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Walter Barboni con Delegazione rappresentanti dei cittadini delle frazioni di Acquasanta

Ascoli Piceno | Alzare la quota del Parco della Laga, attenuare i vincoli, fermare l’invasione e a proliferazione dei cinghiali e rimborsare i danni diretti e indiretti, per intero a tutti i residenti.

Walter Barboni, Udeur

Alzare la quota dei confini del Parco della Laga dagli attuali 400 metri ad almeno 1000 metri, attenuare i vincoli generali esistenti, e soprattutto rimborsare per intero a tutti i residenti i danni derivanti dall’invasione dei cinghiali, invasione che si protrae ormai da anni. Walter Barboni, candidato dell’Udeur-Popolari alle elezioni regionali (per Spacca presidente), su sollecitazione della popolazione di Acquasanta, Pozza e Umito e delle altre frazioni limitrofe, e dei comitati spontanei di protesta sorti negli ultimi anni , si è fatto sabato portavoce, nel corso di una conferenza stampa alla è intervenuta una nutrita delegazione di residenti della zona, guidata da Giuseppe Troli, delle problematiche urgenti e pressanti di un area che sta soffrendo più delle altre le limitazioni di movimento e attività imposte dell’Ente Parco, oltre che, e in particolare le devastazioni alle coltivazioni, ai terreni, ai castagneti, ai frutteti e quindi alla già debole economia agricola locale, provocate dall’immissione di molte migliaia di cinghiali e dalla loro proliferazione rapida.

“Io credo che su indicazione della cittadinanza dei tre comuni interessati e delle frazioni limitrofe – afferma Walter Barboni – e anche per dare un seguito ad un esposto con 600 firme in calce risalente all’agosto del 2002, e a cui non si è dato fino ad oggi, nel 2005, alcuna risposta, occorra prima di tutto intervenire sui confini del Parco della Laga, nel territorio marchigiano, alzando la quota almeno fino 1000 metri, per fare in modo di tenere a debita distanza, con recinzioni e perimetrazioni diverse quegli animali selvatici, dalle terre coltivate e dalle abitazioni dei residenti nei vari centri locali. A questa risposta, fortemente voluta per motivi di sicurezza, di tutela della proprietà e anche di economia generale, ne dovrebbe seguire a mio avviso un'altra.

Mi riferisco – continua Barboni – alla questione degli indennizzi per i danni provocati dagli stessi cinghiali, ormai da qualche anno a questa parte, questione che ha scatenato forti polemiche e proteste. Io penso, che dopo tutto quanto è avvenuto, sia doveroso che a tutti i residenti locali che hanno subito un danneggiamento della proprietà, e non solo a chi ne ricava un reddito, spetti un rimborso per intero, in termini finanziari di quanto è stato distrutto o sottratto, e non solo del 50 %, come deciso dall’Ente Parco della Laga.

A ciò si deve aggiungere poi anche il rimborso del valore dei prodotti biologici seminati, e non in rapporto ai parametri del Bollettino regionale (distanze minime), ma alla produzione reale e documentata, che viene ottenuta su un terreno senza mezzi meccanici ma in maniera artigianale e manuale. Tutto questo per soddisfare i legittimi diritti dei cittadini dell’area di Acquasanta.” Diritti, come quelli al lavoro e ad un adeguamento benessere personale e sociale, che molti nella zona montana sostengono esser stati fortemente ridotti per effetto dei vincoli imposti al momento della nascita del Parco, e  che quindi dovrebbe essere ora modificati , per non causare l’ulteriore spopolamento dell’area locale, e l’impossibilità di sviluppare qualsiasi tipo di attività economica e produttiva. “Noi non siamo contro l’Ente Parco – ha spiegato oggi Giuseppe Troli – ma vogliamo risposte chiare e rapide riguardo a problemi ormai gravi, e riguardanti non solo le devastazioni provocate dai cinghiali, ma anche le limitazioni alla pulitura delle strade interpoderali, il rimborso per le recinzioni, le attrezzature, le assunzioni di personale locale, il progetto negativo della zona integrale , la questione dell’acqua sporca e torbida, forse infetta, nella zona di Pozza e Pito, e con essa tutti i pericoli derivanti per i turisti e i residenti. Nell’agosto 2002 – ha ricordato Troli - presentammo un esposto con 600 firme, ma nessuna ci ha risposto in maniera seria, e nulla è cambiato da allora. Occorre intervenire subito, anche per evitare che i cinghiali (che sfornano 16-20 cuccioli all’anno da ogni scrofa) invadano anche le colline più in basso dell’ascolano e i paesi.

” Dal canto suo lo ha rassicurato Walter Barboni : “Io m impegnerò ,nel caso fossi eletto come consigliere di maggioranza nella prossima assemblea regionale, a recepire tali problematiche e farle diventare oggetto di specifico dibattito e soprattutto di intervento diretto da parte delle istituzioni, venendo incontro alle necessità e ai bisogni urgenti degli abitanti di una vasta e importante area del territorio montano piceno.”

Informazioni : 348-5336195

29/03/2005





        
  



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