoluta contrarietà a una legge che rasenta il paradossale considerato che le Marche sono state fin da subito tra le regioni capofila della protesta antisanatoria.

“Ribadita l’assoluta avversità contro un’ipotesi di condono che si traduce in ogni caso in un passo indietro nella salvaguardia dell’ambiente e nella lotta alla illegalità – spiega Luigino Quarchioni, Presidente di Legambiente Marche - se è pur vero che nei fatti è stata la sentenza della Corte Costituzionale ad obbligare anche la nostra Regione a disciplinare il condono, è altrettanto vero che nelle modalità di applicazione è andata peggio di quanto ci aspettavamo e sperassimo”.

“La Legge non prevede alcuna tutela per i Parchi e le Riserve naturali – dichiara Vittorio Palazzini, Presidente del WWF Marche – in contraddizione con la poltiica ambientale della Regione Marche che punta ad investire sulle aree protette, con il turismo e l’agricoltura di qualità”.

Il provvedimento concede la sanatoria per opere abusive, anche per le nuove costruzioni, per una volumetria non superiore a 200 metri cubi per singola unità immobiliare a uso residenziale e per una superficie non superiore a trecento metri quadri per la destinazione non residenziale. In pratica  dunque, chi -per esempio- possiede un’unità abitativa di circa 90 metri quadri può arrivare a condonare un volume che equivale quasi a un altro potenziale appartamento e per gli stabili non residenziali invece, l’area sanabile inizialmente prevista di 150 metri quadri, è stata addirittura raddoppiata a 300 metri quadri e senza indicare espressamente l’altezza, il che, per capannoni di uso industriale o magazzino può significare volumi potenziali dell’ordine di migliaia di metri cubi.

“Non solo le volumetrie sanabili sono maggiori di quelle inizialmente paventate  – concludono Palazzini e Quarchioni – ma si è omesso del tutto di rapportarle a quelle già preesistenti vincolando in proporzione ad esse i massimi condonabili: in nome dell’abusivismo l’ennesima sconfitta dell’ambiente, che non può che deluderci e rammaricarci”.

12/11/2004





        
  



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