Giornalista Tifoso OK
San Benedetto del Tronto | Bergamaschi fa però dei distinguo " Va bene nello sport ma mai in politica".
di Pasquale Bergamaschi
Sai che nova c'è mio caro Veleno ? Hai ragione tu. Che vale aver paura di volare e, maggiormente, di sognare, quando a supporto c'è l'entusiasmo di una nidiata di giovani di belle speranze, la furbizia 'contadina' del vertice della società del 'Riviera delle Palme' e la mano di un tecnico, Davide Ballardini, che stimo sempre di più, ogni domenica che passa.
L'etica professionale?
Ma che vada al diavolo per far spazio alla emergente filosofia degli addetti all'informazione: giornalisti tifosi. Ma sì, lasciamoci andare alla speranza di vedere la nostra Samb lassù tra le nobili pretendenti al salto di qualità. Che poi, se non al primo assalto, è bene accetta anche l'alternativa dei play - off.
A chi gioverebbe?
A tutti: dal tecnico Ballardini al team rossoblù che suda le proverbiali sette camicie per donare una domenica di festa al popolo del tifo. Inoltre, al presidente Umberto Mastellarini e all'intero staff, senza dimenticare (penso sia tra le priorità), il veicolo promozionale per la nostra bella San Benedetto. Oltretutto, ora che sulle maglie dei paladini rossoblù è ben scritto: 'Riviera delle Palme - San Benedetto del Tronto'.
Che sia così, come tu dici e scrivi: viva la Samb e, aggiungerei, continua a farci sognare.
Però, è d'obbligo sottolineare l'innegabile distinguo. Essere giornalisti tifosi del gioco del calcio e quindi sponsorizzare la cosiddetta 'squadra del cuore', ci sta. E' giustificabile. Non di certo, quando il capitolo da scrivere è quello della politica o dell'economia. In questo campo, facendo i 'partigiani' o, per meglio esprimere il concetto, facendo come Emilio Fede che (non tarderà) si presenterà in video fasciato dalla bandiera di 'Forza Italia' o con una maglietta con l'immagine dell'unto dal Signore, 'sua Maestà', Silvio Berlusconi, non è cosa buona e giusta.
Bisogna andarci cauti. Altrimenti si rischia di piazzare male le bandierine azzurre nella mappa politico - elettorale dello'stivale' o di ingannare i cittadini lettori - spettatori, anticipando milioni di posti di lavoro. In questa Italia dove la crisi è evidente e non si intravvedono spiragli di luce tali da sperare di uscire dal tunnel, l'informazione non può e non deve essere tifosa.
Ne va della professionalità e del rispetto di chi legge o ascolta. E, come dice sempre un mio amico, caro Veleno, 'le chiacchiere fanno i pidocchi mentre la pastasciutta riempie la pancia'.
A riscriverci, il tuo amico Pasquale Bergamaschi
L'etica professionale?
Ma che vada al diavolo per far spazio alla emergente filosofia degli addetti all'informazione: giornalisti tifosi. Ma sì, lasciamoci andare alla speranza di vedere la nostra Samb lassù tra le nobili pretendenti al salto di qualità. Che poi, se non al primo assalto, è bene accetta anche l'alternativa dei play - off.
A chi gioverebbe?
A tutti: dal tecnico Ballardini al team rossoblù che suda le proverbiali sette camicie per donare una domenica di festa al popolo del tifo. Inoltre, al presidente Umberto Mastellarini e all'intero staff, senza dimenticare (penso sia tra le priorità), il veicolo promozionale per la nostra bella San Benedetto. Oltretutto, ora che sulle maglie dei paladini rossoblù è ben scritto: 'Riviera delle Palme - San Benedetto del Tronto'.
Che sia così, come tu dici e scrivi: viva la Samb e, aggiungerei, continua a farci sognare.
Però, è d'obbligo sottolineare l'innegabile distinguo. Essere giornalisti tifosi del gioco del calcio e quindi sponsorizzare la cosiddetta 'squadra del cuore', ci sta. E' giustificabile. Non di certo, quando il capitolo da scrivere è quello della politica o dell'economia. In questo campo, facendo i 'partigiani' o, per meglio esprimere il concetto, facendo come Emilio Fede che (non tarderà) si presenterà in video fasciato dalla bandiera di 'Forza Italia' o con una maglietta con l'immagine dell'unto dal Signore, 'sua Maestà', Silvio Berlusconi, non è cosa buona e giusta.
Bisogna andarci cauti. Altrimenti si rischia di piazzare male le bandierine azzurre nella mappa politico - elettorale dello'stivale' o di ingannare i cittadini lettori - spettatori, anticipando milioni di posti di lavoro. In questa Italia dove la crisi è evidente e non si intravvedono spiragli di luce tali da sperare di uscire dal tunnel, l'informazione non può e non deve essere tifosa.
Ne va della professionalità e del rispetto di chi legge o ascolta. E, come dice sempre un mio amico, caro Veleno, 'le chiacchiere fanno i pidocchi mentre la pastasciutta riempie la pancia'.
A riscriverci, il tuo amico Pasquale Bergamaschi
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03/11/2004
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