Un ragionamento Liberale sulle norme antifumo
Ascoli Piceno | "Intollerabile è la generalizzazione di un divieto."
di Fabrizio Cipollini *
Premetto che sono un fumatore di sigari, (Danneman Moods golden taste), ed anche un (po') in sovrappeso. So quanto male provochi il fumo e che il bar che frequento abitualmente è da quasi un anno che ha messo il divieto di fumo.
Prima di accendermi un sigarillo, anche se sono nella mia macchina, chiedo sempre il permesso a chi mi sta vicino perchè sono consapevole che il fumo possa dar fastifdio a chi mi è vicino. Lo faccio per educazione e perchè ho rispetto delle persone e perchè l'esercizio di una mia libertà non deve ledere la loro.
Eppure non mi sento, come l'ex ministro Veronesi, di affibbiare l'etichetta di liberale alle norme antifumo entrate in vigore ieri. Un governo "liberale" come ama definirsi quello della Cdl avrebbe dovuto affrontare la questione sotto altri punti di vista.
Anzitutto avrebbe dovuto dismettere il monopolio di Stato sui tabacchi che ancora detiene. Se il fumo fa male, il Governo non può continuare ad averne il monopolio ed anzi aumentare il prezzo delle bionde per coprire il taglio delle tasse, come ha fatto nell'ultima finanziaria.Il tabacco di Stato, poi, mal si concilia col il Servizio Sanitario Nazionale pubblico, anzi è una contraddizione in termini.
Le nome in questione avrebbero dovuto, poi, affrontare la questione dei costi degli impianto di areazione per gli esercenti. Chi produce, chi vende ed anche chi installa questi impianti è un imprenditore e, come tale, deve essere attento alle leggi del mercato. E' ovvio che, con l'avvicinarsi dell'entrata in vigore del divieto generalizzato, sarebbe aumentata la domanda e quindi anche il prezzo sarebbe aumentato. Un Governo liberale avrebbe dovuto prevedere la totale detrazione dalle tasse dei costi relativi agl'impianti di areazione, purchè documentabili con regolare fattura.
Quello che, però, è intollerabile ad un liberale è la generalizzazione di un divieto. Il "non fumatore" è il comportamento tipico e lo Stato lo premia. Questo è purtroppo un atteggiamento da Stato Etico. Ieri il "tipico" era biondo con gli occhi azzurri, oggi è il non fumatore. Ieri si facevano i roghi dei libri in nome della salute pubblica, oggi si fanno i roghi delle sigarette in nome della salute pubblica.
Un governo liberale avrebbe dovuto prevedere la facoltà,per gli esercenti, di aprire anche locali ad uso esclusivo dei fumatori. Magari un imprenditore avrebbe trovato più conveniente e redditizio economicamente aprire un bar o ristorante in cui "è vietato non fumare".
Siamo al paradosso, forse.
Ma chi lo ha detto che seguire le strade della libertà vuol dire seguire le strade della maggioranza ?
* Ideatore e curatore di "Neoconservatori Ascolani" (http://neoconap.blogspot.com)
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18/02/2005
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