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Collectio Thesauri. Dalle Marche: tesori nascosti di un collezionismo illustre

| ANCONA - La mostra, nella sede di Ancona e di Jesi, potrà essere visitata fino a domenica prossima, 22 maggio

E' stata inaugurata il 15 gennaio 2005 alle ore 17.00 e rimarrà aperta sino al 22 maggio 2005, la mostra "Collectio Thesauri. Dalle Marche: tesori nascosti di un collezionismo illustre" nelle sue due sezioni di Ancona, presso la Mole Vanvitelliana (Via Banchina da Chio, 2 Zona Porto), e di Jesi, presso lo Studio per le Arti della Stampa a Palazzo Pianetti Vecchio (Via Valle, 3). L'esposizione è promossa e realizzata dalla Regione Marche con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e le Attività Culturali, in collaborazione con tutte e quattro le amministrazioni provinciali delle Marche e con numerosi comuni e biblioteche del territorio.

Il progetto della mostra presenta 370 opere - principalmente provenienti da 17 biblioteche storiche marchigiane e dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, di cui 310 opere esposte nelle sale della Mole Vanvitelliana, edificio costruito come lazzaretto della città nel 1733 dall'architetto Luigi Vanvitelli e 60 volumi a Palazzo Pianetti Vecchio, ex refettorio delle Clarisse e biblioteca della famiglia Pianetti.
Ad Ancona - sede centrale della mostra - l'esposizione si snoda in 400 mq, lungo le sale del primo piano della Mole e del corrispettivo soppalco. Il percorso espositivo del primo piano materializza un ideale itinerario attraverso le biblioteche storiche delle Marche ed i 6 manoscritti prestati dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, permettendo l'incontro con grandi personaggi, collezionisti, bibliografi e bibliofili. In una successione cronologica, dalle raccolte più antiche di origine altomedievale e monastica, proseguendo per itinerari rinascimentali.

I grandi collezionisti dell'epoca barocca e dell'Illuminismo accompagneranno il visitatore nel rimanente percorso; è infatti fra la metà del XVII e la fine del XVIII secolo che si costituiscono le grandi raccolte bibliografiche e si concretizza la nascita delle biblioteche pubbliche. Alle 18 sale dedicate alle biblioteche seguiranno nell'ambiente del soppalco due grandi spazi dedicati ad esposizioni tematiche: l'arte grafica e la musica, da cui emergerà con chiara evidenza la preziosità delle raccolte marchigiane. Saranno visibili 180 opere fra codici, volumi antichi ed edizioni rare; 100 opere di arte grafica, fra disegni e stampe; 35 documenti musicali, fra cui antifonari, salteri, documenti rari e manoscritti a partire dal X secolo
 La sezione jesina di Collectio Thesauri si svolge negli ambienti dello Studio per le Arti della stampa (S.A.S.) in via Valle n° 3.

Dal 10 aprile è visibile il rarissimo esemplare "Liber Dantis" la prima edizione (stampato proprio nella città federiciana nel 1472) della Divina Commedia, proveniente dalla Biblioteca del Centro Dantesco dei Minori Conventuali di Ravenna.

Le opere, provenienti dalla Biblioteca Planettiana e dalle principali biblioteche storiche marchigiane, sono esposte nell'antico Palazzo Pianetti vecchio, nel grande ambiente che nel 700 ospitava la antica libreria di famiglia, oggi sede del Museo della Stampa.

Tra le edizioni più antiche e rare in mostra segnaliamo l'editio princeps della Divina Commedia di Federico de' Conti, uscita dai torchi jesini nel 1472, prima opera stampata nelle Marche, il "Mondo Nuovo" del Giorgini del 1596, prima edizione assoluta di un'opera in versi dedicata alla scoperta dell'America, la prima edizione a stampa della rarissima opera "De Monarchia Messiae" di Tommaso Campanella uscita nel 1633, subito proibita e ritirata dal commercio e infine la prima edizione della "Tabula peutingeriana", per citare volumi che attengono alla storia tipografica della città.

Sul versante marchigiano evidenziamo le opere di Ottaviano Petrucci, inventore della stampa della musica a caratteri mobili, quelle uscite dai torchi del celebre tipografo ebreo Gerolamo Soncino, attivo nel Cinquecento lungo la costa marchigiana, e le più significative edizioni uscite dai tipografi che hanno operato nelle varie città marchigiane tra XVI e XVIII secolo. Qui è possibile, contestualmente alle edizioni in mostra, ammirare anche un monumentale torchio settecentesco e altri strumenti in uso nelle tipografie locali fra XIX e XX secolo: torchi, taglierine, pedaliere, macchine per la linotipia e la litografia, caratteri mobili, chichè, inchiostri, banchi di composizione, ecc.

17/05/2005





        
  



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