Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

La strage degli innocenti

| Bambini ancora bambini protagonisti dell’apocalittico maremoto in Asia. Dopo Beslan altri “Angeli” volano in cielo.

di Adamo Campanelli

I bambini saltano di nuovo all’occhio nella tremenda vicenda di cronaca mondiale che in questi giorni sta facendo il giro del globo.

Come non rimanere colpiti dalle immagini di una madre, un padre con il cadavere del proprio angelo che indifeso è stato ucciso da un’onda assassina?

E’ si, perché nelle oltre 125.000 vittime (in crescita) del maremoto-terremoto in Asia un terzo sono tutti bambini, il nostro futuro, le nostre speranze per un mondo migliore, un mondo migliore che avrebbe potuto prevedere con delle tecnologie adeguate l’arrivo dello “Tsunami”.

Eppure quando accadono queste cose si da solo la colpa alla natura come unica causa e allora partono aiuti umanitari, si moltiplicano le catene di solidarietà, che servono, sono indispensabili, ma di certo alleviano solo in parte una situazione già di per se apocalittica.

I bambini sono morti, come i 186 bambini (330 in tutto i morti) della scuola di Beslam in Ossezia poco più di 4 mesi fa o come quelli della strage degli innocenti circa 2000 anni fa senza contare quelli che muoiono per fame, per malattia, per aborto legale e clandestino, per le violenze, per altra forma di offesa e di distruzione di cui prendiamo atto quotidianamente senza fare alcunché.
L’uomo assuefatto al dolore, alla morte, immerso com’è nell’indifferenza, non fa scattare dentro la voglia di reagire attivando meccanismi di bene, di amore e protezione reale verso la vita.

Bisogna riflettere, di fronte a catastrofi come il terribile maremoto di questi giorni in Asia, sul modo di vivere oggi, dei rapporti che intercorrono tra i popoli, le nazioni in un quadro di riferimento come è quello della globalizzazione.

La tecnologia avanza, e non si riesce a spendere il necessario per approntare sistemi di preallarmi? Anzi scusate il preallarme c’è stato ma “non c’era un numero di telefono in rubrica da poter chiamare” hanno detto gli scienziati americani.

L’onda anomala, verificatasi in seguito al terremoto a 10 Km sotto il livello del mare, nell’Isola di Sumatra, è stata intercettata ma “chi chiamare?” oppure avvertito qualcuno, la popolazione sarebbe stata preparata ad una evacuazione immediata? Forse no, ma anche una sola vita salvata, valeva il “tentativo”.

Le immagini, le testimonianze, i supersiti, tutto fa male, ma i tanti bambini rimasti letteralmente indifesi, nelle varie zone colpite dimostrano ancora una volta la debolezza dell’uomo al cospetto della natura e al suo modo di pensare in esclusivi termini economici.

In un Paradiso delle vacanze come quello dell’Estremo Oriente, meta di personalità di ogni tipo e soprattutto di ricchi non si è pensato ad allestire un sistema di allarme, che avverta in caso queste straordinarie ondate.

Terribile sapere che propri i bambini asiatici già duramente colpiti da condizioni di vita precarie siano tra le migliaia di vittime.

03/01/2005





        
  



2+3=

Altri articoli di...

Fuori provincia

14/11/2022
Terremoto: subito prevenzione civile e transizione digitale (segue)
14/11/2022
Il presidente di Bros Manifatture riceve il premio alla carriera "Hall of Fame/Founders Award" (segue)
02/11/2022
Glocal 2022: dove i giovani diventano protagonisti del giornalismo (segue)
02/11/2022
Sisma 2016: approvati 15 mila contributi per 4.8 miliardi (segue)
27/10/2022
A Cartoceto, nelle ‘fosse dell’abbondanza’ per il rituale d’autunno della sfossatura (segue)
27/10/2022
Il Comune pulisce i fossi Rio Petronilla e via Galilei (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji