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La minoranza consiliare di Folignano si rivolge alle autorità

Ascoli Piceno | Il sindaco aveva dichiarato, senza altra spiegazione, che la variante riguardava terreni di sua proprietà, per cui non avrebbe preso parte alla discussione ed alla votazione

di Consiglieri di minoranza di Folignano

Il gruppo consiliare di minoranza del Comune di Folignano ha sottoposto la vicenda della approvazione del Piano Regolatore, per quanto eventualmente di competenza,  alla attenzione di diverse autorità ( Procuratore della Repubblica del Tribunale di Ascoli Piceno; Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Ancona; Procuratore Generale presso la Corte dei Conti di Ancona; Responsabile dell’Agenzia dei Segretari Comunali di Ancona; Presidente della Provincia).
 
I fatti: il 19.11.2004 era stata approvata dal Consiglio Comunale di Folignano la adozione della variante al Piano Regolatore Generale .
 
L’atto era stato completamente rimaneggiato dopo la “bocciatura della Provincia. Era addirittura firmato da un tecnico diverso. Non più l’ing. Celani, sindaco di Ascoli, ma da un architetto, dipendente comunale.
 
Il sindaco aveva dichiarato, senza altra spiegazione, che la variante riguardava terreni di sua proprietà, per cui non avrebbe preso parte alla discussione ed alla votazione.Terreni che passavano da verde ad aree di completamento, cioè edificabili.
 
Così però non è stato . Infatti, lo stesso Sindaco, come altri due consiglieri con interessi dichiarati, non si sono allontanati dall’aula durante la discussione, sono rimasti seduti al loro posto,e alla fine  sono stati addirittura computati per garantire il numero legale della votazione.
 
Infatti, come è scritto nella ultima pagina della delibera, si dice che i consiglieri presenti sono 11, mentre i votanti 8.
 
Ebbene,  i tre “interessati” avrebbero dovuto essere addirittura assenti. In ogni caso, mai e poi mai, avrebbero potuto essere calcolati come presenti in grado di garantire il numero legale.
 
Senza di loro, infatti, non ci sarebbe stato il numero legale (che è di 9 consiglieri, la metà più ½  degli assegnati che sono 17) e  il PRG non poteva essere approvato. Solo la loro presenza ha reso possibile l’approvazione dell’atto, altrimenti impossibile. Una cosa evidentemente incompatibile con la astensione per interessi personali.
 
Non solo. Addirittura vi è altro consigliere di maggioranza che non si è astenuto, che ha partecipato al voto pur risultando proprietario di immobile interessato, passato ora da zona artigianale a zona di completamento.
 
L’art.  17 dello statuto  prevede l’allontanamento dall’aula di coloro che dichiarano di avere interessi personali . E’ chiaro che chi si deve addirittura allontanare non può mai considerarsi presente. Anche l’art.19 del regolamento del consiglio comunale afferma che non ci computano nel numero dei votanti i consiglieri che si astengono dal prendere parte alla deliberazione perché interessati all’oggetto.L’art. 20 , poi, stabilisce che al momento della votazione deve essere accertata la presenza dei consiglieri nel numero legale prescritto dalla legge.
 
In tal senso crediamo si sia espressa la Suprema Corte (Cassazione penale, Sezione VI, 18/09/97,n.8417, Febbraro ) quando ha ritenuto penalmente rilevante ex art. 323 c.p. la condotta di quei consiglieri comunali che, astenutisi nell’assunzione delle osservazioni alle varianti al piano regolatore specificatamente relative ad aree rispetto alle quali erano portatori di interessi personali, avevano poi partecipato, al fine di non far mancare il numero legale e per consolidare i vantaggi personali derivanti dalle precedenti valutazioni, alla votazione finale con la quale il consiglio approvava l’insieme delle osservazioni al PRG. (in senso conforme, Cass. Pen.Sez.VI, 15.7.96 7071, Cass.pen. 11.4.97 n. 3412).

19/01/2005





        
  



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