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"Sarebbe ora che qualcuno faccia gli interessi della provincia di Ascoli Piceno"

Maltignano | Le riflessioni del Sindaco di Maltignano sulla divisione della nostra provincia, in una lettera al Direttore de IlQuotidiano.it.

di Armando Falcioni *

Egr. Direttore,

il traumatico strappo della provincia è ancora troppo vivo che il pensiero va ancora a quello che poteva essere e non è stato, a quello che si poteva fare e che non si è fatto ed alle conseguenze relative.

Il particolare si pensa al futuro di questo lembo di terra che sarà la futura provincia di Ascoli Piceno, al suo ruolo perduto in fatto di prestigio e peso politico, alla sua identità che per peculiarità, costume, vernacolo, tradizione rischia di diventare una piccola regione a parte, peraltro senza autonomia,  troppo a sud per essere definita Marche ( anche per la considerazione, spesso distratta del capoluogo regionale ), troppo a nord per essere Abruzzo, troppo ad est per essere Lazio o Umbria.

Ma prima di pensare e costruire un futuro, la restante provincia di Ascoli deve pensare a limitare ulteriori danni. Il primo è quello di rintuzzare il pericoloso effetto calamita che la nuova provincia di Fermo potrà costituire verso centri di confine come Carassai e Montefiore, tentati dal futuro capoluogo come Ulisse dalle sirene. Lassù la danno cosa fatta ma non  vediamo quale convenienza si possa avere nell’aderire ad una provincia tutta da costruire, se converrà essere il meridione di una istituenda provincia rispetto al settentrione di una consolidata da 150 anni. Non sono valutazioni che mi spettano.

Da valutare poi, nell’eventualità di migrazioni, che non possa avvenire il contrario vista la posizione di altri come Amandola la cui scelta verso Fermo nel 1989, con l’appartenenza alla Asl, Tribunale , fondazione Carisap e con prossima apertura del traforo di Croce di Casale come viabilità,appare ( valutazione del tutto personale ) poco lungimirante, o ancora di Montefortino e Smerillo le cui popolazioni a suo tempo si espressero a rimanere con Ascoli, valutazione popolare poi misteriosamente  messa sotto silenzio.

In caso contrario Ascoli diverrebbe l’ultima provincia in senso geografico e di popolazione con le logiche ed intuibili conseguenze. Ma l’ultimo problema in senso cronologico ma non d’importanza è l’assoluta mancanza di un garante in provincia quando si divideranno le vesti del territorio.

Per Fermo è stato nominato un prefetto “ pro tempore” e questo lo prevede la norma. Nulla quaestio. Per Fermo è stato nominato un assessore con una delega specifica per l’istituzione della provincia di Fermo, l’assessore, di Sant’Elpidio a Mare, persona degnissima, ottimo amministratore, che ha contemporaneamente la delega anche al bilancio, delega chiave quando si divide una provincia. Inoltre esiste già un coordinatore dei 40 sindaci che hanno costituito la nuova provincia. E siamo a tre.

Da questa parte ? Nulla. Badi bene. Ciò non vuole essere disamina insinuante né sul ruolo del nostro presidente della provincia, o della sua giunta, amministratori degnissimi e di assoluta integrità istituzionale. Ho il massimo rispetto per loro. Ma loro dovranno avere una posizione super partes  per motivi di ruolo , di senso istituzionale e di opportunità.

Insomma chi siederà al tavolo, quando questo strappo prenderà concretezza, per garantire interessi alla restante provincia di Ascoli Piceno, oltre al ruolo di arbitro degli amministratori della provincia ? Chi contrapporrà le umanamente comprensibili richieste ( basta dare una occhiata al programma triennale delle opere pubbliche e dove pende il piatto della bilancia ) da parte degli altri interlocutori del nord ? Chi remerà verso sud ? Chi terrà salda la composizione della nuova provincia verso comuni che vorranno migrare ? Chi invece cercherà di tentare comuni che hanno effettuata una scelta verso Fermo, come peraltro stanno facendo i fermani verso comuni ascolani ? La risposta è nessuno.

Già , la restante provincia di Ascoli Piceno, che già non ha brillato nel contrapporsi alla assurda divisione del Piceno, ora non ha un rappresentante, di parte, sul tavolo delle trattative. Non vorremmo che questo silenzio significhi un altro , deleterio, atteggiamento inerme.
Ognuno faccia i propri interessi, e sarebbe ora che qualcuno faccia gli interessi della provincia di Ascoli Piceno, quella futura.

E per questo sarebbe il caso che i comuni  si riuniscano in assemblea e chiedano un interlocutore ufficiale. Con l’ausilio di altre istituzioni o associazioni interessate.
Non vogliamo che a questo tavolo si giochi con il morto. E quando c’è un decesso ,si apre l’amletico dubbio se prevarrà il dolore per chi non c’è più ( la vecchia provincia ) o per chi rimane a contemplare il dolore in questa valle di lacrime ( la nuova provincia ).

* Sindaco di Maltignano (AP)

28/12/2004





        
  



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