Era la fine dell’ottocento quando Rudolf Diesel, inventore dell’omonima tipologia di carburante, presentò un prototipo di vettura alimentata con olio di semi. Il padre del motore a gasolio aveva difatti già pensato a questo sistema prima dell’avvento del petrolio, che sarebbe stato utilizzato per la carburazione soltanto pochi anni più tardi.

 

Oggi, a distanza di oltre cent’anni, l’idea di Diesel è tornata di forte attualità, suscitando l’interesse di media locali e nazionali, raccogliendo il consenso di molti, grazie alle numerose problematiche che l’utilizzo di questo tipo di combustibile risolverebbe.

 

A partire dal discorso economico, l’olio di semi dimezzerebbe difatti la spesa quotidianamente effettuata dagli automobilisti per riempire i sempre più costosi serbatoi, fino a quello ben più ambizioso della fine di numerose guerre che insanguinano varie parti del mondo.

 

La dimostrazione pratica della funzionalità dell’olio di semi verrà mostrata al pubblico domenica 24 aprile, in occasione della terza conferenza nazionale sulle nuove energie che si terrà a Grottammare. Ideatore dell’iniziativa è il sambenedettese Carlo Bertocchi, che questa mattina ha anticipato i dettagli del suo bio-impianto.

 

“L’uso diretto dell’olio di semi – ha spiegato – necessita di un impianto di trattamento a bordo del veicolo prima di essere immesso nel motore. In particolare la densità dell’olio dev’essere ridotta da 60 a 5 centistroke altrimenti c’è un alto rischio di trovarsi di fronte a problemi come depositi carboniosi sul cielo dei pistoni e nelle sedi dei segmenti, a pellicolazioni e polimerizzazioni nei condotti, a difficoltà di avvio del motore in caso di bassa temperatura, alla rottura della pompa di iniezione per eccesso di densità, a fumosità eccessiva o a bassi rendimenti della vettura”.

 

L’olio portato a densità normale giungera ad un rendimento pari al 95% di quello del gasolio, diminuendo, ed in alcuni casi eliminando del tutto, emissioni nocive ed inquinanti.  Bertocchi ha installato sulla sua autovettura un impianto simile, composto da uno scambiatore termico che innalza la temperatura dell'olio a 85 gradi, determinando un primo abbassamento della viscosità. Quindi un reattore munito di catalizzatore ad ossidi metallici attivato elettricamente che abbassa ulteriormente la densità ed il punto d'accensione. L'olio, dopo questi passaggi, arriva nel motore dove viene bruciato con ottimi risultati in potenza, in consumo ed in fumosità.

 

“L’olio di semi – ha proseguito Bertocchi – non potrà mai essere causa di guerre, come invece lo è il petrolio, per il quale scorre molto sangue in tutto il mondo”.