"Contratto bancari: lennesima beffa spacciata per vittoria"
| MILANO - "Gli aumenti salariali, lungi dal garantire un recupero reale del potere dacquisto, sono in linea con gli accordi di luglio 93 e con i fantasiosi tassi dinflazione ufficiali".
di C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni
Era stato definito un contratto di svolta, dopo i disastri di quello del 99. E finito con lennesima beffa.
Gli aumenti salariali, lungi dal garantire un recupero reale del potere dacquisto, sono in linea con gli accordi di luglio 93 e con i fantasiosi tassi dinflazione ufficiali.
Viene introdotto subito lapprendistato nel settore (quattro anni di durata e due sottoinquadramenti), mentre la discussione sulle altre forme di precarietà della Legge Biagi viene solo rinviata al prossimo contratto (cioè tra meno di un anno), con buona pace di Maroni.
I quadri direttivi (1 e 2 livello) sono sempre più vicini ai due livelli superiori solo per quel che riguarda gli aspetti negativi: ormai non ci sono più vincoli dorario, aumenta la mobilità e la fungibilità con i gradi più alti.
Sul resto della parte normativa si registrano solo peggioramenti e le richieste di riduzione dorario sono state subito accantonate.
Il tanto sbandierato Protocollo sullo sviluppo socialmente sostenibile e compatibile viene confermato nella sua inconsistenza: le banche potranno continuare nelle loro politiche di vendita di prodotti finanziari discutibili e ad erogare quote di salario discrezionale.
La perdita di potere dacquisto e di diritti arriva da lontano: con il contratto del 1999 cè stato il mancato recupero di un biennio, il non pagamento degli straordinari con lintroduzione della banca ore, i quadri direttivi di 1 e 2 livello obbligati a fare 10 ore al mese pagate 6, i neoassunti fortemente penalizzati, gli scatti di anzianità passati da biennali a triennali, ecc..
Su tutta la vicenda pesa, ancora una volta, la totale assenza di democrazia.
I sindacati firmatari non hanno mai verificato la loro rappresentanza: i bancari sono una delle poche categorie in cui non si sono mai elette le rappresentanze sindacali.
I sindacati firmatari hanno gestito una trattativa lunga e per nulla trasparente, rispetto alla quale i lavoratori sono stati spesso informati solo dagli articoli di giornale.
La richiesta di procedere a un referendum prendere o lasciare, che giunge da alcuni settori sindacali, è destinata a non produrre effetti, se non verrà accompagnata dalla volontà di giungere alle elezioni democratiche delle RSU.
Cè ancora molto da fare sulla democrazia e sui contenuti per evitare i continui peggioramenti delle condizioni dei lavoratori.
Per contatti: 3388670342; e-mail: sallca.cub@libero.it
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17/02/2005
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