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Odiati, invidiati, ma fortunatamente ricchi

| Commento ad un articolo di Italia Oggi di Bertoncini

di Veleno

Sfogliando i quotidiani spesso ci si imbatte in titoli che sono veramente curiosi. Poi leggendo il contenuto dell articolo,sperando di trovare qualcosa di originale, si rimane sbigottiti, specialmente se tratta di un articolo di fondo, per le numerose imprecisioni e castronerie.Dico castronerie e non cazzate, per cercare di essere un tantino elegante nella stesura di questo articolo.

Cito l'ultimo in ardine di tempo.Quello pubblicato dal giornale Italia Oggi il 2 dicembre 2004. Titolo "Il taglio delle tasse,la demagogia,l'odio e l'invidia" di Marco Bertoncini,che potete consultare liberamente su internet nel sito www.italiaoggi.it, in prima pagina.

Ne riporto alcuni passi che poi intendo commentare.

[Traspare in continuazione l'odio per i ricchi...Vengono ironicamente definiti ( tanto dalla sinistra e che da alcuni rappresentanti di destra) paperoni...si sgolano nel rimarcare la necessità che questi "privilegiati" ,"benestanti" , "fortunati" , "abbienti" paghino pesantemente le imposte dirette].

Bertoncini poi continua nel suo lamento:[...i propri redditi sono per i due terzi confiscati con il pretesto della solidarietà,per mantenere burocrati,politici e sindacalisti che campano sulla macchina pubblica...]. Ed ancora:[Il fatto che scontiamo il mito della socialità,tenuto in vita da quello che è autentico odio di classe.Invidia per chi ha successo,per chi guadagna di più,per il ricco]. E ,dulcis in fundo:[L'odio di classe è poi, per converso,alimentato dalla stucchevole litania del "non si arriva alla fine del mese" ...].

Bertoncini si offende se ironicamente viene definito  paperone però dà proprio l' impressione di comportarsi come Paperon dei Paperoni che con sospetto e ritrosia cerca di tener lontani i parenti poveri,Paperino e Qui, Quo, Qua, che sono invidiosi ,lo odiano e per di più vogliono portagli via qualche moneta d'oro.

D'altra parte nessuno può negare che chi ha redditi intorno ai 200.000 euro,tanto per fissare una cifra simbolica di riferimento, possa essere definito un benestante o un abbiente.Se poi nel dire queste verità devo occorre stare attenti al tono della voce , allora direi che Bertoncini è anche troppo permaloso. Sul termine fortunato poi c' è da intendersi,forse l'estensore dell'articolo, che potrebbe peccare di sindrome persecutoria,lo intende come sinonimo di casualità nel raggiungere il successo. Personalmente ritengo fortunata anche una persona che abbia delle capacità superiori alla norma e quindi riesca a raggiungere traguardi importanti.Se la natura è stata benevola con lui, possiamo definirlo fortunato? Direi, senza stizzire alcuno,di si.

Sulla parola  "privilegiati" sono d'accordo con Bertoncini. Chi ha una buon reddito è un privilegiato anche rispetto a chi ha un reddito appena inferiore e normalmente suscita una certa invidia. Figuriamoci,si è invidiosi anche per molto meno, per delle banalità.Siamo uomini e eterei angeli? Uomini caro Bertoncini. Magari anche lei è invidioso dei privilegi che gode Berlusconi. Io, per esempio, si e tanto.

Sorvolo sulla affermazione ingannevole che il reddito dei "ricchi" è tassato per i due terzi. Bertoncini, per favore, si rifaccia bene  i conti, tenendo anche presente la progressività dell' imposta.

Sorvolo anche sulla meschinità dell affermazione:"la stucchevole litania del non si arriva alla fine del mese" . Lei avrebbe il coraggio di provare a vivere un annetto come un pensionato, con un reddito mensile di 1.000 euro e una pigione di 500 euro da pagare e senza lamentarsi?

Però quello che più mi manda in bestia è che Bertoncini possa dire: "con il pretesto della solidarietà" . Non voglio scomodare il Vangelo e l' amore cristiano,per carità,magari lui è un laico convinto e la puzza di Vangelo gli potrebbe dare fastidio,però basta leggere l' art.3 della nostra Costituzione,comma secondo:" E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l' uguaglianza tra i cittadini..." . Poi L' art. 52,primo comma, sottolinea:" Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".  

Quindi la solidarietà non è un pretesto ma un dovere. E tra i padri della costituzione c' erano degli illustri liberali.Loro , immagino, di libertà se ne intendevano.

A proposito di libertà, Bertoncini cita Ayn Rand che dice " ... la chiave del capitalismo è la libertà individuale. Ebbene la libertà è una cosa magnifica,insostituibile ma pericolosa se lasciata operare senza steccati e senza regole.Queste limitazioni sono sintetizzate in un'unica parola : democrazia e non demagogia come vuol far intendere Bertoncini.

07/12/2004





        
  



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