Le fresche dichiarazioni stampa dell’onorevole Scaltritti in merito alla polemica sull’imbottigliamento dell’acqua dei Monti Azzurri hanno davvero poco di onorevole. Alimentano piuttosto, con un cocktail di semplicismo e demagogia (due termini che si sposano sempre bene), la difficoltà di affrontare una questione delicatissima che riguarda la gestione e la tutela di un patrimonio di tutti, l’acqua.

 

Già il sindaco di Arquata Petrucci, tenendo in ostaggio il Consiglio Provinciale del 17 dicembre, aveva posto un aut-aut che scavalcava qualsiasi tentativo di discussione democratica della questione, minacciando ritorsioni e gesti clamorosi; di fatto, infischiandosene della necessità, bene sottolineata dal Presidente Rossi, di gestire il tema delle acque collegialmente, affrontandolo da tutti i punti di vista, e soprattutto – cosa non da poco – coinvolgendo le associazioni e gli enti locali.

 

L’intervento eroico di Scaltritti non aggiunge nulla al problema (che sarà trattato in sede di Consiglio Provinciale aperto il 10 febbraio ad Acquasanta), sia perché da un punto di vista “tecnico” si limita a ribadire le posizioni “unilaterali” di Petrucci, che già si conoscono, sia perché, dal punto di vista banalmente populista evoca suggestioni offensive, moralmente e civilmente, verso tutti coloro che, impegnandosi nella difesa dell’acqua come patrimonio pubblico dell’umanità e come diritto di tutti i viventi si ritrovano l’accusa di no global neocomunisti (ricordiamo a Scaltritti che c’è gente nel mondo che muore di sete, nonostante si trovi a vivere in zone ricchissime di acqua, perché monopolizzate e saccheggiate dai grandi gruppi multinazionali).

 

Stupidaggini, queste sì, demagogiche. Si ricordino piuttosto le centinaia di migliaia di vittime che miete ogni anno l’economia liberista, portatrice, davvero, di miseria, paura e morte. Quanto al resto, il Presidente Rossi è certamente capace di difendersi da solo, e ringraziamo la sensibilità dei cittadini della Provincia di Ascoli, che hanno scelto lui e ci hanno risparmiato quell’altro.