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Franco Paoletti. "Ci vuole un Sindaco fuori dal......comune ! ".

San Benedetto del Tronto | Intervista ad uno dei "vecchi saggi" della politica locale nonchè Presidente della Assemblea Regionale della Margherita.

di Carmine Rozzi

Franco Paoletti

Franco Paoletti  ; dagli anni settanta ad inizio degli ottanta Segretario Provinciale dell’allora D.C. Poi per circa otto anni Assessore Regionale all’Agricoltura e Politiche Comunitarie. Presidente del Consiglio Regionale e Capogruppo della D.C prima e del Partito Popolare dopo. Poi , successivamente , Segretario Regionale  e Provinciale del Partito Popolare. Attualmente Presidente dell’Assemblea Regionale della Margherita. Da quasi 35 anni in politica, quella attiva, quella che conta per intenderci, con incarichi sempre prestigiosi e di ampia responsabilità. E non vanno dimenticati i quasi tredici anni di consigliere comunale nella sua città di San Benedetto.

Fine dialettico, preciso, concreto e scarno nelle disamine della “res pubblica” locale e regionale senza perdere d’occhio quella nazionale. Un carisma innato che gli deriva vuoi in parte da quella faccia emaciata e intensa da “asceta” vuoi per lo sguardo diretto e profondo. E’, trasversalmente e a tutti gli effetti, riconosciuto e rispettato come uno dei “grandi vecchi” o “vecchi saggi” della politica marchigiana.

Come vede l’attuale situazione politico-mministrativa di San Benedetto ?
“Io partirei da una premessa di carattere più generale. Lo divisione della Provincia di Ascoli Piceno non ha avuto altra conseguenza, a mio parere, se non quella di  ritrovarsi con due “sottoprovince”. Nonostante l’iniziale euforia del comprensorio fermano questo è da ritenersi, purtroppo, un vero e proprio salto all’indietro. Non si è fatto altro che acutizzare il fenomeno della frammentazione andando  a discapito delle micro realtà socio-economiche locali per le quali, al contrario, si dovrebbe tendere ad unire e conglobare gli intenti in uno sforzo di crescita comune tralasciando pericolosi e egoistici interessi meramente geografici.

Ma paradossalmente, con l’uscita di Fermo, San Benedetto si  ritrova a giocare un ruolo ben più importante ed accresciuto nel contesto provinciale con un bacino di sviluppo che va potenzialmente da Cupra Marittima fino a Martinsicuro. E’ una occasione da prendere al volo. Occorre farsi trovare pronti e preparati. Occorrono quadri politici dinamici, coerenti, solidali e vogliosi di costruire . E non lo si fa certo con una amministrazione che vive politicamente alla giornata. A giudicare dagli ultimi “smottamenti” al suo interno si ha l’idea di trovarsi di fronte ad un pollaio. E le tante galline, dimenandosi  per crearsi ognuna un proprio spazio, non fanno altro che sollevare un accecante polverone.”

A cosa attribuisce la emorragia  sostenuta e costante di consiglieri della attuale Amministrazione ?
“ Purtroppo, il voto delle ultime politiche locali fu, più che altro, un voto emotivo di protesta, a torto o a ragione, nei confronti del Sindaco allora uscente. Per cui la risultante ne è stata una formazione composita e inusuale di forze politiche aggregatesi con conoscenze reciproche per lo più dell’ultima ora. Ecco, alla prova dei fatti, il fiorire di beghe, picche e ripicche interne, dispetti, gelosie,  esternazioni grossolane e fracassone. Una vera e propria  < armata Brancaleone > piena di cavalieri erranti che cavalcano di partito in partito in cerca di gloria.”

Come giudica la  recente offerta di Martinelli ad un  vostro componente della Margherita ?
“ Mi ricorda un film di qualche anno fa dal titolo “ Proposta Indecente”. A parte la battuta sono sbagliati i tempi e i modi. Una proposta del genere, se fatta da una solida posizione di forza politica, ha un gesto nobile che da prestigio a chi la propone. Se  fatta ad otto mesi dalle elezioni e con una maggioranza amministrativa ormai alla frutta si presenta per quello che si è rivelata. Un patetico harakiri politico dettato dalla disperazione. Altro che il volere dare uno scossone come mi sembra il nostro Sindaco abbia voluto far credere.”

Ed il ventilato rimpasto ?
Un ribaltone ; e non fa altro che aggravare le cose. Oddio, non che a noi del centrosinistra dispiaccia.  Anzi, io confido molto nella perseveranza che sta dimostrando il Sindaco nel voler forzare la mano con quelli di A.N. Quello è un partito vero, con gente tosta . Sono proprio curioso di vedere come l’intera faccenda va a finire. Una cosa è certa. Non ci sarà di che annoiarsi.”

Perazzoli e Martinelli , per citare i più recenti ; due Sindaci, per i loro verso assai discussi e “tormentati”. Ma, secondo lei, quale è l’identikit del Sindaco di cui ha bisogno San Benedetto ?
“ Per usare uno slogan  direi che San Benedetto ha bisogno di un < Sindaco fuori dal……comune >.  Aldilà del facile gioco di parole, occorre una figura carismatica, con una solida e collaudata formazione politico-culturale, rodata nell’amministrazione della cosa pubblica. Con una profonda conoscenza della città che però gli permetta di vedere al di là dell’orticello e quindi con una smisurata ambizione di rivendicare per San Benedetto quel ruolo di primo centro turistico regionale che le compete. L’attuale primo cittadino si picca di avere queste qualità ma non ha saputo o potuto dimostrarlo.  Tra l’altro, anche lui come Cesare, ha dovuto impiegare quasi tutto il tempo del suo mandato nel ripetere a questo o a quel componente della sua squadra il fatidico ; “Anche tu, consigliere, figlio mio ? “.   

Perché non, allora, come prossimo candidato l’On. Orlando Ruggieri che però ha risposto con un “Vorrei, non vorrei, ma se vuoi “ ? 
“ Ruggieri  è uno dei pochi giovani rampanti e promettenti della nostra politica locale. Di questo ne discuteremo a livello di partito. Certo però quando si ha in mano un cavallo di razza non lo si rischia mandandolo a fare la soma. A meno di precise e concrete garanzie. Il tempo c’è. Uno dei più grandi difetti di questa seconda repubblica è quello di voler bruciare tempi e tappe tanto per farsi “le ossa”. Con il risultato che, dopo essere passati troppe volte di partito in partito, si rischia di fare la fine del pastorello che grida al lupo “.

Come vede il futuro del governo regionale targato “Spacca”. Lei che è stato per molti anni da quelle parti ?
“ Spacca è uno di quei politici vecchio stampo che sono venuti su dopo tanto tirocinio e tanta gavetta. A lui va la nostra più sincera e incondizionata fiducia. La sua mi sembra una squadra di tutto rispetto. D’altro canto, noi i < meridionali > della regione, lamentiamo da sempre una consolidata e diffusa  prassi che hanno ad Ancona di regalare le fette più grosse a province confinanti con lo stesso capoluogo di Regione. Ma questo è anche colpa nostra che nel Piceno, da ormai molti anni, non siamo più capaci di forgiare nuove leve politiche tali da poterci rappresentare con vigore in contesto regionale e nazionale. Qualcuna ci sta provando, anche da più di una legislazione ma, senza offesa, con risultati a tutt’oggi assai modesti.”

10/05/2005





        
  



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