Lassessore Marcello Secchiaroli commenta la legge sul servizio civile volontario
| ANCONA - Una opportunità in più per tutti i giovani di diventare protagonisti attivi della comunità.
Il Consiglio regionale ha approvato la legge sul servizio civile volontario.
La Regione Marche si è dotata così, tra le prime regioni in Italia, di una legge per la gestione del Servizio civile.
Una normativa indispensabile che rende ragione di una sensibilità e di un impegno mostrati in questi anni dal governo regionale e che rafforza lesperienza nazionale della legge 64/2001 in presenza di peculiarità specifiche del nostro territorio.
La legge, infatti, istituisce il fondo per il sistema regionale del servizio civile grazie al quale sarà possibile implementare il numero dei progetti specifici a carattere regionale finanziati dal livello nazionale. E prevista lapertura ai progetti innovativi presentati dagli Enti territoriali e la possibilità di partecipazione dei giovani extracomunitari .
Le politiche sociali regionali si arricchiscono così di un altro importante tassello allinterno del quadro normativo rivolto allinfanzia, alladolescenza e ai giovani dopo lapprovazione, nel 2002, della legge regionale che istituisce il garante dei minori e, nel 2003, della legge regionale sui servizi integrati rivolti a famiglie, bambini e ragazzi.
Il servizio civile volontario è sicuramente unesperienza utile per i giovani e dotarsi di una legge regionale significa voler investire, sia dal punto di vista culturale che sociale, nelle nuove generazioni e dare loro gli strumenti per diventare cittadini a pieno titolo. I giovani sono responsabilizzati sui problemi delle comunità locali e stimolati ad attivarsi in prima persona per fornire un indispensabile contributo alla crescita sociale.
La legge valorizza, tra laltro, lesperienza in atto di Servizio civile dei giovani marchigiani, che è stata oggetto di una recentissima ricerca. Lindagine ha visto il coinvolgimento di oltre il 60% dei 1.103 giovani che tra il 2003 e il 2004 hanno svolto o stanno svolgendo il servizio: di questi ben il 96% parla di crescita personale ed oltre il 60% di una esperienza che ha prodotto un ripensamento nelle proprie scelte di vita.
La legge diventa così una ulteriore occasione di sviluppo delle politiche giovanili, spazio di incontro fra i bisogni espressi dalla popolazione e le potenzialità di risposta fornite dal territorio. E anche stimolato il senso di appartenenza dei giovani alla comunità locale, nazionale, europea e internazionale. Vengono promossi la formazione professionale, le forme di partecipazione sociale e di educazione alla cittadinanza attiva, lo sviluppo delle politiche sociali per contrastare le forme di emarginazione, le politiche di educazione e costruzione della pace. Le differenze culturali e religiose divengono occasioni di incontro e condivisione sociale. Si valorizzano, infine, il terzo settore e le forme di economia sociale, la salvaguardia e la maggiore fruibilità del patrimonio ambientale e culturale.
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17/02/2005
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