Canzian sulle procedure di accordo di programma denominate Case minime ed ex Tirassegno.
Ascoli Piceno | L'assessore provinciale replia alle dichiarazioni di Castelli.
di Antonio Canzian*
Il consigliere regionale Castelli ha dichiarato qualche giorno fa sulla stampa locale di aver chiesto alla Regione Marche di applicare nei confronti della Provincia di Ascoli Piceno i poteri sostitutivi in merito alle procedure di Accordo di programma denominate Case minime ed ex Tirassegno.
E strano che lesponente di Alleanza Nazionale ignori che non è prevista alcuna facoltà della Regione di esercitare poteri sostitutivi in materia urbanistica nei confronti delle Province. Castelli dovrebbe, inoltre, rileggere con più attenzione la legge regionale n. 34/92 e, semmai, richiamare lAmministrazione comunale di Ascoli Piceno affinché adempia finalmente lobbligo di redigere il Piano Regolatore Generale in adeguamento al PPAR il quale consentirebbe al Comune di evitare lattivazione di procedure, come laccordo di programma, che, per definizione, devono ritenersi eccezionali.
Purtroppo Ascoli Piceno è lunico Comune della Provincia, con popolazione superiore a diecimila abitanti, che non ha ancora né adottato, né tanto meno approvato il PRG in adeguamento al PPAR: ciò rappresenta, evidentemente, un grave danno non solo per i cittadini, ma anche per gli operatori economici. Infine, è auspicabile che il consigliere Castelli, invece di rifugiarsi nella contrapposizione ideologica, entri nel merito dei due accordi di programma in questione: provi a leggere le ragioni per cui questa Amministrazione non ha ritenuto di condividerli, troverà le seguenti motivazioni:
1) non si può utilizzare una giusta, sacrosanta esigenza (labbattimento e successiva ricostruzione delle cosiddette case minime per le quali, fatto non secondario, giacciono da tempo circa tre miliardi di vecchie lire che avrebbero già consentito di risolvere il problema ) per costruirci intorno una operazione che sembra davvero entrarci poco con linteresse pubblico;
2) non abbiamo rilevato un prevalente interesse pubblico nellintervento proposto per lex Tirassegno che si prevedeva di edificare per più di un terzo della sua superficie cancellando definitivamente un sito unico nella sua tipologia e che, non a caso, è stato vincolato dalla Sovrintendenza. Queste sono le ragioni, molto semplici, delle nostre scelte che discendono, come sempre, dal pieno rispetto della normativa vigente.
Parlare a proposito di questa vicenda di gravissima ferita inflitta al sistema istituzionale e di atteggiamento eversivo evidenzia, oltre ad una certa confusione, una reazione sproporzionata che deriva, probabilmente dalla consapevolezza di aver predisposto un progetto che oltre ad un iter amministrativo precario ha dimostrato anche una estrema fragilità nei suoi contenuti.
E strano che lesponente di Alleanza Nazionale ignori che non è prevista alcuna facoltà della Regione di esercitare poteri sostitutivi in materia urbanistica nei confronti delle Province. Castelli dovrebbe, inoltre, rileggere con più attenzione la legge regionale n. 34/92 e, semmai, richiamare lAmministrazione comunale di Ascoli Piceno affinché adempia finalmente lobbligo di redigere il Piano Regolatore Generale in adeguamento al PPAR il quale consentirebbe al Comune di evitare lattivazione di procedure, come laccordo di programma, che, per definizione, devono ritenersi eccezionali.
Purtroppo Ascoli Piceno è lunico Comune della Provincia, con popolazione superiore a diecimila abitanti, che non ha ancora né adottato, né tanto meno approvato il PRG in adeguamento al PPAR: ciò rappresenta, evidentemente, un grave danno non solo per i cittadini, ma anche per gli operatori economici. Infine, è auspicabile che il consigliere Castelli, invece di rifugiarsi nella contrapposizione ideologica, entri nel merito dei due accordi di programma in questione: provi a leggere le ragioni per cui questa Amministrazione non ha ritenuto di condividerli, troverà le seguenti motivazioni:
1) non si può utilizzare una giusta, sacrosanta esigenza (labbattimento e successiva ricostruzione delle cosiddette case minime per le quali, fatto non secondario, giacciono da tempo circa tre miliardi di vecchie lire che avrebbero già consentito di risolvere il problema ) per costruirci intorno una operazione che sembra davvero entrarci poco con linteresse pubblico;
2) non abbiamo rilevato un prevalente interesse pubblico nellintervento proposto per lex Tirassegno che si prevedeva di edificare per più di un terzo della sua superficie cancellando definitivamente un sito unico nella sua tipologia e che, non a caso, è stato vincolato dalla Sovrintendenza. Queste sono le ragioni, molto semplici, delle nostre scelte che discendono, come sempre, dal pieno rispetto della normativa vigente.
Parlare a proposito di questa vicenda di gravissima ferita inflitta al sistema istituzionale e di atteggiamento eversivo evidenzia, oltre ad una certa confusione, una reazione sproporzionata che deriva, probabilmente dalla consapevolezza di aver predisposto un progetto che oltre ad un iter amministrativo precario ha dimostrato anche una estrema fragilità nei suoi contenuti.
Ascoli P., 18/11/04
*Assessore provinciale Urbanistica
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19/11/2004
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