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O la partita o l'amore...

Ascoli Piceno | Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio

di Federica Poli

Oh…finalmente il momento del riscatto. L’Ascoli al "Liberati" per liberarsi del fardello delle contestazioni e delle critiche dei più cattivelli. Un, due, tre si parte…ma proprio io rimango fuori dalla macchina. Perché? Le donne non capiscono niente di calcio! Ormai è voce di popolo voce di …zio! E a chi importa cosa pensa mio zio.

Vabbè continuiamo il discorso in Umbria: aria buona, verdi colline, ricca di bellezze naturali e non. E poi Terni la città di San Valentino. La città degli innamorati. Connubio giusto per vincere…o trovare l’amore! Accidenti e questi che mi hanno lasciata ancora una volta a piedi. Sti malandrini!

E come al solito al storia si ripete e dovrò vedere la partita con quello sciocchino di papà.

Sono le 17 di sabato pomeriggio e i miei amici telefonano reclamando la mia presenza ad un lussuoso aperitivo a cui una vamp come me non può certo mancare. Tirata a lucido…capello preciso da gran soirèèe mi presento al mitico party…ehm…tre persone con me quattro. Oddio un incontro combinato. No eh! Io dovevo stare nella citta degli innamorati e mi ritrovo in uno squallido incontro dove due amici che si credono furbi, sono convinti che quel ragazzo (di solito intellettualoide sfigatiello), sia l’anima gemella di quella ragazza (io bocconcino niente male) e combinano incontro a sorpresa.

E che sorpresa! Beh, questo aperitivo è come andare dal dentista anestesia e via….facciamo sto sacrificio solo per farli contenti. Loro chiacchierano come forsennati. Madonna mia, fai crollare il tetto, cerca di far succedere qualcosa, io devo andare. Caspita le 20.15 e il discorso è ancora lungo. Ma che mi importa di neuroni ed elettroni e la complessità dell’atomo? Voglio andare a casa a vedere l’Ascoli. Le scarpe da dieci centimetri di tacco mi dolgono. Eh sì io mi aspettavo un party di gran classe. Le 20.25 "ehm, io devo andare credo che mio padre abbia bisogno di me…lo sento..sapete noi siamo in contatto telepatico!" (questi genitori quando serve che ti chiamino non lo fanno mai! Magari sei lì in un momento di intimità che stai per baciare l’uomo che hai cercato da tutta la vita e ti telefonano per dirti che il gatto ha rovinato la tenda del salotto ma quando serve la telefonatina, figurati!).

vabbè scampando al discorso sul paranormale mi fiondo con la mia macchinina a casa. Tutti i semafori rossi. Classico da ansia pre partita…pre? È cominciata di sicuro! Arrivo trafelata in casa. Guardo il mio genitoruccio carino carino che mi dice "stanno giocando da schifo, perdiamo" nooo, e chi ha segnato? Boh, uno. Un cognome straniero. Papi chi era? Non lo so. Quando è così loquace e si concentra sui particolari delle cose è un tesoro il mio paparino!

Mi siedo …mangio un boccone e mi si ferma a metà quando vedo come giocano i nostri. L’unico che regge l’anima coi denti Highlander. Ma per antonomasia lui è l’ultimo immortale! Inizio a pregare la Madonnina quella che doveva far crollare il tetto prima…di farci segnare un gollino di quelli anche sporchetti con il tocco del difensore che devia la palla in rete. Niente. Il telecronista intanto comincia a sbagliare tutti i nomi cristiano per modesto, el diga biso per cristiano, full monticciolo per patagarru demartis l’unico che riconosce è beautiful coppola. Cococo colacone e coremio bucchi non li scambia perché tanto il pallone loro non lo prendon mai! Per non parlare del loro portiere Berni che puntualmente chiama Brevi. Se fossi bendata immaginerei un’altra partita.

Secondo tempo. Bevo un bel caffè che mi aiuta a digerire il primo tempo e l’incontro al buio di prima meditando vendetta. Guardo attentamente le squadre che rientrano in campo , faccio in tempo a fare l’appello e zac, Frick segna il due a zero. Ah, il primo gol di Jimenez…oggi vanno di moda i cognomi con la consonante finale. Vediamo la squadra dell’Ascoli… Ti prego ti prego patagarru De Martis….facci il miracolo! Una doppietta e pareggiamo! Eh no la storia della consonante vale solo per gli attaccanti per gli altri costa l’ammonizione! Appunto.

Arbitro fischia, pubblico fischia, e partita finisce.

Nella Città di San Valentino…I nostri non hanno vinto ma …chissà magari hanno trovato l’amore!

10/05/2005





        
  



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