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Intervista alla presidente del Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio Sig.ra Anka Vojvodic

| MONTENEGRO - La Vojvodic è il sindaco della città di Bar, unica donna fra tutti i 21 Comuni del Montenegro a ricoprire il ruolo di primo cittadino.

di Maria Teresa Antonelli

Montenegro

La trasferta in Montenegro ha avuto il preciso scopo di incontrare la Sig.ra Vojvodic eletta lo scorso settembre a Chioggia, durante i lavori della VI Sessione Plenaria, presidente del Forum delle Città dell’Adriatico e dello Ionio, un organismo a cui aderiscono 51 Comuni delle due sponde: 20 della costa orientale e 21 comuni italiani . Per le Marche sono presenti le città di San Benedetto del Tronto, di Civitanova Marche, di Ancona, di Senigallia e di Pesaro.

Sottoscritto dalla Carta di Ancona nell’aprile del 1999 e voluto dall’ANCI nazionale, il Forum vuole essere lo strumento permanente per concertare, nel rispetto delle proprie autonomie e tradizioni, la crescita delle comunità adriatiche, le cui radici profonde uniscono da millenni le due rive.

L’Europa, la sua integrazione politica ed economica è l’obiettivo per il quale il Forum si adopera avendo ben chiari i valori costitutivi dell’Unione, i principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della Carta europea delle Autonomie Locali del Consiglio d’Europa.

 Per Anka Vojvodic l’incarico della presidenza si affianca a quello peraltro già impegnativo di sindaco della città portuale montenegrina di Bar.

L’accoglienza è cordiale e dal primo scambio di saluto intuisco che la sua curiosità su questo incontro è pari alla mia.

Pur essendomi preparata a sostenere l’intervista in inglese,  mi sento immediatamente sollevata dalla presenza della  sua assistente Natasa che parla un ottimo italiano. Libera da laccioli linguistici, trasferisco la mia attenzione sulla mia interlocutrice  che sento molto ben disposta, sensazione che si intensifica soprattutto dopo aver appurato che anche per lei, Ravenna e Bologna, (le città dei miei studi), rappresentano qualcosa di più di un semplice puntino sulla carta geografica.
 Con questo interesse in comune  e dopo averle espresso la mia sorpresa (felicissima scoperta!) per aver trovato a Bar e sulla costa una realtà territoriale ed ambientale di gran lunga superiore a quella che pensavo, (è visibile la cura della città che si accompagna alla straordinaria bellezza del paesaggio), entriamo nel merito dell’intervista.

Signora Vojvodic, lei ha assunto la presidenza del Forum in un momento in cui  nell’Unione Europea si intensificano   i rapporti di cooperazione transfrontaliera. La nascita di nuovi organismi non crea il problema di sovrapposizioni di competenze o di dispersione di fondi?

Il Forum non intende sostituirsi all’azione dei governi nazionali, dell’Unione Europea e di Istituzioni di cooperazione multilaterale ma, come è stato ribadito più volte,   si pone come interlocutore a queste istituzioni calibrando sui fabbisogni locali le decisioni intraprese e collaborando per la semplificazione dei processi di progettazione e di realizzazione. Più semplicemente, si può dire che l’obiettivo del Forum è quello di individuare le priorità e le strategie comuni per essere sempre di più riferimento dei propri Stati e interlocutore dell’Unione Europea affinché consideri il Mediterraneo spazio di sviluppo primario e non confine esterno. In questo contesto, l’Adriatico rappresenta il punto ideale di nuove politiche economiche e culturali fra oriente ed occidente.

Come opera il Forum?

Il confronto, il dialogo e la concertazione sono ormai una piacevole consuetudine dei sindaci che rappresentano nel Forum le loro comunità, e che sono chiamati a difendere e valorizzare le proprie risorse  per un comune obiettivo, la cui centralità sta nell’impegno per uno sviluppo sostenibile dell’area adriatica-ionica, rafforzandone il ruolo strategico dei porti marittimi attraverso il sostegno e il potenziamento della rete infrastrutturale. Ogni anno svolgiamo l’Assemblea del Forum in una città diversa (l’ultima è stata a Chioggia, il prossimo anno toccherà la mia città, Bar, ad ospitare la sessione) con al centro del dibattito una specifica tematica. A Chioggia si è parlato dell’importanza e della qualità del turismo nell’are adriatica.

L’importanza di questi obiettivi?

Le funzioni di sindaco mi hanno portato ad entrare subito nel Forum e fin dai primi incontri mi sono resa conto dell’importanza che questi obiettivi potranno avere per il futuro del Montenegro. Per  un Paese che aspira ad entrare nell’Unione Europea i contatti, gli scambi con altre realtà istituzionali rappresentano non modelli da fotocopiare, ma insegnamenti da apprendere per il trasferimento e il miglioramento delle conoscenze. Per quanto diverse possano essere le situazioni, i contatti all’interno del Forum permettono di arrivare a soluzioni comuni per fronteggiare problemi ricorrenti, magari evitando di incorrere negli sbagli fatti da chi ha già incontrato determinate situazioni. Penso alle criticità derivate per esempio da un turismo esasperato e di cui ne state pagando ora le conseguenze.

Lei è l’unico sindaco donna del Montenegro. Come vive questo ruolo?

Sì, è vero. Di tutti i  21 Comuni del Montenegro sono l’unica donna a coprire il ruolo di sindaco.
Sono sola ed è un peccato, anche se ritengo che  per amministrare, qualora siano riconosciuti  i meriti di capacità e  della visione di sviluppo,  non sia importante essere uomo o donna,.
Non sono certamente affetta da una sindrome di femminismo, ma ho un’opinione personale sulle peculiarità femminili e cioè che quando le donne fanno una cosa, la fanno con grande cura ed attenzione.  E in qualsiasi contesto questa qualità viene spesa, il risultato è più che evidente. Quel saper arrivare all’obiettivo con più moderazione.. quella capacità di mediare ….ed appartiene a loro la qualità di perdonare. A una donna intelligente e capace va data la possibilità di sperimentarsi in politica, di trovare la sua giusta collocazione.  E per questo è un peccato che non siano molte di più le donne in politica. Siamo indietro e se continuiamo a parlarne vuol dire che ancora abbiamo motivi per non essere soddisfatte.

E con questo commento la nostra conversazione prende una piega diversa chiudendo di fatto l’intervista.

Ma la finestra aperta su Bar e il suo territorio (centomila piante di ulivo, centinaia delle quali antichissime, tanto per citarne un aspetto ) necessita di ulteriori conoscenze, come a dire….. non finisce qui.

23/12/2004





        
  



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