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Da Barcellona intervista al Presidente della Sinistra Europea Fausto Bertinotti

| BARCELLONA - Presentate le ragioni dell' opposizione al Trattato Costituzionale.

di Maria Teresa Antonelli

Un momento del dibattito, Fausto Bertinotti

In un dibattito pubblico, svoltosi sabato 29 gennaio all’Auditori Winthertur di Barcellona, i rappresentanti della Sinistra Europea di Spagna, Francia, Germania e Italia, hanno incontrato la cittadinanza locale del capoluogo catalano per presentare le ragioni della loro opposizione al Trattato Costituzionale.
Per l’Italia era presente, in qualità di Presidente della Sinistra Europea, l’On. Fausto Bertinotti.
 
On. Bertinotti, da Barcellona giunge un NO forte e chiaro della Sinistra Europea  al Trattato Costituzionale
Sì, continuiamo questa campagna che abbiamo intrapreso in Europa, sia nei Paesi dove si svolge il referendum che nei Paesi dove si decide altrimenti, sul trattato costituzionale per il NO. La nostra posizione è ormai sempre più chiara: è un NO al trattato costituzionale in nome di un’altra Europa. Noi pensiamo che questo trattato costituzionale proprio tradisca quelle aspettative e quelle aspirazioni, sia di chi nel mondo guarda all’Europa come ad una forza ed un soggetto politico di pace, sia ai popoli interni all’Europa che sentono il bisogno di una Costituzione sovranazionale per realizzare nuovi diritti, diritti universali. Di fronte alle gravi crisi che attanagliano le condizioni di lavoro  e di vita di tanta gente, c’è l’Europa che stiamo vivendo. E’ un’Europa in cui vengono messe in discussione le conquiste, sociali e di civiltà, realizzate in mezzo secolo, dopo la vittoria contro il nazifascismo. E’ un’Europa della insicurezza e della precarietà. Questo trattato costituzionale consolida questa Europa, invece di andare in direzione di un’altra Europa possibile. Ed è per questo che noi pensiamo che bisogna togliere di mezzo questo ingombro, lo ripeto: ingombro, e cioè il trattato costituzionale, per aprire una vera fase costituente dal basso.
 
Durante il suo intervento, Lei ha messo in rilievo la risposta ad una domanda che le viene quasi sempre posta, anche dall’interno.
Infatti. Alle compagne e ai compagni che,  pur essendo critici riguardo il trattato, accettano di sostenerlo come minore dei mali e ci dicono: avete ragione a criticare, ma se volete l’Europa… questo è quello che passa il convento.. e poi, faremo insieme una strada per modificare…
La nostra risposta è sempre la stessa: se questo trattato fosse debole, contraddittorio, incerto, ma muovesse nella direzione giusta anche solo di un piccolo passo, noi potremmo accettare il ragionamento di un piccolo passo nella direzione giusta, e poi tanti altri piccoli passi insieme. Ma questo trattato va nella direzione sbagliata, e qual è questa direzione? È quella di rendere l’Europa sempre più simile agli Stati Uniti. Nella mente di chi ha scritto il trattato, non c’è l’Europa, ci sono gli Stati Uniti.
 
Da noi, alla Camera, è appena passato il primo SI. In silenzio, o quasi,
Bé, in silenzio no. Naturalmente il governo ha fatto di tutto per votare rapidamente , senza alcuna accentazione come noi avevamo avanzato, di procedure, di confronto anche parlamentare, che dessero dignità costituzionale alla discussione. E’ un tentativo di minimizzare nel dibattito e nella scelta, un impegno come quello del trattato che invece viene così enfaticamente proposto come scelta del Paese. Quindi.. il danno e la beffa. Si enfatizza il trattato costituzionale come una grande tappa per il Paese, e si impedisce al Paese di pronunciarsi su di esso.
 
 
On. Bertinotti, il 22 Febbraio Bush sarà a Bruxelles. Voi, parlamentari europei, sarete invece a Strasburgo impegnati nella sessione Plenaria del Parlamento, una coincidenza?
Bé, non capisco cosa abbiamo  a che fare noi con Bush!
 
 
Mentre la Spagna si appresta ad andare al Referendum il 20 Febbraio, primo Paese a sottoporre a voto popolare la costituzione europea, un sondaggio eurobarometro speciale, realizzato tra il 27 ottobre ed il 29 novembre 2004 presso un campione di circa 25.000 persone, rileva che  più della metà dei cittadini dell'Unione europea dicono di sapere poco sul progetto di costituzione ed un terzo dichiara non averne sentito parlare. Lo studio segnala anche che l'opinione pubblica è piuttosto favorevole alla costituzione, ma che il livello d'indecisione resta elevato nella maggior parte dei paesi.

Commentando i risultati di questa indagine, il Vicepresidente Margot Wallström, responsabile delle relazioni istituzionali e della strategia di comunicazione, ha dichiarato: "Questo sondaggio arriva al momento giusto. Il processo di ratifica della costituzione avrà successo alla sola condizione che i governi e tutti gli altri attori interessati si mobilitino per fornire l'informazione ai cittadini, per garantire un dibattito realmente consapevole. Le cifre che riguardano i paesi che terranno un referendum mostrano una proporzione importante di indecisi. Ciò significa che c'è il rischio di un basso tasso di partecipazione se le campagne referendarie non saranno in grado di raggiungere i cittadini".

01/02/2005





        
  



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