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Consiglio provinciale aperto sulla crisi economica ed occupazionale: la posizione del centrodestra

Ascoli Piceno | La riunione a Palazzo San Filippo martedì 9 novembre. L’opposizione chiede la riduzione delle imposte

Martedì 9 novembre si è svolto a Palazzo San Filippo, sede della Provincia di Ascoli Piceno, un consiglio aperto per discuter dei temi della crisi economica ed occupazionale. Di fronte alla partecipazione di vari rappresentanti istituzionali, i capigruppo avevano stabilito che vi sarebbe stato un solo intervento per la minoranza, uno per la maggioranza e uno per il presidente, per poi lasciare spazio al dibattito.

Il delegato per la minoranza di centrodestra è stato il capogruppo UDC Raffaele Tassotti: “la disoccupazione sta accrescendo senza sosta il numero delle famiglie vicine alla soglia dell’indigenza – ha detto tra l’altro Tassotti – come chiaramente palesato in un dossier dell’Eurispes che evidenzia per le Marche e, a maggior ragione per la nostra provincia “un abbassamento del tenore di vita che è la drammatica conseguenza del regime di povertà che colpisce migliaia di nuclei familiari”. (…) La forte preoccupazione generata da tale situazione è drasticamente riassunta dall’Adusbef Marche (Associazione difesa utenti servizi bancari finanziari postali e assicurativi) quando afferma che “un marchigiano su tre è indebitato per sopravvivere” e, di conseguenza, anche un piceno su tre se non oltre. Dal 2000 al settembre 2004 sono circa 6000 i lavoratori in mobilità nel piceno di cui nei primi nove mesi di questo anno 1500”.

Tassotti ha chiesto misure a breve termine, ed ha accusato la Regione Marche per l’elevato livello di tassazione che impone alle imprese, chiedendo una loro riduzione: “Di fronte ad una crisi economica di tale ampiezza si è parlato e si continua a parlare di adeguamento delle infrastrutture, di riconversioni, di ricerca, di innovazione, di nuovi contenuti nell’ambito della formazione professionale; sono obiettivi nobili ed utili, ma di medio e lungo termine. La chiusura delle imprese, il disagio e la sofferenza delle famiglie è di oggi, di ora. È stato ampiamente documentato come la nostra economia non è certo agevolata dal fatto che le Marche sono la regione in cui le aziende vengono maggiormente tassate; un esempio illuminante ricavato da un giornale economico nazionale evidenzia, prendendo ad esempio una PMI con 15 dipendenti della Valle del Tronto, come questa versi, solo per l’IRAP, alla Regione oltre € 4000,00 di più della PMI dirimpettaia al di là del fiume, in terra d’Abruzzo, senza parlare del primato dell’addizionale IRPEF”.

Anche l’addizionale sull’energia elettrica e la COSAP applicate dalla Provincia, l’ICI e la TARSU applicate dai Comuni, sono state evocate da Tassotti: “interveniamo nel prossimo bilancio di previsione della Provincia (…) dove sono contemplate l’addizionale sul consumo dell’energia elettrica, l’addizionale IRPEF, l’imposta sulle assicurazioni e quanto altro, titolo che prevede un’entrata di oltre 30 milioni di euro (…) prelevati ad imprese e cittadini; non solo, invitiamo i Comuni a ridimensionare l’ICI per le famiglie di quanti perdono il posto di lavoro e la TARSU, anche perché andranno certamente a consumare di meno”.

Infine: “Prevediamo contributi per quanti maggiormente sono colpiti dalla recessione, sosteniamo finanziariamente le imprese che progettano la prospezione di nuovi mercati, cancelliamo o almeno sospendiamo la COSAP, l’osteggiata tassa sugli accesi agli agricoltori e alle famiglie colpite dalla recessione. Che quanti hanno subito e subiscono le conseguenze della crisi economica possano essere pienamente inseriti in misure specifiche delle politiche sociali provinciali ed essere altresì inseriti in apposita fascia protetta per quanto attiene alle spese sanitarie. Sostenere nella misura più opportuna quanti hanno contratto mutui per l’acquisto o la ristrutturazione della casa, sulla certezza di una continuità lavorativa ed ora vedono pregiudicata ogni loro aspettativa; esenzione dal pagamento dei mezzi pubblici e dalle tasse scolastiche fino a quanto persiste lo stato di disoccupazione.”

12/11/2004





        
  



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