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Salviamo l’Agroalimentare dai “Rossi”.

San Benedetto del Tronto | Scaltritti: "Oggi non è tollerabile che la Provincia, che ha dimostrato totale incapacità in questi anni nel risolvere il problema, si proponga ancora come leader, solo perché al posto di Colonnella c’è Rossi"

di Gianluigi Scaltritti*

Gianluigi Scaltritti

Leggo sulle pagine dei quotidiani alcune affermazioni di Rossi, Presidente della Provincia, nelle quali sembra arrogarsi il merito di aver capito tutto della difficile situazione del Centro Agroalimentare.

E’ sorprendente il tentativo con cui cerca di prevaricare quanto è già stato ben delineato dall’avvocato Balloni, Presidente del Consorzio, il quale per altro si è trovato ad affrontare in questi ultimi due anni tutti i disastri economici e finanziari ereditati dalla incompetente gestione degli uomini nominati dalla sinistra. Infatti costoro non sono stati in grado di redigere un piano industriale capace di rispettare gli impegni assunti per la realizzazione del Centro Agroalimentare, cosa dimostrata dal fatto che le rate di mutuo pagate sono sempre state coperte da aumenti di capitale sociale degli Enti pubblici facenti parte del consorzio e mai attraverso i ricavi della gestione.

Ricordo ancora con quanta arroganza e supponenza fu fatta l’inaugurazione del Centro nel 1997 durante la quale fui addirittura escluso dalla manifestazione. In essa furono decantati i vantaggi di una iniziativa nell’Agroalimentare che invece era già in quel momento superata dai tempi e dalle strategie settoriali del mercato ormai avvantaggiato dall’informatica e da logistiche di altro tipo. Questo la dice lunga sulle capacità della sinistra nell’investire le risorse pubbliche e nel capire con mentalità d’impresa quali sono le esigenze e le tendenze del mercato stesso.

La Provincia oltretutto è la maggiore responsabile di questa situazione, in quanto fin dal 2000 fu delegata dagli altri soci, su sollecito del Credito Agricolo Industriale Spa, a trovare una soluzione per risolvere il problema finanziario che già allora era gravissimo, infatti l’amministratore delegato del CAI minacciò di attivare le necessarie azioni giudiziarie per il recupero del credito.

Oggi non è tollerabile che la stessa Provincia, che ha dimostrato totale incapacità in questi anni nel risolvere il problema, si proponga ancora come leader, solo perché al posto di Colonnella c’è Rossi, che tra l’altro esterna soluzioni che non sono certo farina del suo sacco, perché già ampiamente predisposte e approfondite dal Presidente Balloni e dai componenti di centrodestra del CdA.

Sono testimone di ciò in quanto, avendo favorito gli incontri con il Ministero delle Attività Produttive fin dal 2003, i risultati oggi vantati da Rossi erano già palesi su documenti redatti dal Ministero stesso e meglio specificati dalla circolare datata 2 Marzo 2005. Mi chiedo poi a cosa può servire questo ribaltone della compagine amministrativa. La svolta verso una gestione esclusivamente tecnica, a mio parere, rischia di allontanare la possibilità di una trasparente gestione politica di sviluppo del territorio, con il rischio di favorire condizionamenti partitici o addirittura speculazioni, che un capitale di oltre ottanta miliardi di vecchie lire, realizzato con risorse pubbliche, non può non attirare.

Infine mi corre l’obbligo di fare una considerazione sul metodo che il Presidente Rossi e i Sindaci di Monteprandone e di San Benedetto del Tronto stanno adottando per questa vicenda, che a mio parere rischia di determinare un vulnus al diritto democratico delle Istituzioni a deliberare su iniziative come queste, che incidono profondamente su risorse e potenzialità della collettività che vive questo territorio.

*deputato di Forza Italia

20/03/2005





        
  



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