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Bagni Pubblici; non ora.

San Benedetto del Tronto | Il ripristino degli unici servizi igienici pubblici della città definiti dall'Amministrazione di "bassa priorità".

di Carmine Rozzi

Eppure ha tutto per  funzionare “ad hoc”. Il posto è  al n. 4 in Viale delle Palme ; centrale ma discreto. A non più di cento metri da Viale S.Moretti o dalla Rotonda. Si compone di due ingressi separati ; uno per le donne ed uno per gli uomini. Dovrebbe servire a chi viene colto da “improrogabili  bisogni “. Adulti e per lo più bambini. Tutto l’anno. D’inverno e in special modo in estate. Si tratta, ovviamente, dell’unico < bagno pubblico > in città.

Ma esso è e rimane ermeticamente  chiuso. Con tanto di serrande sprangate. Da quasi un anno. E non se ne prevede la riapertura . Per la prossima stagione non di sicuro. E’ quanto dichiara l’Ing.Germano Polidori, del settore Lavori Pubblici e Tutela Ambientale del Comune di San Benedetto.

“ La chiusura dei bagni si è resa necessaria dopo che, ripetuti atti di vandalismo, ne avevano completamente distrutto le infrastrutture. Oltre che essere diventati costante metà di attività, alcune delle quali illecite, che non avevano niente a che fare con lo scopo per il quale essi dovrebbero essere usati”.

 Porte divelte ed il legno usato per accendervi falò estemporanei. Pavimento imbrattato di ceneri, siringhe, mozziconi di sigarette, spinelli, scritte oscene. Mattonelle sradicate e messe una sopra le altre a mò di sgabelli. Di quello che fu , una decina di anni fa , un dignitoso servizio pubblico, con tanto di guardiano, rimangono solo macerie.  Rimarrà così fin quanto non entrerà in vigore un “consistente lavoro di ristrutturazione”.

Solo che il progetto, per il momento, non rientra in quel < grandioso > piano di riqualificazione
di cui tanto si parla.

Anzi, sempre a detta dell’Ing. Polidori  “ C’è un piano che però è stato inserito tra quelle a < bassa priorità > nel programma dell’Amministrazione. Soprattutto per il fatto che, una volta rimesso in funzione, si riavrebbero gli stessi problemi di usufruabilità avuti in passato. Per cui, una volta rimesso in opera, gli esercenti della zona dovrebbero darci una mano nel segnalarci eventuali abusi.”

Ovvero. Primo ; ci sono, al momento, cose  più importanti  (ecco spiegata la <bassa priorità > n.d.r) che rimettere in uso dei servizi igienici per uso pubblico ! Tipo ; le famose “riqualificazioni” a base di piastrelle di lusso, piante e amenità del genere. Secondo ; è inutile ripararlo tanto poi verrà distrutto nuovamente. Terzo ; e la colpa è anche degli esercenti del luogo che non ci fanno da  < polizia municipale >.

 Il punto primo rientra in una filosofia purtroppo molto italiana dove ci si preoccupa più del vestito che si mostra che dell’intimo che si indossa. Prova lampante ne erano, in un tempo neanche remoto, quei luoghi pubblici e privati dove ad una lussuosa facciata ed ad un personale elegantissimo facevano eco servizi igienici a volte rivoltanti. Il punto secondo è un po’ come il volersene lavare le mani con acqua sporca. Ma per i cittadini, che questo servizio dopotutto lo pagano con le loro tasse, riesce difficile da capire.

Al punto terzo fanno eco i commenti inferociti degli esercenti del luogo stufi di dover fare da “riserva” per quei numerosi passanti che, in stato di bisogno, si rivolgono a loro per usufruire dei servizi  igienici. Ed ora si chiede loro anche di sostituirsi ai Vigili. Perché è dei Vigili o Polizia
Municipale ( come la si voglia chiamare) il compito di vegliare, segnalare e intervenire in casi del genere.

La zona, inutile negarlo, specie di notte è ad alto rischio. Troppo invitante per imbecilli in vena di bravate o sventurati in cerca di asilo. Ma perché, ad esempio, non dotarla  di una potente illuminazione con accensione a raggi infrarossi, che entri in funzione qualora si avvicini qualcuno ? O abbinarla ad un sistema televisivo di controllo con tanto di telecamera nascosta ( un po’ come si usa negli stadi ) ?

 Gli unici Servizi Pubblici della città andrebbero ripristinati e subito. Essi sono parte di quegli indici di civiltà nascosti che però vengono prepotentemente alla ribalta, ed è proprio il caso di dirlo, in momenti di  bisogni.          

03/03/2005





        
  



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