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Vinitaly Verona: Arte e vino marchigiano in fiera

| ANCONA - Alla 39a edizione del Vinitaly,la Regione Marche si presenta quest’anno con un’iniziativa collaterale che coniuga gli aspetti della cultura artistica regionale con il tema enologico.

Alla 39a edizione del Vinitaly, il più importante appuntamento del settore vitivinicolo a livello mondiale, che si svolge a Verona dal 7 all’11 aprile 2005, la Regione Marche si presenta quest’anno con un’iniziativa collaterale che coniuga gli aspetti della cultura artistica regionale con il tema enologico: un percorso-mostra a carattere didattico, che comprende una serie di riproduzioni di opere d’arte, appartenenti a musei e raccolte pubbliche e private delle Marche, sul tema iconografico della vite, del vino e dell’uva attraverso alcune rappresentazioni artistiche.

Nelle Marche la presenza della vite e del vino annovera una cospicua varietà di esempi figurativi: dalle scene conviviali dei symposia nelle ceramiche figurate di importazione attica (sec.V a.C.), alle rappresentazioni scolpite sulle lastre dei sarcofaghi (celebre è quella del Sarcofago del vinaio al Museo Archeologico Nazionale di Ancona), ai rilievi lapidei nei portali delle chiese dal X al XIV secolo, che associano tralci di vite, pampini e grappoli alla simbologia eucaristica e cristologica della resurrezione.

Nella pittura sacra medioevale e moderna il soggetto enologico-conviviale è frequentemente legato ad episodi evangelici, come le Nozze di Cana, in cui il miracolo dell’acqua trasformata in vino è reso con grande vivacità narrativa da Pietro da Rimini (I metà sec.XIV), nel ciclo affrescato del Cappellone di San Nicola a Tolentino; mentre dell’episodio dell’ Ultima Cena, il pittore Simone de Magistris  propone a San Ginesio una lettura scorciata e visionaria, di forte impatto cromatico (1588).

Da fine Cinquecento in poi, il vino e l’uva sono spesso protagonisti nelle ‘nature morte’, un genere di pittura profano e di grande effetto decorativo, molto apprezzato dal collezionismo, presente oggi in molte raccolte e musei delle Marche (Pesaro, Ascoli Piceno, Montefortino etc.). Interprete settecentesco della natura morta in area marchigiana è il fanese Carlo Magini, esecutore di composte e lucide composizioni sul tema (Fano, Collezione CARIFANO).

Sempre alla pittura di genere fa riferimento il ‘bambocciante’ Antonio Amorosi da Comunanza (AP), pittore marchigiano vissuto a Roma tra Sei e Settecento, che nelle ricorrenti rappresentazioni di fanciulli e bambini inserisce spesso come complemento l’uva, il fiasco o il calice di vino (Ascoli Piceno, Collezione CARISAP).

A tematiche essenzialmente laiche si collegano anche alcune iconografie riprodotte su manufatti ceramici e maioliche: scene di vendemmia, motivi conviviali (Pesaro, Museo delle Ceramiche), cortei dionisiaci (Ascoli Piceno, Pinacoteca Civica), cesti di frutta con grappoli rigogliosi (manifattura Matricardi, Ascoli Piceno, collezione privata), resi con  squillanti impasti cromatici.

Il percorso artistico, curato da Costanza Costanzi del Servizio Tecnico alla Cultura della Regione Marche, evidenzia un legame, quello tra vino e arte,  che si propone  come ulteriore chiave di lettura per conoscere le ricchezze culturali del territorio marchigiano, indagate secondo una prospettiva inconsueta e stimolante.

02/04/2005





        
  



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