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Ascoli Piceno | Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio

di Federica Poli

Visto lo strano cigolìo della mia macchinina decido di non partire per Genova con i miei mezzi e comincio, con larghissimo anticipo (sabato verso le 13.30), a cercar di trovare un posticino nel pullman o nell’auto di qualche facinoroso che parte domani.

Telefonate del tipo "vi prego , vi prego vi prego, giuro:

  1. che non parlo mai

  2. faccio la buona,

  3. non rispondo male quando mi dite che sono bassa,

  4. non faccio i piagnistèi all’autogrill per le liquirizie che mi piacciono tanto,

  5. non faccio a nessuno la linguaccia dal finestrino sapendo benissimo di essere una donna e di non buscarle di sicuro e mettere la vostra incolumità a repentaglio,

  6. giuro di dormire per tutto il viaggio ,

  7. giuro di portar da mangiare per tutti (io sono bravissima a far le crostate – poi la compro e dico che l’ho fatta io)

  8. giuro che non ve ne accorgerete neppure che ci sono, sono piccolina, vi prego portatemi a genova voglio vedere i miei eroi dal vivo, - e ricomincio con le promesse –

  9. prometto di non fare commenti sulla beltà dei nostri undici stupendi giocatori,

  10. prometto di non dire di saperne di calcio ma fatemi venire con voi"

Di fronte a cotanta dolcezza chiunque si sarebbe intenerito e avrebbe aperto le porte della sua macchina o del suo autobus per far salire questo bel bocconcino (perché non dimenticatelo anche io ho il mio personalino – e che personalino!).

Lo sapete cosa mi è stato risposto? Lo volete sapere? Beh, che il posto non c’era! Per me non c’era posto!

Accidenti, devo vedermela in televisione. Che strazio con papà vicino che fa i suoi commenti da bar dello sport.

Domenica arriva tra un bello ehm, ballo latino e l’altro. Assonnata per i bagordi del sabato sera, mi accingo a sedermi sulla sedia affianco a quella del genitore di sesso maschile che capisce molto poco di pallone, malgrado la veneranda età.

I miei eroi appaiono belli come il sole alla luce del Ferraris di Genova contro il Genoa di Serpe Cosmi eh Serse? E che nome è Serse? La mamma gli ha voluto male a ‘sto poveretto. Se legge questo articolo mi "spezzerà le braccine" ma io quello che penso dico, e, non ho peli sulla lingua!

Comunque l’undici di Giampaolo (mò devo rifarmi di tutte le volte che ho detto Silva così per pareggiare i conti) è bellissimo a vedersi anche il commentatore di Sky si sbellica di complimenti. E il solito Ser..se sta arrabbiato nero, eppure io l’articolo l’ho scritto dopo!

Tra loro gioca anche il Milit..o Ignoto che pareva trovarsi a Roma ma, probabilmente, ha fatto qualche km vista la domenica di sole e la città ligure merita di esser visitata (vedi articolo febbraio 2003 dal titolo "Il 17 porta male…non è vero ma ci credo!" targato ovviamente me). Proprio ‘sto novello tira allo scoccare della fine primo tempo e coglie la traversa. No Alpitur! Ahiaiai

Secondo tempo. Entra Eliakwu pensacitu che al decimo prende un palo clamorosissimo e sulla ribattuta Bucchi corederoma tira a botta sicura ma, il povero Alì, è a terra e col corpo devia il pallone alto sopra la traversa. Questa è sfortunella.

Mi giro verso mio padre che mi guarda e dice "vuoi vedere che adesso segnano loro!". E zac…profezia avverata! Il brillante Stellone (per nulla cadente) mette in rete un cross perfetto di Razzo Lazetic. Guardo in cagnesco il mio caro paparino e lo invito con le buone maniere a lasciare il parterre in fretta prima che mi saltino i nervi. E invece di fare il nostradamus de noantri guardasse la partita in silente attesa del gol.

Perché nulla è perduto, si può comunque recuperare stiamo giocando bene. Ma…d’improvviso colpo di sonno, non sono più abituata a fare le ore piccole! Mi addormento come una bimba per poco più di dieci minuti, classica pennichella rigeneratrice. Apro gli occhioni verdi e…cosa? Tre a zero? Mio padre mi spiega che mentre io ero tra le braccia di Morfeo, Zaini (ma Pietro è ancora in serie B?) ah, Zanini e Milito hanno arrotondato il bottino. E chiamalo arrotondare! Alì pensacitu si danna l’anima e corre come impossessato pare lo vogliano per "l’Esorcista tre – non si ferma più". Ma il match si chiude qui.

E visto che siamo a Genova e c’è l’Acquario mi sento proprio di dire che: chi dorme non piglia pesci e, soprattutto, si risveglia, perbacco, con tre macigni in fondo al sacco!

23/11/2004





        
  



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