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Il Presidente Vito D’ambrosio sulla sofferenza di Giovanni Paolo II

| ANCONA - " Pregherò per il Santo Padre, accogliendo da credente, per quanto possibile, la testimonianza della sua sofferenza"

 
“Il grande slancio di partecipazione umana alla sofferenza di Giovanni Paolo II testimonia il legame carismatico che unisce il Santo Padre con la comunità cristiana di tutto il mondo. Ora che il male sembra purtroppo avere il sopravvento sulla sua forte fibra, dobbiamo “accompagnarlo con la preghiera e con l’affetto” come ci invitano a fare i suoi più stretti collaboratori, in questo momento stretti attorno al suo letto. 

Ho avuto il grande privilegio di inchinarmi per tre volte di fronte a Papa Wojtyla: in occasione di un’udienza concessa ai presidenti di regione e due volte, nel ’95 e nel 2004, nella piana di Montorso a Loreto nella dimensione più suggestiva, quella dell’instaurarsi immediato del suo legame con i fedeli, una corrente di comunione irresistibile, emozionante.

Il suo protagonismo assoluto nel cambiamento del mondo avvenuto negli ultimi 25 anni, deriva anche da questa  grande forza di testimonianza, quasi di abbandono con tutto se stesso  all’esempio cristiano. Giovanni Paolo II ha indicato al mondo, finalmente, i grandi valori universali, tanto preziosi in tempi di relativismo culturale e morale. Innanzitutto la sacralità della persona, per ognuno e per tutti, e dunque l’indisponibilità della vita umana, che Dio solo dà e riprende. Il suo grido disperato “con la guerra tutto è perduto” è destinato a divenire la guida politica ed etica delle future generazioni. Il pontificato di Papa Wojtyla sarà ricordato come un lungo periodo di eventi straordinari per le sorti dell’umanità, cui la Chiesa ha partecipato da protagonista.

Pregherò per il Santo Padre, accogliendo da credente, per quanto possibile, la testimonianza della sua sofferenza. Bene hanno fatto i partiti a chiudere in anticipo la campagna elettorale in segno di silente rispetto e sono certo che tutti i cittadini marchigiani vorranno e sapranno essere vicini al Santo Padre.”
 

01/04/2005





        
  



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