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Le carte in regola

Roccafluvione | "Ai Cittadini però non interessa principalmente sapere se il Comune andrà in rosso oppure no, ma in che modo saranno spesi i soldi"

di Massimo Martelli

Dopo l'approvazione del bilancio (contraria l'Opposizione), nel corso del Consiglio Comunale di Roccafluvione del 26 Marzo 2005 è stato presentato un documento programmatico che – come ha affermato il revisore dei conti – rispetta tutti i crismi dell'affidabilità contabile.
 
Ai Cittadini però non interessa principalmente sapere se il Comune andrà in rosso oppure no, ma in che modo saranno spesi i soldi. Esistono bilanci che si redigono esclusivamente per "rimanere nelle spese" e altri, invece, per offrire servizi: purtroppo, il documento presentato in Consiglio assomiglia molto a quelli del primo tipo.
 
Infatti: i servizi sociali sono sostenuti esclusivamente dai fondi che eroga la Regione; le tariffe per le colonie estive sono state stabilite senza tener presente il reddito degli utenti (cosa che oltretutto contrasta con lo Statuto Comunale); i prezzi stabiliti dei buoni pasto per la scuola sono proibitivi (3,13 euro a pasto per la scuola materna, 3,38 euro per gli alunni delle medie residenti nelle frazioni e 3,88 euro per quelli residenti nel capoluogo).

Non mancano però i fondi per il "centro di sperimentazione sul tartufo", destinato probabilmente a diventare, come i mega-impianti sportivi, una cattedrale nel deserto del tutto inutilizzata dalla popolazione. In merito al piano triennale dei lavori, poi, si dichiara la volontà di costruire un nuovo campo di calcio (che costerà quasi 3 miliardi di vecchie lire) e di demolire il vecchio, assieme alle centinaia di milioni (sempre di vecchie lire) spese poco più di un anno fa per restaurarlo.
 
A queste scelte, che non esitiamo a definire "cervellotiche", va opposto il fatto che Roccafluvione può essere valorizzata partendo dalle inimitabili risorse naturali del suo territorio e attraverso il coinvolgimento diretto della popolazione nella definizione delle strategie di sviluppo: l'avvio di un progetto di "bilancio partecipativo" può rappresentare la chiave per modellare il futuro del paese in piena armonia con le esigenze dei cittadini e degli equilibri territoriali, senza provvedere ad ulteriori "iniezioni di cemento", che servono soltanto a deturpare l’ambiente e a far vedere che le cose, quali che siano, comunque “si fanno”.

10/04/2005





        
  



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