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Il 2005 è l’anno dell’Italia in Russia

| ANCONA - Internazionalizzazione. Fondamentale il passaggio a est per lo sviluppo del modello marchigiano. Presentato un progetto per le imprese marchigiane che vogliono investire sul mercato russo

Un momento del seminario

“Sta cambiando la prospettiva delle dinamiche commerciali di riferimento per le Marche e si stanno rafforzando i Paesi dell’Europa centro-orientale, a discapito di quelli europei e, comunque, dell’occidente.” E’ la riflessione del presidente Gian Mario Spacca al Seminario dedicato al mercato russo, alla vigilia del 2005, che è stato designato “l’anno dell’Italia in Russia”.

I dati dell’interscambio delle Marche parlano chiaro: sono quadruplicati in dieci anni, passando dal 5,1% al 21,2%. Questo riguarda non solo la Russia (+22%), ma Ucraina (+21%), Romania, Polonia.  “Ecco perché si parla di passaggio ad est: è una tendenza destinata a consolidarsi nel lungo periodo.” Spacca ha detto che qualcuno “arriva ad immaginare che stiamo uscendo dallo scenario definito da Cristoforo Colombo, che designava la rotta verso Occidente, per ritornare a quella precedente di Marco Polo che aveva come asse strategico quella verso Est.”   

E, in questo scenario, le Marche, sono leader tra le Regioni, esattamente al quarto posto, dopo Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, con circa 509 milioni di euro, detengono  il 13,2% della percentuale dell’export.

I settori sono rimasti sostanzialmente invariati, con modifiche nella composizione percentuale: diminuiscono le calzature (dal 51% al 40%) che però incrementano in valori assoluti, cresce il tessile abbigliamento (dall’8% al 25%), invariato il mobile (9%), sostanzialmente invariata la meccanica (18%). La distribuzione provinciale delle esportazioni: Macerata con il 35%, Ancona (35%), Ascoli Piceno (18%), Pesaro-Urbino (13%).

Spacca ha, poi, ripercorso le tappe principali di un rapporto sempre più stretto con la Russia, le cui linee sono state tracciate nel 1998 quando la Regione ha organizzato “nel pieno della crisi finanziaria russa” un Convegno con 12 governatori della Federazione, con cui è stato poi stilato un Protocollo d’Intesa, poi l’esperienza di Lipetsk per la clonazione del distretto marchigiano della meccanica e rapporti anche sul fronte della ricerca; quindi Intese con altre Regioni (“sono 16 le Regioni russe con cui le Marche hanno rapporti”), iniziative culturali (la mostra delle icone russe a Loreto nel 1999, tra le iniziative principali del Giubileo) e, infine, l’allargamento dell’interesse delle Marche a un’area più vasta della Russia centrale, con veri e propri studi e analisi per le relazioni delle imprese marchigiane con quelle russe.    
E i dati, anche recenti, dell’economia russa sono più che incoraggianti: i primi sei mesi del 2004 hanno visto un’ulteriore accelerazione dello sviluppo, anche rispetto al 2003, definito “anno boom”, che si era concluso con un aumento del 7% del PIL , con gli investimenti in crescita del 12,5% e i redditi reali del 14,5%. 

Sull’andamento del mercato russo si sono soffermati in particolare tre interventi, in videoconferenza da Mosca: Massimo Mamberti, Paolo Lodigiani, Sergio Rossi, che hanno analizzato, i settori della metalmeccanica, calzature e mobile. Dopo aver confermato che si tratta di un mercato strategico, hanno sottolineato che per le nostre imprese è importante “imparare a vendere, invece che essere acquistati”, insomma imparare a controllare il mercato, con la sottolineatura che, “rispetto ad altri Paesi, in Russia non si investe per produrre e poi esportare, ma la produzione viene totalmente assorbita da quel mercato”, nella sostanza “produrre in Russia, significa occupare il mercato interno”, una politica di internazionalizzazione e che non ha nulla a che fare con la delocalizzazione.

Francesco Sereni per l’ICE di Roma e Domenico Guardabascio per il Ministero delle Attività produttive sono intervenuti per illustrare la strategia per il 2005, “l’anno dell’Italia in Russia”: non solo verranno rafforzate tutte le iniziative già in essere, ma verrà curata in particolare una campagna di comunicazione e informazione sul nostro Paese, anche in Ucraina e in alcuni Paesi Baltici  collegati al mercato russo. Una serie di eventi ruoteranno intorno all’allestimento della mostra “Miti e velocità”, dove verrà promossa un’Italia del gusto e del designer. Ci sarà spazio per la formazione, con missioni italiane per funzionari russi e anche per rilanciare l’agroalimentare, visto che la gastronomia italiana è particolarmente apprezzata e, nel cuore dei russi, ha soppiantato quella francese, anche se rimangono debolezze sul fronte del sistema distributivo. Un’altra iniziativa è quella di incentivare il commercio marittimo tra Italia e Russia, solo tre giorni di navigazione.

Rita Gaudenti, di Confindustria Marche, ha poi illustrato l’attività di scouting nelle Regioni della Russia centrale: un progetto che parte dall’esperienza di allargare lo scenario di Lipetesk, offrendo agli imprenditori marchigiani elementi di valutazione e consigli per poter intraprendere relazioni stabili con partner russi.

Sono state selezionate 41 imprese marchigiane, operanti in 6 settori (meccanica, agroalimentare compreso; medicale, telecomunicazioni, arredamento, semilavorati per l’industria del mobile, servizi). Dopo un lavoro sul territorio russo sono stati individuati potenziali partner, presentando alle aziende marchigiani una serie di lavori e studi per orientarli nelle strategie aziendali di internazionalizzazione.

16/12/2004





        
  



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