Giorgio Panichi ; tra violino e grancassa.
San Benedetto del Tronto | Scissionista. Pasionario. Eclatante. Sono molti i nomi affibbiati al Presidente del quartiere di Porto d'Ascoli Centro.
di Carmine Rozzi
Il Presidente del quartiere Porto d'Ascoli Centro Sig.Giorgio Panichi
Siamo stanchi di essere considerati i cittadinastri. E visto che questo Comune non ci sente allora perché non farne uno nostro?. Abbiamo 22mila abitanti. Lunica zona in espansione di costruzione Ragnola è nostra. Perché Ragnola fa parte di Porto dAscoli. Con Fosso dei Galli e la Salaria. Abbiamo la zona industriale. Lunico tratto di Lungomare che tira veramente in fatto di entrate turistiche è quello tra Via Mare e la Rotonda (quella di Porto dAscoli). Il porto, se vogliamo, potremmo fare anche quello. Non ci manca niente.
Riecco Giorgio Panichi. Qualcuno lo ha definito il pasionario. Sposato, 46 anni, dipendente pubblico della Asl da quando, circa due anni fa, è stato eletto presidente del quartiere Porto dAscoli Centro non ha perso occasione per farsi sentire. Usando, alternativamente, violino e grancassa. Di più questultima. Unico a minacciare una clamorosa quanto improbabile scissione (da lui stesso definita ; provocazione). Ma anche lunico, dopo innumerevoli interventi sia pubblici che mediatici, a mettere in mora, in una volta sola, con tanto di esposto, Comune Provincia e Regione ! Motivo ; lo stato di preoccupante abbandono del fiume Tronto.
Cosa dovevamo fare ? E da anni che si parlava di rivedere lo stato de fiume. Ricordiamoci cosa successe . Fu una tragedia. Rovinò parecchia gente. Semplice ; non vogliamo che si ripeta. Lunica risposta che riuscivano a dare a noi rappresentanti di quartiere era quella di palleggiarsi la patata bollente. Ah sì ? Allora ve la do io la patata bollente.. Ma questa non è una provocazione. Lesposto cè e rimane. Poi , dovesse succedere unaltra inondazione, non si venga a dire ; non era previsto. Ora qualcosa finalmente si muove. Dovrebbe iniziare o è già iniziata la gara dappalto per i lavori.
Il fiume in piena, per il momento, è lui. Con dialettica stringata e pungente, senza mezzi termini, senza perifrasi ha molto del sindacalista anni 70. E per uno che è stato chiamato a rappresentare gli interessi pratici e quotidiani dei cittadini è più che calzante. Si sono dati il via a grandi progetti. E i piccoli ? Quelli con i quali, noi abitanti di quartiere, dobbiamo convivere ogni giorno ? La mancanza di illuminazione in zona Sentina, la penuria di parcheggi in zona Centro (quello di P.d.A). Il degrado delle vie adiacenti allingresso della Superstrada ? Oh sì, abbiamo avuto le famose riunioni di quartieri dove lAmministrazione è venuta ha fatto forse finta di stare a sentire per poi rientrare il tutto nel solito tran tran.
Poi, questa è bella, ci convoca il sig.Bellagamba. A mezzogiorno di un dì feriale, due ore di tempo, per quattordici, dico quattordici rappresentanti di quartiere a discutere di Piano Regolatore. Ma dico, scherziamo ? Abbiamo boicottato. Certo. Perchè non siamo stati interpellati a suo tempo con riunioni mirate e programmate ad hoc? Ora che la cosa (il PRG) incomincia a scottare ci chiamano a noi a far da pompieri ? Anche avessimo voluto, parlando solo dieci minuti a testa quanto tempo ci voleva ? I conti sono presto fatti.
Poi tutte queste famose opere in corso di cui si parla tanto servono, guarda caso, zone di primario interesse commerciale. Via Montebello, Viale de Gasperi, Viale Secondo Moretti, il Lungomare, e via dicendo. Ma la gente non vuole solo il bel pavimento sul quale passeggiare o far spesa. Vuole che il lampione sotto casa funzioni, che la fogna del sottopassaggio allangolo non si blocchi, che alluscita delle scuole ci sia qualche Vigile Urbano in più , vero assessor Felicetti ? Queste sono le opere primarie. E non sto parlando di elezioni. Vorrebbe aggiungere altro il Panichi ma il tempo è scaduto. Deve andare ad una riunione per un altro palleggio, unaltra patata bollente. Quella delle bancarelle sì, bancarelle sul lungomare no. Un vero < sindacalista del quartiere> il Panichi. Uno di quelli a trecentosessanta gradi.
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30/03/2005
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