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"L'Italia alla ricerca di un progetto": il nuovo rapporto dell'Eurispes

| Il presidente Gian Mario Fara: “viviamo in un paese abulico, un paese schiacciato dal presente e incapace di prolungare lo sguardo oltre l’arrangiarsi giornaliero”.

di Andrea Castelli

Il rapporto 2005 dell’Eurispes ha un titolo esplicativo della realtà che l’Italia intera sta affrontando e che purtroppo la sta retrocedendo per svariati motivi ad un ruolo che sicuramente non le da gloria in campo internazionale: “L’Italia alla ricerca di un progetto”.

Il rapporto parla di un “paese abulico, un paese schiacciato dal presente e incapace di prolungare lo sguardo oltre l’arrangiarsi giornaliero”, come spiega il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara.

Ma il problema più grave che affligge il nostro paese è sicuramente quello che appartiene alla sfera economica.
Sotto i più svariati aspetti, a partire dall’economia del singolo cittadino, a quella che va a coinvolgere le varie riforme finanziarie sino all’applicazione di una ancora non efficientissima politica economica che vada ad arricchire ancora prima che il paese, l’immagine del paese che meriterebbe sicuramente un ruolo più importante.

Purtroppo sulla nostra nazione grava sempre più il problema del progressivo impoverimento di quelle che vengono comunemente chiamate “classi medie”, causato da una continua e sempre più cresente erosione  del potere d’acquistro rispetto alle retribuzioni percepite.

Situazione danneggiata gravemente anche e soprattutto dall’inflazione e dalla recessione.
Il nord arretra mentre il sud mantiene un seppur minimo progresso, nonostante il peso che le attività malavitose fanno gravare su queste zone.

Fara sostiene che la situazione descritta quest’anno non è particolarmente felice, e anche la competitività è in fase di grossa perdita.
Si è in una fase di reflazione, termine usato dall’ Eurispes, e che combina insieme inflazione e recessione.

Qualche dato fornito dallo stesso Fara: nel periodo 2002-2004 ilcalo della produzione industriale è stato generalizzato, e l’indice segna una flessione di 7,9 punti.
In un settore che puo’ interessare le Marche , ovvero pelle e calzature, nello stesso periodo si è registrata una flessione di15,6 punti.
Quest’arretramento dell’economia ha pero’ fatto allargare la sfera del sommerso che secondo l’Eurispes ”è ormai vicino al 28% del PIL”.

Sempre più famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese provano a resistere grazie appunto all’aiuto di forme illegali.
Anche l’evasione fiscale è in ascesa, infatti ha raggiunto i 134 miliardi di euro nel 2004 e si stima che aumenterà nel 2005.

L’Eurispes riguardo all’economia è in polemica con l’Istat che secondo Fara, “produce dati troppo ottimistici”.
E lo stesso Fara, criticando l’uso del paniere che è formato per produrre sempre gli stessi risultati e non tiene conto di quelli che sono i valori reali, paragona il presidente dell’Istat al Barone di Munchausen, “ che si tira fuori dallo stagno con il codino”.

Si parla oggi di una nuova forma di povertà: la “povertà in giacca e cravatta”.
Basta parlare con il personale della caritas o addirittura con il parroco della parrocchia vicino casa, per scoprire che l’utenza di quelli che sono mense o servizi per i più bisognosi, si è ampliata di molto negli ultimi tempi.
Non più solo barboni o immigrati, ma anche gente comune che semplicemente non riesce ad arrivare a fine mese.

I livelli di ricchezza sono molto cambiati.
Fino a qualche tempo fa c’era la cosiddetta classe media che era molto estesa, ma che non aveva problemi economici di sorta, o perlomeno non si avvicinava paurosamente alla soglia di povertà.

Invece ora, sempre secondo l’Eurispes, sono 4.700.000 famiglie italiane (ovvero quasi il 22% del totale) e oltre 14 milioni le persone povere o quasi povere.

“Gli italiani sono divisi oggi a un terzo benestanti o blindati, coloro che erano ricchi prima e lo sono anche ora, un terzo di ceti medi che rischiano di avvicinarsi alla soglia di povertà, e un terzo di poveri.

E sempre secondo Fara, “ a chi obietta che i consumi di lusso sono aumentati, posso rispondere che ciò è vero: i ricchi tendono a diventarlo sempre più, quindi la spesa è incentivata, ma accade anche il contrario, ovvero che i poveri si affossano sempre più".

Il rapporto dell’Eurispes parla anche della crisi dell’industria, che sta cambiando ma non a vantaggio del paese.

Fara sostiene che: "c'è un'Italia che scompare, acquistata all'estero, i marchi tradizionali che passano di proprietà per via di multinazionali che hanno sfruttato i vantaggi dell'insediamento e che lasciano i territori nazionali, dopo averli sedotti e abbandonati”.

Inoltre si sono accentuate le differenze tra nord e sud, ma fortunatamente ci sono anche piacevoli sorprese.

Il Lazio è in cima alla classifica Eurispes che misura il livello di dinamicità economica per il 2004, mentre anche la Campania è oltre il 90%.

Dal punto di vista occuopazionale un’intera  fascia di età si trova in notevole difficoltà, e precisamente quella che va dai 30 ai 40 anni.

Il motivo principale è quello dei contratti a termine, a progetto e interinali, “che contribuiscono a produrreuna situazione di disagio diffusa e impedisce di fare progetti a lungo termine”.
“La precarietà” continua Fara ”non è frutto solo di questo governo, anche della legge Treu e della legge 30. Colpisce il mondo del lavoro e impedisce ai giovani di avere accesso al credito e di programmare il proprio futuro".

29/01/2005





        
  



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