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Rapporti filosofici sul pensiero genetico

| ANCONA - L'etica come responsabilità dell'assoluto: econofemminismo e i ruoli sociali

di Andrea Carnevali

La genetica affronta la diversità culturale. Negli Stati Uniti rispetto all’Italia si è cercato di dare responsabilità al genitore nell’allevare il figlio con handicap anche prima della nascita. La società si struttura sull’informazione avanzata e sulle nuove tecnologie e non lascia al caso la diagnostica delle malattie. La produzione che si verifica è accurata. L’uomo controlla la specie.

Il comitato francese dissente dalle iniziative argomentate negli U.S.A. propone un Comitato etico con valori sociali diversi, più vicini al modello Europeo e meno rigoroso nell’accettare i casi difficili della vita. Si deve affermare che esiste anche un’etica dell’informazione ed un’etica della responsabilità. La sociologia di Morin delega ai cittadini e agli specialisti questo, in altre parole il senso del dovere. I diritti non sono acquisiti, ma si conquistano con il tempo come lo è stato per maggior parte dei fuggiaschi e per gli immigrati della Gran Bretagna. Il diritto secondo N. Bobbio può cambiare tutte le sfumature e spazia tra il diritto rivendicato e quello riconosciuto e protetto.

In ambito sociale ci si dovrebbe interessare di più agli aspetti sociali che considerati nell’aspetto dello screening obbligatorio per gli adulti cambierebbe il discorso verso la vita del nascituro e la posizione dei giovani. Tra i diritti citati c'è quello dell’età tecnologica, ma parrebbe vero se fosse ricordato anche il diritto alla libertà non massificata.

La valorizzazione dei ruoli sessuali e della liberazione ideologica si umanizza attraverso la cultura e attraverso la politica che alla donna le ha consegnato una storia indegna nell’attribuzione e nelle presenze sociali quali onesta o disonesta nei rapporti di relazione.

La definizione della donna riflette la disparità e su questa la condizione sarà migliore in base alla decisione con sicura volontà di spiegare e chiarificare la posizione di uguaglianza e differenziazione sociale. Si accetterà la seconda come soluzione dell’identità femminile permettendo un forte riconoscimento del ruolo nella vita sociale.

Dell’animo femminile fa risaltare la bontà che se conservata nel suo ambiente domestico può ancora essere considerato positivo; si attuano i confini dell’individuo libero rousseauniano, dove si conserva il buono, ma la società lo allontana dalla verità nella sua caratteristica.

Nel senso spinoziano dovremo vedere la donna non più ingabbiata nella storia romantica, ma riconsegnare alla razionalità con una nuova identità e con la ragione che la renda partecipe all’opera "Etica” come espressione di una razionalità assoluta.

Il mondo della vita e quello filosofico che ancora in Spinosa si rivolge ai procedimenti linguistici e all’astratto rinascimentale, possono essere tenendo in considerazione l’influenza filosofica sulla psichiatria; nulla toglie nel considerare una chiave socialmente rivendicata nei soggetti disagiati come lo è stato per il ruolo della donna. Ma la contrapposizione Freudiana e le teorie umanistiche con quelle androcentrica non lasciano il merito allo psicologo di aver incrinato l’ipocrisia che oggi gli è riconosciuta. Questa è l'irreversibilità vittoriana nei confronti del sesso. Un esempio classico che si potrebbe considerare tra la cultura androcentrica e noi più quell’umanistica che non costituisce il comune nemico è forse il problema dell’identità dell’Io così come è venuto a configurarsi a partire da Hume nella tradizione imperialistica ed analitica nell’area anglosassone.

L’umanità ha consegnato il mondo morale è stato consegnato alla bontà quindi alla fine è stata operata una lunga una considerazione sulla reversibilità della malattia sociale che dipende da fattori genetici, biologici, psicologici, familiari e scientifici nella discussione tra gli uomini. Sia la psicologia sia la pedagogia hanno contribuito ad alimentare un nuovo ruolo del soggetto, ma soprattutto ad indagato sulla figura maschile. L’autonomia del pensiero è associato alla virilità.

La natura è interprete di madre nutrice e traduce la società con una forte coscienza ecologica e produce delle eccezioni nel mondo globale. Questo ha un aspetto proprio sia nell'indipendenza sia nell'individualità. Anche nel mondo del sapere si nota l’ecofemminismo nelle diverse forme con discriminazione culturale androcentrica.

Vale raggiungere una nuova identità secondo modelli naturali rispetto a quello dominante. Il centro della rivendicazione delle donne si traduce nelle libertà fondamentali , mentre il movimento di ribellione legato all’ecofemminismo si ancora al nucleo centrale dell’indipendenza.

“Accanto al progetto ambizioso di costruire un nuovo sapere si delinea infatti una grande speranza di liberazione della donna della natura , dell’umanità tutta” (L. Battaglia, in Ecologia ed etica della cura). Se non fosse veramente azzardato accostare il carattere della generalizzazione sarebbe riparabile perché appartiene alla storia del singolo. Il modello culturale sembra allentare la trama attraverso le qualità di fenomeni naturali regolati da leggi di antichità morbose ed oggettive.

La legge di Hume è una legge associata alle somiglianze e sulle contiguità. La filosofia humiana è una filosofia che concepisce la realtà esterna come il prodotto un processo mentale in costruzione.

Viene da contrapporre la descrizione della donna alla psicopatologia in cui le situazioni decise sono il rischio di sintomi interminabili e plastici. Il rischio assume la forma stereotipata e diventa lo strumento osservabile e plasmabile secondo uno schema pregiudiziale che non svende in nessun caso falsi ed esclude dall’osservazione tutto quello che potrebbe essere falsificabile.

Attraverso la società si forma una forte coscienza ecologica che produce un'eccezione nel mondo globale. La sfera della finitezza si raggiunge attraverso la trascendenza che il metodo per arrivare al rifiuto della natura. La donna come l'uomo realizza la sua umanità distanziandosi dalla natura trascendendola. La forte cultura patriarcale divide anima e corpo.

La donna serve il suo corpo secondo l'analisi Beauvoir è altro da lei. Il patriarcato delle linee femminili per Freud ciò che è etico per la donna è diverso per l'uomo.

Le teorie dell'ideologia sono decisive a sconfessare la madre valutando le differenze dal soggetto femminile.

Tra le innumerevoli tendenze c'è quella di funzione che può essere la procreatrice accanto all'uomo. Potremmo parlare di deep ecology contro la divisione gerarchica. Ma il rapporto con uomo e donna rimanda al rapporto istituito dallo stesso. Nell'analisi prende in considerazione il medioevo in cui la figura femminile era vista subordinata e strettamente legata al marito. L'esistenza era differente e strettamente congiunta al marito, adottando un contegno molto riservato ed ispirato se si vede al quadro economico della vita.

Quello che Luisella Battaglia avverte è che la vita ancora è invariata nel raggio dell'uomo e subordinata alla scelta maschile e con difficoltà era romanamente in grado di decidere per se stessa.

Accanto a questo il complicato riconoscimento alfabetico per la condizione stessa che porta lo sviluppo in tutta Europa. E' qui che la donna nella storia ha perso di nuovo il suo ruolo e la sua dignità dell'emancipazione ha lasciato l'orizzonte per potersi dirigere verso la rivendicazione; la donna nella sua dimensione del cambiamento.

19/02/2005





        
  



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