Lezioni Sergio Anselmi celebrazioni a Senigallia ad un anno dalla morte
| SENIGALLIA - per unificare , condividere le diversita Le Alternative mediterranee di Predrag Matvejevic
un momento della cerimonia
In questa epoca di globalizzazione e di omogeneizzazione spinta , lattualità della lezione di Sergio Anselmi sta nella comprensione delle tante componenti e diversità di una realtà, per poi conservarle, senza snaturarne la positività, in un modello unificante. Così il presidente della Regione Marche, Vito DAmbrosio, intervenuto a Senigallia alle celebrazioni, ad anno dalla morte, dello storico e studioso senigalliese che il Comune ha voluto dedicare- come ha detto il sindaco Luana Angeloni alluomo poliedrico, instancabile promotore di iniziative, politico, educatore , che come pochi ha saputo definire lidentità della nostra regione, ancorata alla terra ma proiettata verso lacqua dellAdriatico.
Uno studioso- ha aggiunto DAmbrosio che ha unito al rigore della ricerca, alla personalità eclettica, la vena di narratore del quotidiano, degli spaccati di vita della sua città a cui era profondamente radicato, come è dimostrato nel taccuino di appunti Sulla pesca dei cannelli che la Regione ha pubblicato come doveroso omaggio e dono postumo della famiglia Anselmi alla comunità marchigiana. Il taccuino di appunti, consegnato agli ospiti presenti alle celebrazioni, è un estratto dai diari di Sergio Anselmi: 30 pagine, in calligrafia e testo a margine, una sorta di trattatello scientifico per la minuziosità dei dettagli, corredato da disegni dellautore su come si devono fermare le dita per prendere il cannolicchio.
Analogamente ad un altro illustre marchigiano, Giorgio Fuà- ha proseguito DAmbrosio- Anselmi ha tracciato una strada e una chiave di lettura unitaria per capire il contesto regionale e le modalità di uno sviluppo che tenga conto del valore delle differenze
. Ringrazio la città di Senigallia per questa occasione non solo di giusto ricordo, ma di profonda riflessione.
AllAuditorium San Rocco, gremitissimo, presenti i familiari dello storico, sono intervenuti anche Enzo Pesciarelli, preside della facoltà di Economia, dove Anselmi ha insegnato per ventanni, ed Ercole Sori, docente anche lui e prosecutore della rivista Proposte e Ricerche fondata dallo stesso Anselmi.
Questo nostro mare oggi non offre unimmagine rassicurante. E linizio della Lezione Sergio Anselmi, di Pedrag Matvejevic ,nato a Mostar, di madre croata e padre russo, ordinario di slavistica allUniversità La Sapienza di Roma, amico personale dello storico senigalliese che ha recensito molti volumi e saggi dello studioso slavo.
La Lezione di Matvejevic, Alternative mediterranee, prende le mosse dallo studio condotto per un anno e mezzo per la Commissione europea quando lo stesso docente ha fatto parte del Gruppo di saggi scelto da Romano Prodi. Le frammentazioni ha continuato il docente- prevalgono sulle convergenze e il mare stesso assomiglia di più a una frontiera che si estende da Levante a Ponente per separare lEuropa dallAfrica. Non è possibile considerare questo mare come un vero e proprio insieme senza tener conto dei conflitti che lo dilaniano: Palestina-Israele, Libano_Cipro, Turchia-Grecia, Balcani ed ex Jugoslavia
Il Mediterraneo è fatto da componenti varie che sfidano o rifiutano le idee unificatrici. Non esiste una cultura mediterranea, una cultura comune che possa rendere omogeneo questo spazio
Le somiglianze sono dovute alla prossimità di un mare comune e allincontro sulle sue sponde di nazioni vicine; le differenze sono segnate da fatti di origine e di storia : talvolta prevalgono le somiglianze, talvolta le differenze. Il resto è mitologia.
Occorre liberarsi da una zavorra ingombrante ha continuato Matevejevic- ripensare cioè le nozioni superate di centro e periferia. Percepire il Mediterraneo partendo solamente dal suo passato, rimane unabitudine tenace ma in fin dei conti inutile. E unidentità dellessere si esaurisce se non riesce a motivare unidentità del fare, analoga e complementare. La retrospettiva continua a prevalere sulla prospettiva e lo stesso pensiero rimane vittima degli stereotipi. La sola paura dellimmigrazione da Sud, allora, non può bastare a determinare un politica ragionata e aperta. Non può far nascere una cultura appropriata e necessaria.
Anche Matvejevic ha concluso con una riflessione-proposta nellideale di Sergio Anselmi: per unificare occorre imparare a condividere le diversità. E più facile da realizzare.
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06/11/2004
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