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Con la puzza "dentro" al naso

Appignano del Tronto | Effetti, cause e possibili rimedi ai miasmi della discarica comunale

di Carmine Rozzi

GLI  EFFETTI
 
 
Sono le 19,30 circa. Ora consigliataci  per l’incontro. Salaria ; svincolo per  Appignano. Ci inoltriamo su per Valle Chifenti. Anche con i finestrini  ermeticamente chiusi si avverte l’odore.
“ Lo sente anche lei ? - ci chiede la  sig.ra Sonia Amadio al nr.142 di Campolungo, frazione di Appignano - quest’odore noi lo sentiamo per gran parte della giornata, specialmente di sera.”
“ D’estate è talmente penetrante che supera quello della stalla che ho sotto casa”. Afferma in tono irritato il sig.Benito Stipa al nr.147.
 
“Noi, d’estate, abbiamo dovuto più volte rinunciare al piacere di sederci sulla veranda a prendere un po’ di fresco per via della puzza” E siamo alla sig.Gloria Vagnoni. Questa volta al nr.15 di Villa Cese , frazione di Castel di Lama.  “Mio marito è fortunato lui ha l’allergia; gli odori non li sente”
Afferma, tra l’irritato e il faceto, la sig.ra Tamburri  moglie dell’ingegner Alessandro. Ma la sentono, eccome, anche i sig. Guido Vallorani, Guido Siquilini, Luigi Ciarrocchi ai numeri civici 22, 26, 35 della stessa frazione. “Per smaltire la quantità crescente di rifiuti sono ricorsi al compostaggio senza tener conto dei miasmi che esso inevitabilmente produce” ci informa, sicuro del fatto suo, il sig. Adamo Castelli, al nr 125 di Campolungo , proprietario dell’Azienda Agrobiologica  “Il Cartofaro”. E , seppur con toni diversi, ci si lamenta del cattivo odore in Via Po, Via Tronto, Via Adige, Piattoni, Villa Chiarini, Fosso Riccione, località sparpagliate in un raggio di circa tre chilometri  intorno alla discarica del Comune di Ascoli Piceno  chiamata “Relluce”.
 
 
LA CAUSA
 
“Relluce “ si estende per circa 5 ettari all’imbocco della Valle Chifenti. Serve, oltre che il Comune di Ascoli ,anche gli altri comuni adiacenti arrivando, in caso di necessità, fino a San Benedetto del Tronto. Il tutto per uno smaltimento di circa 20/30 mila tonnellate annue.E’  gestita dalla società Ascoli Servizi Comunali S.u.r.l. con, a capo , come responsabile, il sig.Luigi Censori, e per la parte tecnica dall’ingegner. Marco Sciarra.  Si compone di vari impianti. Tra questi: una linea per la produzione di combustibile da rifiuto (CDR). Questa ha una potenzialità di 20 q.li/ora ed è, a sua volta, comprensiva di due linee: la prima, relativa alla triturazione e deferrizzazione delle gomme d’auto. La seconda, di biostabilizzazione della prima , e consta di un trattamento primario di triturazione, una fase di separazione meccanica ed una  fase  di fermentazione della sostanza organica separata il cui processo di fermentazione produce un compost “grigio” idoneo per la bonifica di siti e ricopertura giornaliera dei rifiuti abbancati in discarica .
 
 
Ed è , a detta unanime, quest’ultima la causa  di quell’odore di marcio, tra il “ fogna di scarico” e
quello di  “sostanze organiche putrefatte” che ha  disturbato e disturba i nasi di tanti cittadini infuriati.  “Ma se arrestiamo il processo di compostaggio dovremmo poi ampliare la discarica di quasi il doppio” tiene a precisare il consigliere comunale Francesco Ciabattoni, membro della Commissione Consiliare Permanente sull’Ambiente. Allora ?
 
 
I RIMEDI
 
“Allora abbiamo provveduto a stanziare  circa  700.000 mila €  per la parziale copertura e  “inodorizzazione” del processo in questione”. Replica al telefono l’ingegner Marco Sciarra.
“I lavori, tempo permettendo, saranno ultimati fra circa un mese e da lì, previo collaudo, pensiamo di ridurre i miasmi dell’80-90 %. Qualcosa, seppur minimo, sarà sempre avvertibile, trattandosi di una discarica”. Biofiltri, cortecce di pino di svezia, inertizzazione,  nomi tecnici per  la soluzione    
 di un  problema  molto “sentito” tra la popolazione della zona. Tanto che, non paghi di rivolgersi ai media, si sono rivolti anche all’ARPAM  ( Agenzia Regionale Per la difesa Ambientale delle Marche). La dottoressa Cervini, della stessa Agenzia, ci ha confermato l’avvio di accertamenti che dovrebbero concludersi entro la fine del mese.
 
Intanto la diffusione di “sostanze organiche volatili” ,  (definizione dell’ARPAM ) per dare un nome scientifico alla “puzza”,  non guarda in faccia a nessuno. Difatti puzza  a Fosso Riccione dalle parti del sig. Vito Ricciotti , che a suo tempo permutò il  terreno su cui oggi sorge la discarica. Puzza a Villa Cese, dalle parti dell’ingegner Alessandro Tamburri  che,  prima di andare in pensione, fu, a detta di molti, uno degli ideatori e progettisti della discarica. E  puzza  a Castel di Lama , dalle parti dell’abitazione dell’ex sindaco Domenico Re. Il quale, voce di ben informati,  fu,   a suo tempo, tra i più strenui sostenitori della messa in opera del complesso.

09/02/2005





        
  



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