Diversificare per non scomparire, poiché il futuro dell’impresa agricola marchigiana passerà attraverso la sua capacità di reinventarsi puntando su servizi innovativi (salute e benessere, vendita diretta, negozi rurali), su prodotti alternativi o trasformati, sulla manutenzione dell’ambiente, sulla produzione di energia.

E’ il messaggio forte scaturito dal convegno organizzato a Filottrano da Coldiretti Marche e dall’Ufficio Zona di Osimo, in collaborazione con Comune, Pro Loco, Confartigianato e Ente Fiera, nell’ambito della legge 37.

“I dati Istat dicono che nelle Marche ci sono circa 66mila aziende agricole, ma se andiamo ad analizzare meglio la situazione, ci si accorge che solo una su dieci ha un reddito superiore ai cento milioni delle vecchie lire, mentre l’80% ne ricava annualmente appena cinque – ha spiegato il professor Franco Sotte, dell’Università Politecnica delle Marche -.

Serve allora concentrare le politiche sull’impresa e sull’imprenditore, ovvero su chi rischia e investe, ha competenze, ha un progetto e, nel rapporto col mercato, è in grado di capire dove sta il valore”.

“Se si parla di valore, non possiamo sicuramente dimenticare il legame col territorio – ha aggiunto il vicepresidente di Coldiretti Ancona, Roberto Magnaterra –, ma ciò potrà esserci riconosciuto solo dando applicazione alla legge 204 che prevede l'obbligo di indicare sulle etichette l'origine di tutti gli alimenti commercializzati e consente di valorizzare i primati qualitativi e di sicurezza della produzione nazionale”.

Il sindaco di Filottrano, Ivana Ballante, ha rimarcato l’importanza della valorizzazione del territorio, mentre l’assessore all’Ambiente, Patrizio Litargini, ha relazionato sul problema degli organismi geneticamente modificati, spiegando le ragioni per le quali il Comune ha dichiarato il proprio territorio “libero da ogm”.

Intervento anche per il neoassessore all’Agricoltura, Juri Ragonio.