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"Cattedrali nel Deserto" nel centro di San Benedetto

San Benedetto del Tronto | A volte, mettendoci lo smoking....

di Carmine Rozzi

La più “piccola” misura circa sui 300 metri quadri. Chiamarla fatiscente è un eufemismo. Tetto di vecchie lamiere cadenti. Vetrate imbrattate di graffiti dilettanteschi  intrise di slogan volgari e provocanti. Una tavolaccia , inchiodata alla meno peggio, su ciò che un tempo fu l’ingresso. E’ così da un bel pezzo. Chi dice un paio d’anni , chi di più. Davanti “La Rotonda”. Da un lato Viale Secondo Moretti. Dall’altro lato i super appartamenti  da VIP dell’ex Hotel Roxy.  Ristorante tradizionale negli anni sessanta, sala giochi di almeno tre generazione tra i settanta e i novanta.

Poi, sopraffatta dalle PlayStation e dai giochi multimediali ha chiuso i battenti. Ora cade a pezzi, lentamente e inesorabilmente. Un’ agenzia immobiliare ha appeso il suo cartello. Al telefono ci hanno risposto che forse sì, c’è un  progetto di ristrutturazione, ma tempi e modi sono di là dal venire. Da una nostra fonte abbiamo appreso che la proprietà  (anonima per ovvie ragioni di privacy), una volta ristrutturata non intende affittarla per meno di seimila euro al metro quadro (sì, avete letto bene).

L’altra in grandezza , a occhio e croce, è forse cinque volte la prima. L’ estetica è a dir poco approssimativa. Sembra un vecchio hangar per motopompe dei Vigili del Fuoco (senza alcun offesa per quest’ultimi) . O uno di quei agglomerati abusivi messi su in fretta e furia per anticipare questa o quella legge edilizia. Eppure qui, molti  dei nostri padri e nonni, dopo aver parcheggiato la cinquecento, complici il cielo stellato e un giovane e ammiccante Robert Redford  dallo schermo, avranno dato il primo bacio a nostra madre o nonna. Il primo e  l’unico cinema all’aperto della città. Anni  sessanta-settanta. Poi discoteca-bar-terrazza-ristorante. Forse troppe cose in una sola volta. Ed ecco, ineluttabile, il canto del cigno e la chiusura dei battenti. Chiuso da forse una diecina d’anni , si screpola e  arrugginisce,  immalinconendo sé stesso e chi vi passa accanto . Viale Degli Oleandri , nr.6 .

Il terzo è storia. Dal suo prato verde, dai suoi spalti, dagli anni cinquanta fino a quella maledetta domenica degli anni ottanta, elevò il nome di una piccola città marinara, fiera e superba, agli onori delle cronache calcistiche nazionali. “ Ricordo con orgoglio e con piacere di aver fatto lì il mio esordio. IL Ballarin fu per me il trampolino di lancio”. Così parlò Il Ragno Nero. Walter Zenga. Lui per tutti. Ad ogni sanbenedettese con una sola goccia di sangue rossoblu  viene il magone passando da quelle parti. Non più agibile. Forse troppo costoso ristrutturarla. Forse troppo “ingombrante”. Progetti a iosa. Alcuni lungimiranti. Altri avveniristici. Non pochi bislacchi. Ad oggi, tranne per allenamenti di squadre minori, il mitico “Fratelli Ballarin” trascina la sua gloriosa vecchiaia tra  l’incuranza, voluto e non, di autorità e media.

Abbiamo usato non a caso il femminile. Queste sono, infatti, le nostre “Cattedrali nel Deserto”. Solo che invece di trovarsi nel deserto, si trovano nel cuore della città. A volte, mettendoci lo smoking ( vedesi ; riqualificazioni) ci si dimentica di cambiare i calzini.   Anche se c'è da fare i conti con i privati.
 

04/02/2005





        
  



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