Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

La TV ai tempi della vergogna democratica

San Benedetto del Tronto | Come porsi di fronte a ciò che ci propinano?

di Tonino Armata

Scrive Marshall McLuhan in Gli strumenti del comunicare “Archimede disse una volta: datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo. Oggi ci avrebbe indicato i nostri media elettrici dicendo: mi appoggerò ai vostri occhi, ai vostri orecchi, ai vostri nervi e al vostro cervello, e il mondo si sposterà al ritmo e nella direzione che sceglierò io”.

Ci rendiamo conto della situazione in cui siamo costretti a vivere? Guerre, ostaggi, sangue, interessi, politica, leggi a personam, petrolio, armi. Sì, è la solita tarantella noiosa, ma necessaria a risvegliare una coscienza oramai perduta. Matrix. Matricolazione. Accettiamo questa realtà che ci viene proposta come un film alla tv, e la subiamo passivi tanto quanto subiamo le interruzioni pubblicitarie.

Anziché protestare, noi restiamo incollati a guardare ciò che ci viene dato, anzi oserei dire venduto, perché siamo così scaltri da pagare anche per ciò che non desideriamo. Mai nessuna voce si alza, il brusio continua, costante e incessante, non sento nessun urlo di disperazione. Chi esce dal gruppo è solo e combatte una lotta individuale.

Perché non c’è una rivoluzione? L’informazione in Italia è stata dichiarata, dalla comunità europea a rischio e pericolo poiché manipolata tanto che solo il 3% ne resta illeso. Indoviniamo chi dobbiamo ringraziare. Matrix perché siamo amministrati e chi ci amministra, ci vende immagini, parole, certezze in cui crediamo di aver bisogno.

Nasciamo e, senza neanche saperlo, apparteniamo già ad uno schema predisposto. E facciamo di tutto per rientrarci. Ci vendiamo. E crediamo che la vita sia così difficile e ingiusta, ci sentiamo in colpa, stiamo al passo con i tempi, ci appigliamo all’avere per determinare l’essere. Ci fanno credere che più abbiamo e più siamo.

Controllare, avere il controllo sulla vita e i sentimenti degli altri, è divenuta un’ossessione che dilaga e ci mangia l’anima, ce la sporca, ce la uccide. E sapete perché? Perché l’anima è la vera forza, e per questo è temuta. L’anima è l’istinto, è il cuore, è il contenitore magico di noi stessi, la vera essenza. E’ la forza rivoluzionaria. E per questo la vogliono uccidere, appiattire, allineare, manipolare, controllare. Matrix è una realtà subliminale.

Inutile dire che in questa perfetta condizione d’annullamento, si riduce, fino ad annullarsi, lo spazio della libertà e il bisogno d’interpretazione. Ma questa riduzione non può essere avvertita perché, per esserlo occorrerebbe disporre di un altro mondo rispetto al mondo rappresentato, che invece è l’unico che il monologo collettivo dei mass media ci concede di abitare.

Ci veniamo così a trovare in una condizione analoga a quella descritta da Günther Anders in quel “racconto per bambini” dove si narra questa storia:
Il re non vedeva di buon occhio che suo figlio, abbandonando le strade controllate, si aggirasse per le campagne per formarsi un giudizio sul mondo. Perciò gli regalò carrozza e cavalli: “Ora non hai più bisogno di andare a piedi” furono le sue parole. “Ora non ti è più consentito di farlo” era il loro significato. “Ora non puoi più farlo” fu il loro effetto.

SCHIENA DIRITTA – La locuzione, che già ricorreva nei discorsi fra giornalisti, si è diffusa e recentemente ha avuto anche il crisma del Quirinale. Si nota un’oscillazione fra “schiena diritta” e “schiena dritta”. Nella variante “diritta” il monito etico è più chiaro e solenne: quasi un ricordo acustico del diritto, lo “ius”, che è anche un dovere d’informare senza essere asserviti. La variante “dritta”, invece è più pragmatica, e imperativa: “Drizza la schiena”, si dice (“dirizza” parrebbe strano). In “dritta”, poi, si coglie una pertinente allusione alla scaltrezza che il bravo giornalista sa integrare alla dimensione morale del suo lavoro.

Sarebbe leggermente incongruo, dal punto di vista anatomico, dire che la schiena diritta ha preso piede, ma è un modo di dire a portata di mano, e serve a ficcarsi in testa quel che un giornalista in gamba dovrebbe sempre avere sotto la pelle e fino al midollo, guardando la realtà in faccia a muso duro con le orecchie tese e le spalle larghe, gridando la verità a pieni polmoni, senza peli sulla lingua o acqua in bocca, senza piegare le ginocchia e consumando le suole delle scarpe con il proprio olio di gomito.

28/12/2004





        
  



1+5=

Altri articoli di...

San Benedetto

12/10/2022
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
10/06/2020
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
27/01/2020
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
25/01/2020
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
19/01/2020
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
13/01/2020
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
10/01/2020
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
10/01/2020
Premiato il cortometraggio intitolato "Sogni di Rinascita- Sibillini nel cuore" (segue)
ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji