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Il mondo saluta Giovanni Paolo II

| CITTA' DEL VATICANO - Centinaia di migliaia di fedeli e leader da tutto il mondo hanno dato l'ultimo saluto a Giovanni Paolo II. I fedeli in piazza: "Santo subito"

di Paride Travaglini

Ore 10: tutto il mondo si è fermato per l’ultimo addio a Giovanni Paolo II, il Grande, il Papa che ha fatto la storia, che ha segnato un’epoca.

In un’atmosfera quasi surreale, dopo la celebrazione funebre durata circa tre ore, i trecentomila fedeli presenti in piazza San Pietro,  ( migliaia di fedeli hanno seguito l’evento sui 27 maxischermi predisposti nella Capitale) sono scoppiati in un applauso durato quasi un quarto d'ora, al grido ritmato di "Giovanni Paolo"  mentre le campane suonavano a morto e la bara di Karol Wojtyla veniva portata per l'ultima volta all'interno della basilica di San Pietro per la sepoltura nelle Grotte Vaticane.

Tutti i potenti della terra, 200 leader mondiali, fra cui quattro re, cinque regine e almeno 70 fra presidenti e premier  da una parte, e gente comune( soprattutto polacchi) dall’altra, senza distinzione di razza e di religione  tra cui migliaia e migliaia di giovani, quegli stessi giovani che hanno seguito il Papa nei suoi viaggi, che il Papa ha amato, si sono riversati nello Stato più piccolo del mondo per dare l’estremo saluto all’uomo più grande della Terra, ad un Papa, pellegrino instancabile che in 26 anni di pontificato ha fatto riscoprire il valore della persona umana, che sarà ricordato per avere favorito la caduta della Cortina di Ferro e per essersi adoperato per il dialogo interreligioso, per essere stato un vero operatore di Pace ma nello stesso tempo per la sua strenua difesa dell'ortodossia in un'epoca di cambiamenti sociali molto forti.

La messa, celebrata da 165 cardinali con le rituali vesti rosse è stata presieduta dal Decano tedesco Joseph Ratzinger, che nel corso dell’omelia ha sottolineato che Giovanni Paolo - di cui fu amico e uno dei più stretti collaboratori - "ci ha risvegliato da una fede stanca, dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi"

Prima della liturgia il rito della “deposizione” officiato dal cardinale Camerlengo Edoardo Martinez Somalo: la salma del Pontefice è stata deposta in una bara di cipresso, con il volto coperto da un velo bianco; un sacchetto contenente delle medaglie del Vaticano, è stato collocato accanto al corpo del Papa. La bara è stata quindi portata sul sagrato della Basilica e adagiata su un tappeto davanti all’altare, coperta solamente dal libro dei Vangeli.

Le centinaia di migliaia di fedeli, hanno seguito la cerimonia funebre in silenzio e a testa bassa, raccolti in preghiera in un’atmosfera di grande commozione e compostezza.
Niente ha fermato  però l’interminabile e caloroso applauso quando la  bara di cipresso è stata sollevata dai sediari per tornare all'interno della Basilica.

"Seguimi" è la parola chiave, ha detto Ratzinger, per capire il messaggio del Pontefice, "le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità…".

09/04/2005





        
  



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