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Lega Pesca, inserire il settore nella filiera agroalimentare

| FANO - Il presidente nazionale Ettore Ianì all’assemblea congressuale regionale, in cui sono stati eletti i 23 delegati per il Congresso nazionale del 3 e 4 dicembre di Roma

“Inserire il settore della pesca nella filiera dell’agroalimentare e dei prodotti di qualità, di cui si possa identificare la rintracciabilità”. E’ questo uno degli obiettivi della pesca marchigiana e nazionale, che il presidente nazionale di Lega Pesca, Ettore Ianì, ha voluto trasmettere alle 24 cooperative del settore, riunite ieri a Fano (Pu), per l’assemblea regionale congressuale.
Imprese che, con 1.400 soci e un centinaio di addetti, hanno registrato, nel 2003, un fatturato di 55 milioni di euro.

Nell’assemblea è stato esaminato e votato, all’unanimità, il documento di preparazione all’XI Congresso nazionale di Lega Pesca, che si svolgerà a Roma il 3 e il 4 dicembre. Sono stati eletti 23 delegati per l’assemblea nazionale, fra cui il coordinatore regionale di Lega Pesca Marche, Simone Cecchettini.

“Il Congresso nazionale sarà, per tutti noi, un momento cruciale – ha detto Cecchettini -, di trasformazione interna ed organizzativa per la nostra associazione. I quattro anni che ci separano dal decimo congresso non sono trascorsi tranquillamente per l’economia ittica, che ha dovuto affrontare situazioni nuove, un’autentica rivoluzione rispetto al passato”.
E di questa evoluzione e del prossimo futuro ha parlato il presidente Ianì, che ha ricordato che nella Legge Finanziaria, in discussione alla Camera, non c’è l’attenzione necessaria per il settore.

“Da parte del Governo e del sottosegretario Scarpa – ha detto Ianì – c’è sempre una propensione per la pesca oceanica, quando sappiamo bene che il nostro sistema è invece caratterizzato dalla piccola pesca, che rappresenta il 70% della flotta del Mediterraneo. Dobbiamo inoltre lavorare ancora sul nuovo Fondo europeo per la pesca, che sostituirà lo Sfop, lo Strumento di orientamento finanziario alla pesca, e che, al momento, sembra non prevede i fondi per l’ammodernamento della flotta peschereccia, che ne ha invece un gran bisogno, e sul Piano Mediterraneo per la pesca. Se dovesse passare così, ci sarebbero gravi conseguenze per la nostra pesca”.

Ianì ha ricordato inoltre gli scenari che potrebbero presto prospettarsi con l’ingresso, da maggio scorso, dei nuovi dieci Paesi aderenti all’Unione europea, che sono a prevalenza legati all’economia ittica. “Al momento non c’è competizione con loro – ha spiegato Ianì – ma, visto la differenza nei costi di produzione, tutto potrebbe cambiare, le nostre imprese devono puntare, proprio per questo, su un prodotto di qualità”. Ianì ha parlato dell’aumento del prezzo del pescato, legato all’aumento del prezzo del gasolio, su cui è stato fatto un tentativo di contenimento da parte della Sicilia e della Francia, ma è un problema, per il presidente di Lega Pesca, che deve essere affrontato a livello di Unione europea per essere realmente risolto.
“Abbiamo fatto uno sforzo continuo – ha commentato Ianì -, negli ultimi dieci anni, per far crescere la nostra associazione e continueremo a farlo, per essere un punto di riferimento più snello ed efficace per il settore”.
 
Antonio Angotti, vice presidente nazionale di Lega Pesca, ha invece illustrato i punti fondamentali del documento congressuale e che rappresentano anche le tematiche su cui lavorare nei prossimi anni come associazione. Fra le questioni da affrontare, ci sono i cambiamenti introdotti dalla riforma del diritto societario, cui anche le cooperative di pescatori dovranno adeguarsi con le modifiche allo Statuto entro il prossimo 31 dicembre, il protrarsi degli sgravi fiscali e della previdenza per il settore previsti dalla legge 30 del 2001, una norma che potrebbe essere cambiata entro un paio d’anni, il cambiamento dell’associazione e il problema dei servizi per le cooperative. “Dobbiamo cercare di fornire dei servizi differenziati per le cooperative appena aperte e per quelle più avanzate – ha detto Angotti – e per questo punteremo sull’attuazione del decentramento, con la creazione di consorzi di servizio fra le nostre imprese associate”.

09/11/2004





        
  



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