Il Papa sta morendo. Tutto il mondo lo sa, nessuno può dimenticarlo, nessuno vuole dimenticarlo.

 

Sono mesi, anni, che la malattia di Giovanni Paolo II è nota e ha fatto il giro del globo.

 

“Il Papa che ha cambiato il mondo e la storia” è stato definito dai media, quei media che già da tempo hanno preparato, chi in forma scritta chi attraverso immagini tv, quelli che in termini giornalistici vengono chiamati “coccodrilli”: servizi pronti, preconfezionati, sulla vita di un personaggio noto che, si dice o è in procinto di morire.

 

La cosa triste in tutto questo è che, un “coccodrillo”, prima che venga sguinzagliato, pronto in cantiere, può passare ore come degli anni; questo per non trovarsi impreparati di fronte ad una “emergenza” mass-mediatica.

 

E’ il caso del parlamentare Bossi all’indomani del suo infarto, superato nel migliore dei modi, è il caso del Principe Ranieri, da giorni in agonia.

 

Passano le ore, le notizie, la storia, i momenti salienti del pontificato di Giovanni Paolo II si rincorrono da una rete a l’altra, dalle antenne al satellite, compiendo il giro del mondo in pochi secondi.

Le dirette tv si sprecano e nessuno può fare a meno di rimanere incollato per alcune ore davanti allo schermo, come in una sorte di veglia mortuaria.

 

C’è chi come l’emittente americana BBC, ha affittato da ben 10 anni la terrazza di un appartamento di fronte a S.Pietro, per riprendere in qualsiasi momento le stanze vaticane e la Piazza, in esclusiva, per la cifra record di 14 milioni (delle vecchie lire) al mese…fortuna per il proprietario.

Un “coccodrillo” vivo e vegeto che nasce con i numerosi interventi che dal ‘92 hanno accompagnato il pontefice.

 

I quotidiani…? Oggi hanno aspettato gli ultimi momenti utili per scegliere il titolo delle prime pagine, nel dubbio che la situazione del Papa potesse evolvere in un senso definitivo. Poi la maggior parte ha optato per titoli 'aperti' che danno il senso del Pontificato di Wojtyla, ormai giunto al termine, senza però annunciarne la fine. Tutto è pronto, basta mettere “due righe” dell’ultima ora, il resto è un bel coccodrillo preparato ad hoc da diverso tempo.

 

L’informazione viaggia su questi strani binari, che poi per gli addetti ai lavori tanto strani non sono, perché dare la notizia in tempo reale è un dovere di cronaca soprattutto per il lettoreascoltatore.

 

E’ vero sembra di condannare una persona prima della sentenza, l’ “era” e l’ “e” per il Papa si confondono con imbarazzo tra i cronisti, c’è chi lo vede già passato a miglior vita, chi aspetta il miracolo di un cambiamento e già parla di resistenza sovrannaturale.

 

Il ricordo, il “coccodrillo” che piange la sua vittima solo dopo averla mangiata, in queste ore è sguinzagliato prima e commuove, intristisce credenti e non, l’attesa della “notizia” incombe, come la vittoria di un uomo sulla morte, come la vittoria di chi è il primo ad annunciarla a tutto il mondo.