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"Turismo e infrastrutture", l'intervento di Assunta Cassa

San Benedetto del Tronto | Far passare il turismo da una situazione di crisi a nuove prospettive di rilancio.

di Assunta Cassa*

Assunta Cassa

Già nell’ottobre del 2000, in un convegno a SBT su “Il Turismo risorsa naturale per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione”, si diceva che nei prossimi dieci anni il turismo diventerà il primo settore economico sul pianeta, con un fatturato valutabile in oltre 5 milioni di miliardi di lire.

Sempre in quella sede, si affermava che ciò avrebbe significato che l’economia di un numero sempre crescente di Paesi disseminati nei cinque continenti dipenderà in misura crescente dalla loro capacità di attrarre flussi di visitatori nazionali e internazionali per viaggi d’affari, di cultura, per meeting e convention, per vacanze brevi e meno brevi, al mare, in montagna, in collina o in campagna, alle terme o sui fiumi, ai laghi, ovunque la fantasia e gli investimenti siano in grado di inventare luoghi di incontro e di animazione.
Si parlava di luoghi, quindi, di territorio.

Ora, il territorio del Piceno è un territorio estremamente ricco di attrattività:
Si va dalle città costiere che costituiscono la nota “Riviera delle Palme” e che sono da sempre a vocazione turistica, all’oasi naturalistica della Sentina, ad un entroterra che può senza dubbio essere definito “Museo Diffuso”, con le piccole città piene di storia e di preziose testimonianze artistiche dei vari secoli, con paesaggi naturali incantevoli, fatti di verdi colline con forti tradizioni eno-gastronomiche grazie alla persistente tradizionale rurale, e di parchi , Sibillini, Gran Sasso e Monti della Laga che costituiscono il sistema APE (Appennino Parco d’Europa).

Si può dire che non manca nulla per fare del Piceno un’area turistica ad ampio raggio, che possa attrarre visitatori da ogni parte del mondo, in ogni periodo dell’anno.
Eppure, anche in quest’area a così completa vocazione turistica, il turismo risente della difficoltà del sistema economico Italiano e rischia di entrare in crisi, e la parola crisi assume un significato oggi diverso da ieri.

Ma la sfida che si presenta oggi a chi governerà la Regione Marche, oltre che a tutti gli operatori coinvolti nel settore è far passare il turismo da una situazione di crisi a nuove prospettive di rilancio, di diversificazione e di destagionalizzazione dell’offerta.

Ma per far questo, occorre prima di tutto riportare lo sviluppo del Piceno al centro della Politica Regionale. Occorre sviluppare politiche di intervento sul territorio che consentano al Piceno pari opportunità e pari dignità nella distribuzione delle risorse finanziarie regionali.

Il turismo, assieme ad agricoltura, tipicità e artigianato sono i punti di forza del Piceno, sia lungo la costa sia nell’entroterra.
Tutto il territorio, dalla costa all’entroterra, ha un patrimonio naturale fatto di cultura, di tradizioni, di storia, di monumenti, di gente, di sapori che va semplicemente valorizzato e messo sul mercato con tecniche e capacità appropriate, in grado di coniugare coerentemente tutte le numerose componenti del settore.

L’impegno della Regione e, in particolare di chi governerà su mandato degli elettori del Piceno, dovrà quindi essere ancora più forte riguardo lo sviluppo di queste potenzialità. Sviluppo che ha bisogno anche di nuove figure professionali nei confronti delle quali il mondo femminile può e deve svolgere un ruolo di primissimo piano.

Ed è questo l’obiettivo dei Comunisti Italiani nella prospettiva di governo della Regione Marche: proporre azioni per innovare le metodologie di intervento. Dare respiro a strumenti nuovi (Sistemi Turistici Locali) ma che portano con sé tutto il vecchio armamentario della Politica del campanile.

E’ obbligatorio mettere il tutto a sistema e incrementare la propria forza e quindi l’attrattività attraverso “politiche di sistema”, che vuol dire proporre azioni ed interventi in grado di rendere il territorio un “sistema”, per l’incentivazione del turismo. Un turismo che non si fermi lungo la costa, ma che vada a scoprire, gustare e godere anche il variegato e ricchissimo bacino dell’entroterra del Piceno. Parliamo di turismo sostenibile come fattore di crescita per tutto il territorio del Piceno.

Il turismo rientra in quel diritto alla mobilità che è riconosciuto ad ogni persona dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Il desiderio di distensione, di comunicazione o il bisogno di acquisire nuove conoscenze, sono le motivazioni generalmente alla base del turismo.

Ma non basta. Il turismo deve essere sostenibile dal punto di vista ambientale, economico, sociale e culturale. Ciò significa che deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente fattibile ed accettabile dal punto di vista sia etico sia sociale. La natura sostenibile del turismo implica la sua integrazione nell'ambiente naturale, culturale e umano. Il riconoscimento degli elementi e delle attività tradizionali di ogni comunità locale e il sostegno alla sua identità, cultura ed interessi devono svolgere in ogni momento un ruolo centrale nella formulazione di strategie turistiche, e questo può essere il punto di forza del nostro turismo.

Le attività turistiche devono essere sviluppate in modo che ne beneficino le comunità locali, rafforzando l'economia locale, impiegando personale locale e, ovunque sia ecologicamente sostenibile, impiegando materiali locali, prodotti agricoli locali e processi di produzione tradizionali.

Le attività turistiche dovrebbero rispettare le caratteristiche dell'ambiente nel quale vengono svolte. Qualsiasi scelta per lo sviluppo di un turismo sostenibile deve servire efficacemente al miglioramento della qualità della vita delle popolazioni ospiti e deve comportare un effetto positivo e relazione reciproca per quanto riguarda l'identità culturale.

Storia, cultura e territorio possono vincere sull'offerta del "bel posto a basso prezzo" che viene massicciamente reclamizzato soprattutto per le destinazioni dei così detti “paradisi tropicali”.

Se dunque la sostenibilità può essere riassunta nella capacità di un territorio di accogliere, di mettere la sua capacità di ospitare in relazione con l'ambiente, l'economia, la società, è proprio in questa relazione che si materializza la funzione delle istituzioni, da quelle politiche a quelle sindacali, alle associazioni di categoria, con lo strumento delle conferenze dei servizi, nazionale e locali.

L’azione in questa direzione non deve essere lasciata alle sia pur lodevoli iniziative dei singoli. Gli operatori del settore devono sentire la vicinanza delle Istituzioni Regionali.
Necessarie in tal senso sono le Politiche di incentivazione a favore dell’imprenditoria. Troppe volte l’intervento finanziario di leggi regionali e nazionali è affidato ad iter procedurali che sono incoerenti con le esigenze di investimento delle imprese. Un incentivo è efficace se rispetta i tempi di investimento decisi dall’impresa e questo deve essere un obiettivo della Pubblica Amministrazione per la legislazione regionale e per le procedure negoziate, siano esse Patti o Contratti d’Area.

La sfida è far si che il sistema turistico del Piceno rappresenti un punto di forza delle Marche nel rapporto sia con le altre regioni, sia con il resto dell’Europa.

Ma come vincere questa sfida e superare l’evidente “saturazione turistica” di italiani e stranieri che hanno frequentato la nostra regione dalla fine della guerra e che sono culturalmente allettate a visitare altri paesi?
Il modo c’è: la ricerca “sociale” di quel turismo di altre categorie, che a ben vedere, contiene enormi potenzialità.

E possiamo parlare ad esempio di milioni di lavoratori che non vanno in vacanza: gli enti turistici regionali potrebbero fornire le fabbriche di piani forfettari vantaggiosi per intere famiglie, in questo modo il Piceno potrebbe attrarre una fetta importante della popolazione italiana che, tra l’altro necessita di benefici climatici e di riposo fisiologico.

Oppure pensiamo agli anziani e a tutte quelle persone che, diversamente abili o con esigenze speciali, potrebbero muovere un turismo ricco e destagionalizzato. Si pensi ai raduni di sordo-muti o di ipovedenti, o alle iniziative sportive di persone diversamente abili.

Ma parliamo ancora dell’attrattiva turistica destagionalizzata costituita dall’organizzazione di congressi, meeting e fiere (assolutamente marginale nel nostro territorio).

Il territorio del Piceno, dalla costa all’entroterra, sta già iniziando a muoversi in questa direzione. Il compito dell’Amministrazione regionale dovrà essere quello di agire perché questa caratteristica fisiologica diventi un ulteriore strumento di crescita. Un valore aggiunto che deve innanzitutto essere fatto conoscere nel resto dell’Italia e all’estero.

Ancora di più di quanto è stato fatto finora. Un valore aggiunto che va coltivato e potenziato. Da qui quindi – sempre in un’ottica di interventi Regionali – più mirate ed efficaci politiche per la formazione professionale e per rendere il territorio (infrastrutture e trasporti in primis) il più ricettivo possibile.

Lungo la costa ma – facendo in questo caso veramente sistema – anche verso l’entroterra. Ovvero agendo per quell’arricchimento del pacchetto turistico che tutto il Piceno può offrire. Mare, alberghi, ristorazione. E poi tipicità enogastronomiche, artigianato, arte e cultura.Per finire con l’ambiente e la natura, ovvero con quell’asse mare-montagnaparchi che per le Marche e per il Piceno in particolare, sono un terreno ancora da curare e coltivare perché in grado di dare frutti eccellenti per tutti.

*Candidata al Consiglio Regionale delle Marche per il Partito dei Comunisti Italiani.

22/03/2005





        
  



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